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Catinaccio, l'atleta paralimpica Martina Caironi scala torre Stabeler

Le torri meridionali del Vajolet, al centro la Torre Stabeler (Photo courtesy of Wikimedia Commons)
Le torri meridionali del Vajolet, al centro la Torre Stabeler (Photo courtesy of Wikimedia Commons)

TIRES, Bolzano — Grande impresa sportiva sabato sul gruppo del Catinaccio per l’atleta paralimpica Martina Caironi: la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra è infatti riuscita ad arrivare in cima a Torre Stabeler, la più alta delle Torri Meridionali del Vajolet. Enorme soddisfazione per la 23enne che è riuscita ad arrampicare, nonostante le difficoltà della protesi alla gamba.

Martina Caironi è un’atleta bergamasca delle Fiamme Gialle. Nel 2007, a seguito di un incidente automobilistico, ha subito l’amputazione della gamba sinistra fino alla parte superiore del femore. Con l’utilizzo di una protesi, la 23enne è entrata nel mondo dell’Atletica Leggera Paralimpica ed è riuscita a conquistare la medaglia d’oro nei cento metri piani delle Olimpiadi di Londra, segnando anche il record del mondo.

Sabato scorso si è recata nel gruppo del Catinaccio per in un’impresa che desiderava affrontare da tempo: arrampicare sulla Torre Stabeler, che con i suoi 2805 metri è la più alta delle Torri Meridionali del Vajolet. L’atleta è partita in mattinata dal rifugio Vajolet e a piedi è arrivata fino al rifugio Re Alberto, posto a 2621 metri proprio alla base delle torri.

Secondo quanto riportano i giornali locali, la scalata è iniziata alle 9 lungo la via normale, quella stessa via aperta nel 1892 da Stabeler e Helversen, i primi a giungere sulla vetta della Torre. L’atleta ha salito i cinque tiri con l’aiuto di una guida. Una volta giunta sulla vetta e ammirato il panorama, è scesa in corda doppia.

“È stata un’esperienza bellissima – racconta Martina Caironi ai giornalisti – e che certo non pensavo di vivere fino a ieri. E’ stata dura perché la protesi non mi permetteva di piegare a sufficienza la gamba sinistra. Ho usato quindi l’arto artificiale come puntello sulla roccia e ho fatto forza sulle braccia. La mia guida è stata molto brava aiutandomi e incoraggiandomi così come i tre amici che mi hanno accompagnata”

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