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Tagli ai fondi dei parchi nazionali: il futuro di Yosemite e degli altri parchi americani

Yosemite NP entrance (Photo www.nationalparkcentralreservations.com)
Yosemite NP entrance (Photo www.nationalparkcentralreservations.com)

SACRAMENTO, California — Cestini preda degli orsi nelle aree campeggio e meno sorveglianza alle gigantesche sequoie secolari. Questi alcuni aspetti dello scenario prefigurato dall’amministrazione dello Yosemite National Park, mecca degli arrampicatori di tutto il mondo che visitano ogni anno le celebri Big Wall come quelle di El Capitan. Se il governo federale non troverà nuove soluzioni, sarà una primavera magra quella che attende non solo lo Yosemite ma tutti i Parchi Nazionali statunitensi, che si vedranno tagliare i budget del 5%. L’Associated Press ha ottenuto nei giorni scorsi dal National Park Service un elenco delle possibili conseguenze ai tagli alla spesa pubblica: una lista nera, potremmo dire, che in poche ore ha generato preoccupazione non solo nei cittadini americani.

Non è ancora una certezza, ma se non si troveranno alternative il governo statunitense taglierà il budget dei Parchi nazionali del 5 per cento a partire dalla prossima primavera. In prospettiva della spending review il direttore del National Park Service, John Jarvis, ha chiesto a gennaio ai direttori dei singoli parchi americani di redigere un nuovo piano di gestione tarato sulle ridotte disponibilità economica, evidenziando quindi possibili scenari futuri in tempi di crisi. “Ci stiamo preparando all’eventualità in cui si verifichino i tagli – ha detto un portavoce del National Park Service secondo quanto riportato della stampa statunitense -, sperando che non si verifichino veramente”.

Pesanti tagli ridurrebbero le risorse e di fatto, inevitabilmente, i servizi offerti ai turisti oltre che la tutela degli stessi ambienti protetti. Nello Yosemite National Park, il celebre parco che ospita le Big Wall della California, le amministrazioni temono che se si dovranno tagliare le spese per il personale, non sarà più possibile tenere puliti e svuotati di frequente i cestini dei campeggi, il che porterà gli orsi ad avvicinarsi maggiormente a queste aree di sosta. Inoltre una minore sorveglianza lascerà scoperta anche la cure delle gigantesche sequoie e delle loro radici.

Le grandi sequoie dello Yosemite national Park
Le grandi sequoie dello Yosemite national Park

Condizioni che potrebbero diventare particolarmente critiche in ciascuno dei 398 parchi nazionali americani, soprattutto nei prossimi mesi estivi, vale a dire quelli di picco per i flussi turistici. Si pensi per esempio che il parco di Yellostone da solo ospita circa 3 milioni di visitatori tra maggio e settembre: un numero pari a 10 volte quello registrato nei restanti mesi dell’anno.

E se i mesi invernali sono meno gettonati di quelli estivi, lo saranno ancora meno se le strada di montagna verranno chiuse più a lungo perché nessuno potrà preoccuparsi di tenerle percorribili nonostante la neve. Sarebbe questa un’altra delle allarmanti conseguenze dei tagli, prefigurata dai parchi di montagna come il Grand Canyon, il Bryce Canyon, il Glacier National Park in Montana, il Grand Teton National Park in Wyoming o lo Yosemite National Park, per quanto concerne le strade in alta quota (per esempio quella del Tioga Pass).

Secondo le stime riportate dalla stampa americana un turista internazionale su cinque visita i parchi nazionali, mentre i parchi costituirebbero un terzo delle mete preferite nella lista delle 25 destinazioni del turismo interno. Pertanto le conseguenze dei tagli significherebbero pesanti perdite in entrata anche in futuro.

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