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Simone Moro: successo al GI, finalmente ritrovata la tradizione polacca

Simone (Photo Matteo Zanga courtesy simonemoro.gazzetta.it)
Simone (Photo Matteo Zanga courtesy simonemoro.gazzetta.it)

BERGAMO — “Finalmente viene riconfermata la tradizione polacca. Sono contento perchè le invernali le hanno inventate loro e soprattutto perchè questo risultato fa tanto bene alle nuove generazioni”. Simone Moro, autore un anno fa della prima salita invernale su un ottomila del Karakorum, saluta così la storica impresa compiuta questa mattina del 9 marzo 2012 da Adam Bielecki e Janusz Golab.

“Dal 2005 quando sono andato in cima allo Shisha Pangma con Piotr Morawski – racconta Moro -, i polacchi non erano più riusciti ad andare in cima ad un ottomila d’inverno. Sono contento che dopo 7 anni riprenda giustamente la loro tradizione e spero che questo riporti motivazione alle giovani generazioni. Quelli che sono andati in cima, infatti, erano i giovani che Hajzer aveva scelto per rilanciare la tradizione polacca delle invernali”.

fino a qualche settimana fa, si trovava in Karakorum con Denis Urubko per tentare la prima invernale del Nanga Parbat e ha seguito da vicino l’evolversi della spedizione degli amici polacchi, impegnati sul GI.

“Molto bella la frase di Hajzer – dice ancora Moro – sul fatto che se anche Goeschl e compagni dovessero raggiungere la cima, il successo sarebbe condiviso con loro. Spero vivamente che ce la facciano anche loro, perchè tornare indietro dalla via che stanno percorrendo sarebbe un bel problema, dovrebbero fare un pezzo in salita”.

Ricordiamo che i polacchi sono arrivati in vetta al GI percorrendo la via normale. Goeschl e compagni, invece, hanno aperto una via nuova sul versante sud della montagna e stanno salendo verso la cima da un altro percorso.

“Goeschl e compagni hanno aperto una variante d’attacco – spiega Simone Moro – che sale su un bel bastione di roccia e ghiaccio sopra il campo base del GI. La via nuova va da circa 5100 metri a 6400 metri: poi dalla cima del bastione si scende di un centinaio di metri di dislivello e si raggiunge la cresta che sale in cima da sud ed era già stata percorsa in passato. La loro intenzione poi è di scendere dalla cresta opposta, ossia dalla via normale che hanno usato i polacchi per andare in vetta stamattina”.

Di seguito un riepilogo delle prime invernali sugli ottomila: uno schema al quale stamattina i polacchi hanno aggiunto un importante tassello, proseguendo sulla via aperta da Simone Moro Denis Urubko e Cory Richards lo scorso anno. Moro e compagni il febbraio scorso avevano infatti siglato sul GII la prima invernale su un ottomila del Karakorum, i polacchi oggi hanno compiuto la seconda. Restano ora incompiute 3 invernali sui 14 ottomila della Terra, tutte nel gruppo del Karakorum: il K2, il Nanga Parbat e il Broad Peak.

 

Everest 8848m 17 febbraio 1980 Krzysztof Wielicki (Polonia) e Leszek Cichy (Polonia)
K2 8611m
Kanchenjunga 8586m 11 gennaio 1986 Jerzy Kukuczka (Polonia) e Krzysztof Wielicki (Polonia)
Lhotse 8516m 31 dicembre 1988 Krzysztof Wielicki (Polonia)
Makalu 8463m 9 febbraio 2009 Simone Moro (Italia) e Denis Urubko (Kazakistan)
Cho Oyu 8201m 12 febbraio 1985 Maciej Berbeka (Polonia) e Maciej Pawlikowski (Polonia)
Dhaulagiri 8167m 21 gennaio 1985 Jerzy Kukuczka (Polonia) e Andrzej Czok (Polonia)
Manaslu 8163m 14 gennaio 1984 Maciej Berbeka (Polonia) e Ryszard Gajewski (Polonia)
Nanga Parbat 8125m
Annapurna 8091m 3 febbraio 1987 Jerzy Kukuczka (Polonia) e Artur Hajzer (Polonia)
Gasherbrum I 8068m 9 marzo 2012 Adam Bielecki e Janusz Golab (Polonia)
Broad Peak 8047m
Gasherbrum II 8035m 2 febbraio 2011 Simone Moro (Italia) Denis Urubko (Kazakhstan) e Cory Richards (Usa)
Shishapangma 8027m 14 gennaio 2005 Piotr Morawski (Polonia) e Simone Moro (Italia)

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