Medicina e benessere

Sopravvive 4 ore sotto valanga: caso clinico sconvolge studi e regole di soccorso

Ricerca travolto in valanga (Photo courtesy ilgiornaledellaprotezionecivile.it)
Ricerca travolto in valanga (Photo courtesy ilgiornaledellaprotezionecivile.it)

BOLZANO — E’ sopravvissuto 4 ore e 13 minuti sotto una valanga, ed è morto in fase di disseppellimento: lo dimostra il suo cardiofrequenzimetro, analizzato dagli esperti dell’Eurac di Bolzano dopo l’incidente. La sconvolgente vicenda di un alpinista morto lo scorso anno in Alto Adige è diventato un caso di interesse internazionale, capace di ribaltare le regole di soccorso e gli studi sulla sopravvivenza delle vittime di incidenti da valanga.

Le statistiche dimostrano che la sopravvivenza media di un travolto da valanga, completamente seppellito dalla neve, è di circa 18 minuti. Ma non si può dare per scontato che, anche dopo ore dal seppellimento e anche se si trova in arresto cardiaco, il travolto sia spacciato. Lo dimostra questo caso, protagonista nelle cronache due anni fa e finito di recente sulle pagine della rivista internazionale di medicina cardiovascolare “Circulation”.

L’alpinista, travolto da una valanga, era stato ritrovato dopo circa 4 ore dall’incidente e trasportato immediatamente in ospedale, dove però era stato dichiarato morto. I medici che lo avevano in cura hanno notato che indossava il cardiofrequenzimetro e lo hanno mandato ad analizzare all’Istituto di Medicina d’Emergenza in Montagna dell’Eurac di Bolzano.

Qui si è scoperto che in realtà l’uomo era sopravvissuto sotto la neve per ben 4 ore e 13 minuti, morendo probabilmente durante il disseppellimento. Secondo le ricostruzioni, il paziente era in arresto cardiaco, ma aveva le vie aree libere e una piccola bolla d’aria davanti a naso e bocca.

“Siamo rimasti senza parole quando abbiamo visto per la prima volta la linea che indicava la frequenza cardiaca della vittima dall’inizio dell’escursione fino al disseppellimento dalla valanga – hanno detto Brugger, direttore dell’Istituto e Giacomo Strapazzon, il suo vice -. Quando un paziente rimane oltre 18 miinuti sepolto sotto la neve, le sue probabilità di sopravvivenza si riducono drasticamente; dopo due ore la probabilità che il paziente possa sopravvivere si aggira intorno al 5 per cento. Ma in questo caso il grafico riportava un’attività cardiaca durante tutta la fase di seppellimento (4 ore e 13 minuti) nonostante l’ipotermia. Il suo cuore si è “fermato” solo nel momento del disseppellimento”

“Da questo caso non è possibile capire né se l’attività del cuore sia stata efficace così a lungo, né cosa abbia causato l’arresto in fase di disseppellimento ? continuano i due medici ? ma nonostante gli interrogativi irrisolti, fa emergere una lezione fondamentale da cui non è possibile prescindere nel trattamento degli incidenti di questo tipo: come suggerito dalle linee guida internazionali dell’Ilcor, pubblicate poco dopo questo incidente, una vittima di seppellimento da valanga in arresto cardiaco ma con le vie aeree libere e una cavità respiratoria dovrebbe essere sempre rianimata e riscaldata. Il suo cuore potrebbe essersi fermato da poco e quindi la rianimazione e il riscaldamento in una clinica specializzata potrebbero farlo ripartire”.

Il trattamento dei pazienti travolti da valanga è un campo di studi molto dibattuto e in costante aggiornamento. Le linee guida della Società internazionale di rianimazione (Ilcor – International Liaison Committee on Resuscitation) sono contenute in un manuale di circa 230 pagine considerato la “Bibbia dei soccorritori” sulle modalità di intervento e comportamento in caso di incidenti. Vengono aggiornate ogni 5 anni e l’ultima edizione, del 2011, contiene un capitolo sull’iportermia totalmente rinnovato, riscritto proprio da Brugger insieme al collega Peter Paal.

 

 

 

Info: http://www.eurac.edu/it/eurac/welcome/default.html, http://www.ilcor.org

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Un commento

  1. Corso di autosoccorso in valanga:
    “nessun ipotermico è morto, finchè non viene riscaldato ed è morto”.

    Per questo motivo tutti i travolti devono essere ospedalizzati e mai dichiarati morti sul campo.
    Le regole di soccorso non cambiano certo perchè uno ha sopravvisuto la valanga per 4 ore.
    Semmai bisogna interrogarsi sul perchè non sia stato trovato e dissepolto ORE prima …

    In ogni caso i 18 minuti NON SONO AFFATTO LA MEDIA. Sono il punto di inflessione della curva di probabilità di sopravvivenza, quello in cui si inizia a morire in gran numero per asfissia. L’ipotermia subentra solo successivamente dopo circa un’altra mezz’ora.

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