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Speleologo ferito in Baviera, raggiunto campo 2. Le immagini dal sottosuolo

Le difficili operazioni di recupero nella grotta Riesending-Schachthohle (Photo courtesy of Cnsas/www.soccorsospeleo.it)
Le difficili operazioni di recupero nella grotta Riesending-Schachthohle (Photo courtesy of Cnsas/www.soccorsospeleo.it)

UPDATED 17/06 – BERCHTESGADEN, Germania — Questa mattina alle 6:30 la barella con lo speleologo ferito e i soccorritori che stanno svolgendo le operazioni di recupero sono arrivati a campo 2, a 490 metri di profondità nella grotta Riesending-Schachthöhle. Al gruppo internazionale di tecnici specializzati, capitanati dal Cnsas italiano, si sono aggiunti anche le squadre croate che sono pronte all’imbocco della grotta ad intervenire in caso di emergenza.

Proseguono le operazioni di recupero dello speleologo rimato ferito nella grotta tedesca di Riesending-Schachthöhle. Secondo l’ultimo comunicato stampa emesso dal Cnsas, la barella con l’infortunato e i soccorritori sono partiti ieri da Campo 3, una delle cinque “stazioni intermedie” installate lungo il percorso di risalita per il trasporto in superficie del 52enne, dopo che i tecnici tedeschi, italiani, austriaci e svizzeri avevano terminato di attrezzare il tratto che porta a Campo 2.

Alle 2 di questa notte è stata fatta una sosta per stabilizzare il ferito e permettere ai sanitari di effettuare i monitoraggi di routine. Le condizioni del 52enne sono infatti tuttora considerate “critiche, ma stabili”. Alle 6:30 è stato finalmente raggiunto Campo 2, a 490 metri di profondità, dove è stata effettuata un’ulteriore sosta per il riposo e i controlli medici. Nel frattempo continua l’avvicendamento delle squadre di tecnici del team di soccorso internazionale, a cui ieri si sono aggiunti esperti della Croazia, i quali, al momento, sono fermi all’imbocco della grotta per intervenire in caso di emergenza.

Tutto è iniziato nella notte dell’8 giugno, quando 3 speleologi stavano esplorando la più profonda grotta di tutta la Germania, un complesso di grotte e cunicoli lungo oltre 19 chilometri che scende sotto terra fino a 1148 metri situato nelle Alpi Bavaresi, a poca distanza dal confine con l’Austria. A 980 metri di profondità il 52enne è stato colpito da una scarica di sassi, rimanendo ferito in maniera seria al torace e al capo.

La progressione delle operazioni di recupero nella grotta Riesending-Schachthohle aggiornata a questa mattina (Photo courtesy of Cnsas)
La progressione delle operazioni di recupero nella grotta Riesending-Schachthohle aggiornata a questa mattina (Photo courtesy of Cnsas)

Inizialmente è intervenuto il Bergwacht Bayern, il Soccorso Alpino Bavarese, ma, data la complessità del recupero, è stata attivata una cooperazione internazionale che ha visto l’intervento di tecnici specializzati provenienti anche da Austria, Svizzera ed Italia. Sono stati proprio un medico e un gruppo del Cnsas, con un medico austriaco che era rimasto bloccato a 700 metri di profondità, a raggiungere per primi il ferito nella serata di mercoledì 11, prestargli le prime cure e predisporlo per il trasporto in superficie.

Giovedì 12 il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas), in accordo con il Governo Federale Tedesco, ha assunto la direzione delle operazioni in grotta e nel tardo pomeriggio del giorno successivo ha iniziato, con i colleghi svizzeri, l’evacuazione della barella verso la superficie. Al momento non è possibile stabilire quanto tempo servirà per raggiungere l’uscita dalla grotta. Nella conferenza stampa di domenica Roberto Corti, Responsabile Nazionale del Soccorso Speleologico del Cnsas, ha dichiarato che “saranno comunque necessari diversi giorni per concludere l’intervento.”

In una nuova conferenza stampa svoltasi ieri i tecnico del Cnsas, Roberto Antonini, uscito dalla grotta per portare un dettagliato referto preparato dal medico che segue il ferito, ha aggiunto che “nonostante gli elevati standard raggiunti dalle scuole di soccorso speleologico del Cnsas, il recupero si è presentato fin dall’inizio di una difficoltà eccezionale che poteva essere gestita solo da una forte cooperazione dei migliori soccorsi speleologici d’Europa accorsi nei giorni successivi”.

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Un commento

  1. Lode a tutti i soccorritori, fanno un lavoro difficilissimo, molto rischioso e faticoso. Per il quale occorre prepararsi e restare allenati anni. Meritano il più grande rispetto che ci possa essere. Assieme ai medici.

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