K2 in inverno
[:it]BERGAMO – Non sono ancora terminati i giochi al Nanga Parbat, il quale sta resistendo, che già circolano gli annunci sulla prossima stagione invernale: Krzysztof Wielicki ha infatti detto, come avevamo già scritto, di voler organizzare una spedizione al K2, con un forte gruppo di alpinisti di grande esperienza e capacità (per un approfondimento potete leggere Wielicki, la sfida: il K2 in inverno).
Ma anche i pakistani potrebbero pensare di tentare di salire la “loro montagna”, così come fecero due anni fa per il sessantesimo, portandosi a casa un grande risultato salendo l’ultimo 8000 inviolato nella stagione invernale (ammesso che qualcuno salga sul Nanga quest’anno).
Ne parliamo con Agostino Da Polenza, che proprio due anni fa sostenne la spedizione pakistana trovando loro uno sponsor importante come Moncler.
“Si certo, ne abbiamo parlato nel corso di una mia visita a Islamabad a dicembre. Se ci provassero sarebbe molto bello, meno probabile la riuscita. Il K2 in inverno è veramente una grande sfida. Per me sarebbe però un piacere poter aiutare ancora una volta gli amici pakistani a riappropriarsi di un altro importante pezzo della loro montagna. Ne hanno la voglia, le qualità tecniche, ormai anche l’esperienza e direi pure la passione alpinistica. Significa che qualcosa di buono la frequentazione con gli alpinisti stranieri ha lasciato: una forma di osmosi culturale che ha anche alzato molto i livelli di consapevolezza ambientale e di rispetto per la natura. Oltretutto loro d’inverno non hanno molto da fare ed il freddo nei loro villaggi non è meno che al campo base.”
Ma non saranno soli sullo Sperone degli Abruzzi.
“Krzysztof Wielicki ha annunciato che sarà lì, è una persona di grande intelligenza e capacità, un uomo di mondo. Credo che se i pakistani dovessero provarci sarebbe ben contento di salire insieme a loro lungo lo sperone Abruzzi. Sono tutti alpinisti che il K2 lo hanno già salito, senza ossigeno ovviamente e con performance alpinistiche di tutto rispetto, come hanno potuto apprezzare gli alpinisti che erano sul k2 nel 2014. E’ gente di grande coraggio, motivazione e ora anche esperienza e capacità tecnica. Sono fisicamente preparati e con una soglia della sofferenza molto alta. Come i polacchi o i russi, mi verrebbe da dire. Ali Durani, Hassan Jan, Ghulam Medhi o Rehmat Ullah potrebbero avere delle possibilità, ma anche altri giovani emergenti o alpinisti di grande esperienza come Ali Sadparà impegnato da due inverni sul Nanga Parbat”
Allora si parte?
“Va chiesto a loro, ai ragazzi pakistani, noi possiamo solo dare una mano e tuttalpiù accompagnarli fino al campo base sperando di non soffrire troppo. Mi piacerebbe riassaporare l’inverno Himalayano. Magari come l’altra volta un paio di noi potranno aggregarsi a loro, Michele Cucchi nel 2014 sperava di arrivare alla spalla poi arrivò in vetta. Nardi documentò magnificamente con lo stesso Michele quella salita.”
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