AlpinismoAlta quota

Simone Moro a Lukla con la squadra del soccorso himalayano

Simone Moro PilotaLUKLA, Nepal — Sembrava che dopo la spedizione al GII, dove ha siglato la prima salita invernale con Denis Urubko e Cory Richards, volesse rimanere per alcuni mesi in Italia. Invece, Simone Moro, dopo una periodo di allenamenti e arrampicata a Kalymnos è di nuovo in Himalaya, impegnato nel soccorso d’alta quota con la squadra dell’Himalayan air rescue team – nata dalla partnership tra Fishtail Air ed Air Zermatt -, che dall’anno scorso svolgono un prezioso ruolo di assistenza alle spedizioni alpinistiche impegnate su queste montagne.

“Stamattina ho fatto un volo si soccorso al campo base del Makalu – ci ha raccontato ieri Moro da Lukla – nonostante il tempo non fosse proprio il massimo. Abbiamo evacuato 2 coreani da 5000 metri. Questa primavera fa un pò schifo rispetto al solito. Sembra già monsone”.

Moro si trova laggiù come pilota ufficiale degli elicotteri di soccorso himalayano. Un ruolo per cui sta lavorando da qualche anno e per cui ha dovuto sbrigare montagne di pratiche burocratiche ed esami teorico-pratici, ma che ormai svolge in veste ufficiale. Ma come si svolgono questi soccorsi? Moro ci ha raccontato nei dettagli quello di ieri mattina.

“Per arrivare al Makalu ho pilotato un Eurocopter AS350 B3 plus, matricola 9N-AJI, insieme a Sherkan Ashish – dice l’alpinista bergamasco -. Abbiamo volato al Campo base del Makalu attraverso la valle del Baruntse e siamo atterrati a 5000 metri. Abbiamo preso 2 coreani che si sono sentiti male durante la salita, insieme ai loro zaini, e siamo decollati e tornati a Lukla ma attraverso una stretta valle parallela a quella dell’Arun, volando molto bassi rasente alla vegetazione e lungo il torrente perchè c’erano nuvole basse e nebbie e poi pioggia ed il fiume era l’unico riferimento. Diciamo un volo “interessante” e da fare con antenne dritte”.

Un soccorso che all’apparenza ha le stesse modalità di quello alpino. Ma che comporta gli elevati rischi e difficoltà del volo in alta quota, con aria rarefatta, e le incognite del meteo himalayano. “Sto lavorando indirettamente anche con gli svizzeri dell’Air Zermatt che da anni seguono la Fishtail (società per cui volo) e sto imparando molto” dice Moro.

Una parte importante dei soccorsi è svolta ovviamente nella zona dell’Everest, la più frequentata in assoluto da alpinisti e trekkinisti.

“All’Everest c’è un po’ di schizofrenia in merito agli elicotteri – racconta Moro -. C’è chi si sente disturbato dal rumore e dai voli effettuati anche in alta quota (comunque rari ed estemporanei), ma poi si attacca al telefono per implorare l’intervento di soccorso quando sono nelle grane. Certe volte gli alpinisti sono proprio “strani”. La Televisione svizzera sta facendo un film sull’utilizzo dell’elicottero in Himalaya, sui soccorsi, sul training dei piloti locali con Air Zermatt (per divenire bravi e sicuri a volare in altissima quota bisogna “allenarsi ed impratichirsi” ed i piloti devono anche farlo). Ma alcune spedizioni si sono lamentate per 1 volo di due elicotteri che hanno dovuto riprendere le immagini durante un soccorso vero”.

“Il risultato è che oggi non hanno autorizzato il volo finale delle riprese – conclude Moro – che sarebbe stato molto in alto e senza disturbare nessuno. Sono atteggiamenti un po’ “fondamentalisti” che rischiano solo di cancellare la fortuna di poter avere soccorsi anche in alta quota. Le società di elicotteri non possono sopravvivere solo con i soccorsi e inibire tutti gli altri voli è un suicidio. Ma credo che siamo al momento sufficientemente lontani da questa ipotesi grazie a tanti altri alpinisti che usano la ragione ed il cervello anziché sparare a zero senza ragionare “.

 

A SINISTRA Cap Siddharta, Cap. Gerold Biner (CH), Cap Simone Moro, tecnico soccorso Bruno Jelk(CH), Cap. Ashisha
A SINISTRA Cap Siddharta, Cap. Gerold Biner (CH), Cap Simone Moro, tecnico soccorso Bruno Jelk(CH), Cap. Ashisha

Da sinistra Meccanico Anil, Cap. Ashisha, Cap Gerol Biner (CH), Cap Simone Moro, Cap Siddharta, tecnico soccorso Bruno Jelk (CH)
Da sinistra Meccanico Anil, Cap. Ashisha, Cap Gerol Biner (CH), Cap Simone Moro, Cap Siddharta, tecnico soccorso Bruno Jelk (CH)

 

 

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