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Ciclismo: Di Luca dopato sullo Zoncolan?

PESCARA — Si sarebbe fatto una flebo poco prima della massacrante tappa dello Zoncolan, in Friuli Venezia Giulia. Questa la tesi della Procura Antidoping del Coni, che ha convocato nei giorni scorsi Danilo di Luca per comunicargli i risultati "anomali" delle sue analisi del sangue. Ma Di Luca ha pronta la risposta.

Il 31 maggio scorso, nella dura tappa che ha visto i ciclisti del Giro d’Italia correre per 142 chilometri da Lienz (Austria) ai 1.730 metri del Monte Zoncolan, aveva vinto Gilberto Simoni. Di Luca si era classificato secondo, mantenendo però la maglia rosa.
 
Ora, però, a gettare un’ombra su quella giornata di sport arriva la procura del Coni, che ha convocato Di Luca al Foro Italico per discutere di alcuni risultati sospetti del suo test antidoping. A diffondere la notizia sarebbe stato lo stesso Di Luca.
 
I valori ormonali del ciclista, sullo Zoncolan, sarebbero risultati più bassi del normale. E secondo il Coni, questo risultato potrebbe dipendere dal fatto che Di Luca si sia flebo prima del controllo antidoping.
 
Secca la risposta del ciclista: "La Procura ha presentato le relazioni dei suoi periti endocrinologi, ora noi presenteremo le nostre". 
 
Quella dello Zoncolan è stata definita da molti la salita più dura d’Europa: lunga 10,1 chilometri, con pendenza media dell’11,9 per cento e punte di addirittura il 22 per cento.

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