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Parco del Monte Barro

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Circondato dai laghi, ai piedi delle Grigne, di fronte a Lecco si trova il parco del Monte Barro, che prende il nome dalla vetta piu alta compresa nel suo territorio. L’altura è un balcone panoramico che offre una veduta impareggiabile sul Lario, la Valtellina, le Orobie e le Alpi svizzere, dominando sull’alta pianura brianzola.

Il parco gode di questo panorama sconfinato grazie al fatto che il monte, di origine calcareo-dolomitica, domina il territorio circostante senza essere collegato agli altri monti circostanti.

L’area protetta è compresa tra i laghi di Como, Garlate, Annone e della Sella di Galbiate, per un totale di 665 ettari. L’altitudine del territorio va dai 200 ai 922 metri.

Fondato nel 1983, il parco è gestito dal Consorzio dei comuni toccati dalla riserva, tra i quali Lecco, Garlate e Oggiono. E’ stato riconosciuto dalla comunità europea come Sito di Importanza Comunitaria, ossia una delle aree europee ritenute di maggior importanza per la conservazione della natura.

Dal punto di vista floristico, il parco è primo in Lombardia per la ricchezza floreale: comprendendo oltra 1000 specie di piante. Tra queste, particolare importanza è data alla primula lombarda, simbolo della regione. Si trovano anche la peonia selvatica, il giglio rosso e alcune specie di orchidee.

La sopravvivenza di alcune specie tipiche delle praterie lombarde (come le vegetazioni endemiche fanno parte della famiglia dei Caricion austroalpinae, piccoli fiorellini rosa simi al delle primule e molto delicati) dipende dalle pratiche agricole tradizionali. Ma dal 1960 i campi sono stati abbandonati all’avanzamento del bosco: per questo dal 1998 la gestione ha previsto alcuni interventi per la loro mautenzione, come il pascolo di asini e il taglio dell’erba, di alberi e arbusti.
 
All’interno del parco si trova anche la Riserva Naturale del Roccolo: è un grande complesso degli inizi del novecento, una volta adibito alla cattura degli uccelli. Dal 1989 è diventato sede di attività scientifiche e diattiche per lo studio ornitologico. Nella zona, infatti, si contano fino a 86 specie di uccelli rari, come lo succiacapre, il nibbio bruno e l’assiolo. Tra i rapaci troviamo il falco pellegrino, il nibbio e la poiana.

Anche alcuni animali sono legate alla sopravvivenza delle praterie: nel parco del Barro esistono centinaia di specie di invertebrati (soprattutto ragni e insetti, ma anche meravigliose farfalle), alcuni dei quali sono appena arrivati in Italia.
Importante è anche la vita ospitata nelle acque sotterranee: il suolo carsico fa di questo territorio un ottimo habitat per alcune specie di invertebrati e molluschi, tra cui il gambero di fiume. Per facilitare la vita degli anfbi, tra cui la salamandra pezzata, sono stati allestiti stagni artificiali e laghetti.

Disseminati nel territorio si trovano alcuni luoghi di grande interesse scientifico e storico. Nella località Eramo sorge una chiesa tardo gotica, immersa in un secolare faggeto: in questo ambiente è stato istituito il Centri per l’Educazione Ambientale, dove si trovano un laboratorio, un antiquarium con reperti archeologici e una foresteria.

 
Importanti sono i percorsi didattici, studiati per avvicinare i bambini all’osservazione del mondo naturale: si organizzano gite per sentieri e boschi che prevedono la partecipazione attiva ai laboratori, insegnando ai ragazzi a analizzare i materiali raccolti al microscopio o a riconoscere i più piccoli animali del bosco.

Il territorio del parco è anche adatto per svolgere sport naturalistici, come l’arrampicata, nei sentieri che partono da Sala al Barro sul Selvetto Marè o da Galbiate sul "Muro Giallo". Per le mountainbike sono più agevoli i sentieri  nell’area del massiccio montuoso del San Genesio.

 

 

Candida Cereda

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