Pareti

Sasso Cavallo: i Ragni siglano la prima libera della "Via del Det"

Sasso Cavallo (Photo Riky Felderer courtesy of ragnilecco.com)
Sasso Cavallo (Photo Riky Felderer courtesy of ragnilecco.com)

LECCO — Il Sasso Cavallo fa parte del Gruppo delle Grigne ed è senz’altro unadelle Pareti più imponenti e rappresentative dell’alpinismo italiano. Luca Passini e Matteo Piccardi, del Gruppo Ragni, hanno messo il sigillo ad una grande storia nata quasi 40 anni fa su queste ripide placche: sono riusciti a salire la Via del “Det” senza mai appendersi ai chiodi, arrampicando con mentalità moderna una via dal sapore antico.

Nel corso degli anni diversi arrampicatori hanno cercato la propria strada attraverso queste pareti ed hanno lasciato una serie di linee che pur passando il tempo continuano ad essere attuali e a stimolare le nuove generazioni. La “via del Det” è senz’altro una di queste. Il Det, al secolo Giuseppe Alippi, classe 1934, è uno dei pilastri dell’alpinismo lecchese, con le sue vie e le sue ripetizioni storiche sulle pareti dietro casa come in Himalaya, Patagonia, Monte Bianco, Dolomiti, Eiger e Alpi Centrali.

La sua via al Sasso Cavallo – 500 metri di sviluppo con difficoltà VI/A3 ma che in libera arrivano fino al IX+/X- – è ancor oggi una sfida che affascina i migliori alpinisti. “Poter salire in completa arrampicata libera questa linea mitica – dicono Passini e Piccardi – è una sfida, un avventura, un omaggio al genio e alle capacità di un alpinista di razza pura”.

I due Ragni hanno messo a segno la libera della via il 12 ottobre, con 11 ore di scalata a comando alternato. “L’emozione è stata immensa nello scoprire i movimenti – dicono -, indovinare i passaggi e creare un unico teorema di appigli e appoggi, dall’inizio alla fine – dicono i due Ragni, che prima di realizzare la libera hanno studiato e pulito la via con grande precisione -. Abbiamo assaporato lentamente il nostro sogno, entrando nelle viscere del Sasso Cavallo e seguendone le rughe più nascoste ci siamo montati sopra come in un gioco senza fine”.

Info e foto: www.ragnilecco.com

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