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Ferrovie in alta quota: riparte la "Transiberiana d'Italia"

Il treno verso Pettorano (Photo S. Ardito)
Il treno verso Pettorano (Photo S. Ardito)

ISERNIA — La “Transiberiana d’Italia” riparte. Domenica 20 gennaio, un paesaggio imbiancato e solenne ha accolto il primo treno turistico sulla linea che unisce Isernia a Sulmona toccando Castel di Sangro, Roccaraso e Pescocostanzo. Circa 250 passeggeri hanno viaggiato dal Molise all’Abruzzo e ritorno.

E’ stata una giornata di festa, scandita da degustazioni di mozzarelle, vini, caciocavalli e salumi e dalle musiche popolari del gruppo Alberi Sonori di Larino, e accolta in alcune stazioni dai sindaci con tanto di fascia tricolore. Il viaggio, però, è stato anche un’occasione per chiedere la riapertura della linea al traffico regolare.

La ferrovia più alta dell’Appennino è una delle più spettacolari d’Italia. Non sale in alto come le celebri ferrovie delle Ande, che toccano il cielo a 4781 metri con la Lima-Huancayo, in Perù. Non può competere con la Golmud-Lhasa, l’attuale primatista del mondo, che collega la Cina con il Tibet attraverso un valico a 5200 metri sul mare.

In Europa, se si bada alla quota, perde nettamente il confronto con la cremagliera dello Jungfraujöch, in Svizzera, che si arrampica fino a 3454 metri. In territorio elvetico è anche la ferrovia a trazione normale più elevata del continente, la Tirano-Sankt Moritz, che al Passo del Bernina tocca i 2253 metri di altezza. Ma il vero confronto non è fatto solo di quote. Il rosso treno del Bernina, come il suo gemello che s’inerpica verso Zermatt, è inserito nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, e viene preso d’assalto tutto l’anno da turisti che arrivano da ogni parte del mondo.

Se si bada all’ingegneria ferroviaria, la linea Sulmona-Isernia, a cavallo tra l’Abruzzo e il Molise, regge il confronto con i tracciati più alti delle Alpi e delle Ande. Inaugurata nel 1897, misura 129 chilometri, e include 103 tra ponti e viadotti, e 54 gallerie. La più lunga, ai piedi del Monte Porrara, misura 2486 metri e permette ai treni di viaggiare anche quando la vicina strada è chiusa per il pericolo di valanghe. Sul tracciato sorgono 21 stazioni. Quella di Rivisondoli-Pescocostanzo, a 1268,82 metri sul mare, è la seconda d’Italia per quota dopo il Brennero.

Il percorso tocca due Parchi nazionali (Abruzzo, Lazio e Molise e Majella), le Riserve naturali del Monte di Mezzo e del Monte Genzana, i borghi di Pettorano sul Gizio, Pescocostanzo e Pescolanciano. A Isernia e ad Alfedena, due musei ricordano l’uomo preistorico e i Sanniti. Sulmona, la città di Ovidio, è uno dei più bei centri d’arte dell’Abruzzo.

La Sulmona-Isernia è un pezzo di una rete. A nord, il tracciato prosegue verso L’Aquila, Rieti, Terni e Orte, formando una dorsale di 293 chilometri che raggiunge il Terminillo e il Gran Sasso. A Castel di Sangro si innesta sulla linea la ferrovia Sangritana, che scende verso Lanciano e l’Adriatico.

Ma se gli svizzeri, con i loro treni di montagna, fanno soldi a palate, i bilanci delle ferrovie d’alta quota nostrane sono da decenni in rosso. I treni Pescara-Sulmona-Isernia-Napoli sono stati cancellati nel 2010. E l’ultimo convoglio abruzzese, da Sulmona a Castel di Sangro, ha viaggiato l’11 dicembre 2011.

Due associazioni locali, però, sono riuscite a non far morire la linea. “Siamo nati nel 2004, per occuparci di modellismo e di recupero di cimeli dalle stazioni abbandonate” spiega Sergio De Spirito, segretario di Le Rotaie Molise.

“Sono tornato in Molise quando la linea stava per chiudere, mi sono dato da fare per salvarla” racconta Francesco Tufano, dirigente delle ferrovie che ha lavorato a Milano, è tornato a Isernia da pensionato e oggi è presidente di Transita onlus.

Il successo è stato immediato. Il 4 marzo 2012, il primo treno turistico organizzato dalle due associazioni ha portato da Isernia a Sulmona e ritorno 900 appassionati. Nei mesi successivi, altri quattro convogli hanno registrato il tutto esaurito.

Quest’anno le corse turistiche saranno una al mese, più i treni per le scuole diretti alla Riserva Naturale di Monte di Mezzo e probabilmente i “treni del mare” per Termoli. Ai promotori si è aggiunto il tour operator Molise Discovery, della molisana Antonella
Zullo e dell’israeliano Barak Lev. Nella stazione di Isernia sta nascendo un piccolo museo ferroviario.

“Affiancando i treni turistici a quelli di linea, la Isernia-Sulmona avrebbe il bilancio in pareggio” prosegue Francesco Tufano. “Riuscirà la politica a capire che questa linea ferroviaria è una straordinaria risorsa del territorio?”.

I treni turistici della linea Isernia-Sulmona viaggiano la terza domenica del mese, la prossima corsa è il 17 febbraio. Partenza da Isernia alle 10, ritorno alle 17.30. Il biglietto,  incluse le degustazioni, costa 35 euro per gli adulti e 20 per i bambini fino a 12 anni. Prenotazioni presso Transita onlus (327.5843233, prenotazioni@transita.org) e Molise Discovery (info@molisediscovery.it, 331.9878587).

 

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Un commento

  1. lodevole iniziativa e un plauso ai promotori da parte di un ferroviere in pensione di origine campana,con l’augurio che chi dovere prenda a cuore il caso per il bene delle località toccate dalla linea.

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