Medicina e benessere

Sonno e montagna, tutto quello che c’è da sapere per dormire sonni tranquilli anche in quota

Oggi è la giornata mondiale del sonno, ricorrenza istituita nel 2008 per celebrare i benefici di un sonno buono e salutare e di richiamare l’attenzione della società sulle problematiche legate ai disturbi del sonno e alle relative cure. In montagna non sempre è facile dormire bene, anzi. Le notti in rifugio sono costellate di risvegli e russate. I meno fortunati non chiudono proprio occhio. Come mai non riusciamo a dormire? Come possiamo risolvere il problema? Dormire in quota ha dei vantaggi? Ne abbiamo parlato con il dottor Luigi Festi, medico chirurgo specializzato nella medicina in ambiente montano, autore del volume Mountain Emergency Medicine dedicato alla medicina di Montagna.

Dottor Festi, cosa succede al nostro sonno con la quota?

“Succede che subiamo problemi a causa dell’ipossia. Questa è tollerabile fino a una certa percentuale, possiamo dire che fino a una saturazione dell’85-86% non ha complicazioni sul soggetto sveglio impegnato in attività. Quando si riposa succede che l’ipossia viene accentuata e questa può disturbare il sonno.”

In che modo?

“Quando ci si trova in alta quota, sopra ai 3000 metri, è più facile presentare disturbi legati all’ipossia in modo evidente. Accade per esempio che il sonno venga interrotto da continui risvegli perché l’organismo ha bisogno di respirare. Per gli uomini è normale russare a causa dell’epiglottide maggiormente pronunciata che, in posizione sdraiata, porta a un ulteriore abbassamento della saturazione.”

Come ovviare a questi problemi?

“Bisogna combattere l’ipossia, come farlo? Con un aumento degli atti respiratori. In questo caso l’acetazolamide può essere un farmaco efficace nella prevenzione dei disturbi del sonno.”

Cosa invece non bisogna assolutamente fare?

“Una bufala, che gira nel mondo dell’alpinismo, difficile da eradicare riguarda l’assunzione di benzodiazepine (Valium) quando non si riesce a dormire. Quello che si ottiene è un effetto paradosso, perché queste sostanze vanno a deprimere ulteriormente il centro del respiro aggravando la situazione di ipossia.”

Questa condizione può diventare pericolosa per la salute?

“Sicuramente accentua la sintomatologia della malattia d’alta quota e può avere le sue conseguenze, senza però sfociare nell’edema e in gravi condizioni.”

In generale fa bene trascorre più giorni in quota, anche dormendovi?

“Certamente. Permanenze brevi stimolano maggiormente il centro del respiro introducendo più aria e più ossigeno. Nelle persone asmatiche, o con difficoltà respiratoria, questa piccola differenza si nota a circa 2000 metri. Per loro può essere davvero efficace una permanenza perché stimola gli atti respiratori e quindi la percentuale di ossigeno.”

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