Alexandr Moroz e Mark Ablovacky ripetono la via Diretta Americana sulla Ovest dell’Ama Dablam
I due alpinisti ucraini volevano scalare questa montagna evitando le folle della via normale, e hanno realizzato una delle poche ripetizioni della via più logica della parete Ovest
Durante la stagione autunnale in Nepal non è semplice trovarsi da soli sull’Ama Dablam. Finora, il Ministero del Turismo nepalese ha accordato 158 permessi, e tutti gli alpinisti hanno usato la via normale, allestita con corde fisse per tutta la sua lunghezza. Ma vicino alla cresta Sud-Ovest, la musica cambia completamente: Alexandr Moroz e Mark Ablovacky hanno salito realizzato una delle poche ripetizioni della via Diretta Americana all’Ama Dablam, aperta nel 1990. L’ultima era stata dei cechi Zdenek Hak e Jakub Kacha, nel 2021.
I due alpinisti ucraini si sono acclimatati sul Mera Peak e hanno poi raggiunto il campo base della montagna per cercare la loro linea. “Abbiamo scelto la parete Ovest perché è visibile dal campo base della via normale. Questo ci ha permesso di accertare le condizioni e di contare su qualche supporto in caso di problemi” ha detto Ablovacky a Explorersweb. “Quando è arrivato il momento giusto per la salita, abbiamo camminato attorno alla montagna fino a stabilire il nostro campo avanzato a 5500 metri, sotto la parete Ovest”.
Ama Dablam in stile alpino
Ablovacky e Moroz hanno scalato l’Ama Dablam in un singolo tentativo di tre giorni, in stile alpino, senza corde fisse né tracce, usando poi la via normale per la discesa.
I due hanno affrontato condizioni piuttosto difficili, poiché un sottile strato di ghiaccio ricopriva tutte le sezioni di roccia dell’itinerario. “Anche quando la scalata era facile, il terreno era piuttosto pericoloso, Abbiamo cercato di avanzare su neve il più possibile”. A metà della seconda giornata, il meteo è cambiato: ha iniziato a nevicare e si è staccata una valanga.
“Fortunatamente, eravamo saldi con ramponi e piccozze su neve buona, e siamo riusciti a gestire la nevicata” ha commentato Moroz. “Ma abbiamo dovuto strisciare nella neve e cercare un posto dove ripararci…a 6480 metri abbiamo trovato una fessura, dove abbiamo scavato una piazzola per la tenda”. Gli alpinisti hanno dovuto cambiare via a causa della nevicata, traversando a destra sotto il Dablam (il caratteristico seracco nella parte alta della parete). Finalmente, il terzo giorno, i due hanno raggiunto la vetta.