AlpinismoNews

Compagnie des Guides de Chamonix, la più antica società di guide del mondo

Fondata nel 1821, l’associazione riunisce oggi oltre 240 professionisti della montagna. Nella sua storia alpinisti leggendari come Gaston Rébuffat, Lionel Terray, Georges Payot, René Desmaison, Michel Croz e Louis Lachenal

A metà del ‘700 gli abitanti di Chamonix guardavano con timore e fascino le cime innevate sopra la loro testa. Le frequentavano già, certo, ma non per dilettarsi in ascensioni alpinistiche. Principalmente ci salivano per cacciare, animali o cristalli. Le prede erano camosci, marmotte ma anche quarzi e fluoriti rosa da rivendere poi a caro prezzo. Così, come spesso accade ai popoli di montagna, gli chamoniards si inerpicavano su morene e crestine grazie a una capacità innata di muoversi con naturalezza in ambienti ostili. Quando poi, i grandi esploratori inglesi iniziarono a sviluppare un grande interesse per il Monte Bianco e i suoi ghiacciai, queste abilità alpinistiche tornarono molto utili agli chamoniards, che subito si reinventarono come guide di alta montagna. 

Questa è la storia della genesi della prima società di guide alpine del mondo, la Compagnie des Guides de Chamonix. Ma andiamo con ordine. Nel 1786 la vetta del Monte Bianco viene per la prima volta calcata da piede umano. A farlo sono il cercatore di cristalli Jacques Balmat e il medico Michel Paccard. Questa prima conquista aprì la strada a svariate altre salite al tetto d’Europa, per la precisione furono tredici le ascensioni si susseguirono fino al 1821. La quattordicesima fu funesta. Tre guide persero la vita sotto una valanga e questa tragedia fu la scintilla per la fondazione della Società delle guide. Venne, infatti, istituito un fondo di solidarietà per le famiglie delle guide decedute in montagna e si stabilirono dei ruoli ben precisi tra chi faceva questo mestiere, fino ad allora organizzato in modo anarchico. Tra i trentaquattro fondatori c’era anche di Jacques Balmat. 

Decine di ricchi borghesi inglesi, affamati di scoperta e alpinismo, iniziarono a raggiungere la cittadina francese e ad avvalersi delle guide locali per tentare insieme prime ascensioni tra le guglie mistiche del Bianco. Di queste strane coppie, ce n’è una, in particolare, che si conquistò un posto d’onore nel grande libro dell’alpinismo: la guida Michel Croz e il suo cliente Edward Whymper. La conquista della Barre des Ecrins, dell’Aiguille Verte, delle Grandes Jorasses e del Cervino fu il loro poker d’assi. Purtroppo la loro partita terminò prematuramente a seguito della morte di Croz sul Cervino. 

A fine Ottocento, l’alpinismo smette di essere appannaggio di una ristrettissima élite e la montagna inizia a democraticizzarsi. Si incontrano le prime cordate senza guida, ma allo stesso tempo la Compagnie cresce sempre di più e inizia ad accettare professionisti che arrivano da altre parti della Francia. La guida Roger Frison Roche è il primo di questi. Viene da Parigi, è giornalista e scrittore, un profilo ben diverso da quello delle guide di Chamonix, uomini di montagna spesso illetterati e gelosi del loro piccolo gruppetto. Lui, in tutta risposta, scrive una trilogia di romanzi dedicati all’alpinismo e contribuisce, così, ad alimentare l’interesse verso questa ancora strana disciplina. 

Nel ventesimo secolo la Compagnie des Guides de Chamonis diventa un po’ una Walk of Fame hollywoodiana. Tutte le grandi stelle dell’alpinismo francese sono iscritte a quella società, da Gaston Rébuffat a Lionel Terray, da Georges Payot a René Desmaison a Louis Lachenal. Le ascensioni diventano sempre più tecniche, si cerca l’ingaggio e l’esteticità della linea. La storia dell’alpinismo procede di pari passo con la storia della società di guide di Chamonix. 

Oggi la Compagnie conta ben 180 guide alpine e una sessantina di accompagnatori di media montagna. “Da allora il mestiere di guida alpina non è cambiato intrinsecamente”, sostiene Olivier Grebier, presidente della Compagnie, “in fondo si tratta ancora di offrire al cliente una bella esperienza in montagna, anche se non c’è più il senso di conquista o il vocabolario un po’ bellicoso di un tempo. Oggi occorre essere al posto giusto nel momento giusto con la persona giusta”.

Ciò che è cambiato, però, sono le condizioni climatiche e la consapevolezza che la montagna è un ecosistema molto delicato.Noi guide abbiamo anche il ruolo di sentinella del cambiamento climatico“, dice ancora Greber , “ed è nostro compito anche ricordare alle persone che i ghiacciai non sono solo lì per il nostro diletto, ma sono soprattutto degli enormi bacini idrici che si stanno trasformando molto rapidamente a causa del riscaldamento globale”.

Non solo parole, ma anche fatti. La Compagnie de Chamonix è particolarmente attiva nella tutela dell’ambiente e organizza campagne di sensibilizzazione, progetti per ridurre l’impatto ambientale e continua informazione sullo stato delle montagne. 

Chissà cosa direbbe in merito Horace de Saussure, che già XVIII secolo studiava il clima montano e che, grazie alla sua curiosità di scienziato, diede vita all’alpinismo? Probabilmente approverebbe.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close