Alpinismo

E Kopold intasca anche il Broad Peak

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ISLAMABAD, Pakistan — Tre ottomila in meno di 20 giorni. Questo lo strepitoso exploit dello slovacco Dodo Kopold che, dopo il concatenamento tra il Gasherbrum I e il Gasherbrum II, nei giorni scorsi ha salito anche il Broad Peak, 8.047 metri. Vetta raggiunta alle 9 di sera, nel mezzo di una bufera.

"E’ stata la scalata più dura che ho fatto in Himalaya". Così ha commentato, il giovane Kopold, la sua salita al Broad Peak, compiuta il 26 giugno, in solitaria: il compagno Vlado Plulìk ha rinunciato a causa del maltempo.
 
Secondo quanto riferito dal sito di Kopold, i due alpinisti hanno pernottato a 7.200 metri dopo un tentativo di cima fallito. Il giorno dopo hanno riprovato a raggiungere la vetta, ma le condizioni meteo erano pessime. Durante l’ascesa, si sono separati: Plulìk ha provato a seguire la via normale, ma a quanto sembra non ha raggiunto la cima. Kopold, invece, è salito lungo una variante riuscendo a toccare la vetta.
 
Erano le 9 di sera. Tardissimo, per una scalata su una montagna di questo genere. Kopold ha dovuto improvvisare un bivacco a 8000 metri, senza avere con sè tenda nè materiali adatti a ripararsi. Per fortuna, la notte è passata indenne.
 
La mattina dopo ha proseguito nella discesa. Quando ha raggiunto quota 6.000, ha avvertito casa dell’impresa compiuta. "Il tempo è pessimo – ha raccontato Kopold nella veloce comunicazione satellitare -. Ma continuerò a scendere fino al base. Credo che Vlado si trovi laggiù, ho visto le sue tracce".
 
Con questo risultato, Kopold segna un risultato storico: tre ottomila scalati in meno di venti giorni. Il 9 giugno scorso, infatti, l’alpinista era sulla vetta del GI (8.068 metri), sei giorni dopo su quella del GII (8.035 metri), e il 26 dello stesso mese ha toccato quella del Broad Peak (8.047 metri).
 
 
Sara Sottocornola
 

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