Alpinismo

Palma: il premio rispecchia l’alpinismo

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LECCO — "Il Grignetta d’oro è, prima di tutto, uno specchio dell’evoluzione dell’alpinismo nel bienno precedente. E, innegabilmente, l’alpinismo su roccia ha ritrovato in questi ultimi tre anni stimoli, protagonisti, e imprese, dopo anni di oblio proprio a causa dell’eccessiva importanza data a salite d’alta quota che non erano certo meritevoli". Ecco l’opinione di Fabio Palma, Ragno di Lecco e uno degli organizzatori della manifestazione, sulle critiche mosse da Simone Moro alla Grignetta d’Oro.

"Simone è arrivato un pò tardi, facendo peraltro salti mortali per esserci – prosegue Palma -. Ha visto poche sezioni, quindi alcuni suoi commenti peccano di questo, e non mi trovano sempre d’accordo. Per esempio Mario Merelli è arrivato proprio fuori orario e lui sa quanto ci tenessimo che presentasse, gli abbiamo anche organizzato una serata apposta a Novembre a Lecco.
 
Altre osservazioni di Simone sono interessanti e forse giuste. Certamente il Grignetta è per specialisti, anche se io e Pedeferri riflettevamo che a Belluno per noi due c’erano 700 persone e un premio del genere, con filmati e diapositive e personaggi che sono la crema dell’alpinismo italiano, dovrebbe avere un riscontro popolare enorme.
 
I più attenti avranno notato che in questo periodo c’è stata un rifiorire di vie d’alto livello, anche in ambiente selvaggio, con l’arrampicata libera ri-portata in primo piano. Penso che la giuria del grignetta abbia riflettuto su questo.
 
Certo, Elio Orlandi era stato nominato al Piolet d’oro, UnterKircher è un esploratore e un polivalente, Simone Moro ha compiuto un’invernale su un 8000, Salvaterra ha fatto quello che ha fatto e magari io avrei anche premiato uno dei giovani presenti, visto che c’erano curriculum che veterani possono vantare in 15 anni di attività.
 
Propongo però un paradosso: se tra vincitori e menzionati ci fossero stati questi nomi con in più anche Nives Meroi, che commento avremmo fatto? Credo che il Grignetta sia davvero un patrimonio, che come organizzatori si terranno in grande conto le osservazioni di Simone, e nella prossima edizione, con altri vincitori, ci saranno altre considerazioni perchè, al di là di tutto, c’è il fatto che l’alpinismo è vivissimo e ci sono moltissime strade da percorrere.
 
Per il prossimo numero di Stile Alpino, la rivista dei Ragni di Lecco, non sappiamo più dove inserire gli articoli, tanti ne abbiamo, e forse dieci anni fa tutta questa ricchezza non c’era".
 
 
 
 
 

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