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L’anello del Sassolungo, con vista sulle montagne più belle delle Dolomiti

Escursione lunga ma non troppo impegnativa in una delle zone più spettacolari della Val Gardena. Numerosi anche i rifugi dove sostare lungo il percorso

“Non esistono montagne che stiano pari al Sassolungo per maestosità e splendore”. Così Luis Trenker descrive la montagna simbolo della Val Gardena, da qui visibile in tre distinte cime: il Sassolungo propriamente detto, la Punta delle Cinque Dita e la Punta Grohmann dal nome del grande alpinista viennese. Da un punto di vista escursionistico si può anche definire “Il Signore degli Anelli”, viste le numerose possibilità di escursioni a periplo che si possono intraprendere alle sue falde: due dei più classici itinerari consentono la “circumnavigazione” della singola cima del Sassolungo o di quella dell’attiguo Sassopiatto, entrambi passando per il rifugio Demetz, abbarbicato alla forcella Sassolungo. In questo caso, però, scegliamo di compiere l’anello completo di tutto il gruppo del Sassolungo, con la sua cima, la Punta Grohmann, il Cinque Dita e il Sassopiatto. Sono molte le possibili varianti e gli attacchi da dove iniziare l’itinerario.

Scegliamo di partire dal Resort Passo Sella, la zona più frequentata dell’anello, e di dirigersi verso la “Città dei Sassi” e successivamente al rifugio Emilio Comici, in modo da lasciarsi alle spalle sin da subito questo tratto, fortemente antropizzato, con la presenza di numerosi impianti di risalita, anche per le biciclette. Superato questo punto, però, le ampie tracce per le biciclette elettriche, lasciano spazio a sentieri che si snodano ai piedi delle ripide pareti del Sassolungo, tra cespugli di rododendri, ghiaioni, residui nevai e cascatelle. Il tratto dal rifugio Comici sino al bivio per il col Ciaulonch, si svolge proprio a ridosso delle ripide pareti rocciose della cima del Sassolungo e può richiedere attenzione, in caso di neve residua. Per il resto l’escursione non presenta difficoltà se non la lunghezza e lo sviluppo di circa 18 km.

L’itinerario

Partenza: Selva di Val Gardena (BZ), loc. Passo Sella
Dislivello: + 825 m
Tempo di percorrenza: 6 ore
Difficoltà: E

Dal Resort Passo Sella, cartelli indicano la direzione per il rifugio Comici (n 526; 528. Si cammina lungo l’ampia sterrata (occhio alle bici ebbre di velocità) proprio ai piedi del Sassolungo, nella zona detta “Città dei Sassi”, per la presenza di numerosi macigni anche di grandi dimensioni, impreziositi da alberi e arbusti abbarbicati alle rocce. Un breve tratto di salita conduce ad un punto ancora più panoramico, dove appare anche la poco più lontana Marmolada, affiancata al vicino massiccio del Sella, dove spiccano le Torri del Sella. Si supera la stazione di arrivo di una seggiovia, per proseguire in leggera discesa verso la Val Gardena, sempre alle falde del Sassolungo. Si alternano semplici tratti di falsopiano e brevi saliscendi e, attraversando un bel bosco, con caratteristici cembri dove l’incontro con le nocciolaie è molto frequente, si arriva al rifugio Emilio Comici, un tempo caratteristico cubicolo bianco, oggi moderno rifugio con musica e menù gourmet. Bellissima la vista sulla muraglia del Sella, proprio di fronte. Si ignorano alcune deviazioni, per proseguire dritto sino ad un crocevia dove si scende leggermente, su ampia sterrata, per prendere il sentierino alto, sulla sinistra (si seguono i cartelli per il rifugio Vicenza; n 526; 528). Si cammina ora su uno stretto sentiero, prima tra la rada vegetazione, poi in campo aperto, sempre all’ombra del Sassolungo. Si cammina con parecchi saliscendi sino a un bivio. Si lascia sulla destra il sentiero che conduce al col Ciaulonch e al Mont Seura, verso Santa Cristina, e si continua decisamente a sinistra, iniziando a contornare il Sassolungo.

Appaiono in tutto il loro verde smeraldo, gli ondulati prati dell’Alpe di Siusi, con il gruppo dello Sciliar sullo sfondo. Dopo una breve discesa si continua alternando tratti alberati e punti più aperti sino ad un bivio, dove cartelli indicano la ripida salita per il rifugio Vicenza (2253 m; n. 526), al centro di uno spettacolare anfiteatro roccioso. Si scende lungo il tragitto di andata sino ad un bivio dove si seguono (n. 527) i cartelli sulla sinistra, prima in leggera discesa e poi in falsopiano. Si costeggiano le ripide pareti rocciose del Sasso Piatto, con bella vista sulla distesa verde dell’Alpe di Siusi. Si attraversa un bel bosco per poi salire al Piz da Uridl (2109 m), modesto picco erboso che si raggiunge con alcuni tornanti e gradini in legno. Alle nostre spalle si ammira il gruppo del Sassolungo, con la vetta che spunta dietro il Sassopiatto. Poco più lontano è ben visibile il Catinaccio che indica la via. Si continua, infatti, verso sinistra, sempre costeggiando i contrafforti rocciosi del Sasso Piatto. Si continua con alcuni saliscendi mai faticosi (n. 527), sino ad un’ultima breve salita, che raggiunge il Rifugio Sasso Piatto (2300 m), in posizione panoramica anche sulla Marmolada e sul Sella.

Si scende ora per pochi metri lungo la rotabile sterrata per poi deviare, sulla sinistra, per il sentierino (n. 557) che taglia il pendio a mezzacosta. Si arriva rapidamente (n. 557), al sentiero che, con numerosi saliscendi, conduce prima al Rifugio Pertini (2300 m), balcone panoramico sulla Marmolada, e, successivamente e sempre su terreno erboso e in falsopiano, al Rifugio Federico Augusto (2293 m), dove spicca una statua in legno di Francesco Giuseppe, imperatore del Regno Austro Ungarico. Ancora pochi metri e si devia a sinistra, scendendo lungo la rotabile sterrata in direzione del Passo Sella (cartelli) che si raggiunge in una trentina di minuti.

La scultura del legno

La scultura del legno è una delle attività più caratteristiche della Val Gardena. Iniziò probabilmente a metà del Seicento a Pescosta, piccola frazione di Ortisei. Il legno migliore per la lavorazione è il Pino Cembro, anche se si trovano opere di vario genere e fattura. La scultura e la lavorazione dei manufatti nascono come passatempo nei lunghi inverni, durante i quali la valle rimaneva a lungo isolata. I gardenesi esportavano poi, durante l’estate, giocattoli e statue in legno in tutta l’Europa, raggiungendo, a volte, i luoghi di vendita di persona. Nel 1872 venne fondata la Scuola d’Arte di Ortisei che continua a istruire giovani provenienti da tutte le Dolomiti e, in periodo estivo, anche i turisti che vogliano frequentare alcuni brevi corsi. Sculture storiche dei gardenesi si possono vedere nella “Cesa di Ladins” a Ortisei. Opere attuali sono visibile, invece, nella mostra permanente nel Palazzo dei Congressi di Ortisei. Oggi, accanto ad artisti famosi e quotati, si trovano anche vere e proprie attività che producono statue e sculture in serie, grazie a particolari stampi.

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