Camminata d’autunno al Lago del Diavolo, nel Parco delle Orobie Bergamasche
Lo spettacolo dei larici più colorati che mai, uno storico rifugio, lo spettacolo degli stambecchi che si arrampicano su una diga. Ingredienti perfetti per una escursione non molto faticosa ma non banale
Il Parco regionale delle Orobie Bergamasche, con la sua estensione di circa 70.000 ettari, è una delle più estese aree protette ad elevata naturalità della Lombardia. In autunno con il cambiamento dei colori dei boschi di larici, l’Alta Val Brembana e la laterale Val Sambuzza, ricadenti nel Parco delle Orobie e in parte nel comune di Carona, costituiscono uno degli ambienti più spettacolari da visitare, anche per due peculiari caratteristiche: l’esistenza di un antico borgo montano ancora integro e la presenza dello stambecco. Il lago artificiale del Diavolo, meta dell’itinerario, è situato circa un centinaio di metri sopra il Rifugio Fratelli Longo (2026 m.).
Nelle sue acque si riflettono le pareti del Monte Aga (2720 m) che scendono a picco sul versante opposto alla diga, costruita in muratura di pietrame nel 1929, per soddisfare la fame di energia che in quel periodo stava crescendo. La diga ha una lunghezza in cresta di 40 metri e un’altezza di 25,50 metri e nonostante sia quasi verticale è spesso percorsa dagli stambecchi alla ricerca di sali minerali.
Prima di mettersi in cammino verificare le condizioni del sentiero e l’eventuale presenza di neve e ghiaccio.
L’itinerario
Partenza: Carona (1130 m)
Arrivo: Lago del Diavolo (2125 m)
Dislivello: + 995 m
Tempo: 5 ore (a/r)
Difficoltà. E
Periodo consigliato: da giugno a novembre (condizioni di innevamento permettendo)
Dal parcheggio a monte di Carona ci si incammina lungo la mulattiera (segnavia Cai 210-224-254) seguendo le indicazioni per il Rifugio Fratelli Longo (2026 m), così chiamato in memoria dei fratelli Giuseppe e Innocente Longo, periti tragicamente nell’agosto del 1934 sul Cervino.
La salita segue una facile mulattiera aperta al solo traffico locale che raggiunge ben presto il villaggio di Pagliari a quota 1313 m, fra i meglio conservati del Parco delle Orobie Bergamasche, nella sua tipica architettura rurale. Lasciato il borgo ci si incammina verso la spettacolare cascata della Val Sambuzza che precipita fragorosamente proprio accanto al sentiero.
Dopo la cascata si può prendere la deviazione CAI 209 che sale a zig-zag verso il sentiero 208 per il Rifugio privato Baitone (1778 m) oppure continuare lungo il tracciato 210 che lambisce il Lago del Prato a quota 1650 m. Si prosegue poi lungo il numero 224 che sale deciso verso il Rifugio Longo. Qui la salita diventa molto panoramica e si apre alla vista delle cime del Monte Val Rossa (2575 m), del Monte dei Frati (2503 m), del Pizzo Torretta (2543 m), dei Corni di Sardegnana (2425 m) e del Pizzo del Becco (2507 m) che insieme formano una selvaggia cresta delle Alpi Orobie. Si è ormai alla vista del rifugio (verificare le aperture ai numeri telefonici 0345 77 070 e 331 22 58 206). Ancora 10 minuti e salendo oltre l’accogliente struttura si incontra la diga del Lago del Diavolo, dove con un po’ di fortuna possiamo scorgere gli stambecchi che incuranti della forza di gravità, la percorrono saltando da una pietra all’altra con disarmante disinvoltura alla ricerca di sali minerali da leccare. Ritorno per la stessa via di salita.
Come arrivare
Con la strada di fondovalle che risale la Val Brembana da Bergamo si raggiunge l’abitato di Carona, dove spicca la Centrale idroelettrica di Carona, costruita in stile Liberty ed entrata in funzione nel 1924. Superato il paese si lascia l’auto nei parcheggi a pagamento nei pressi della partenza dell’itinerario.
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