Kristin Harila torna sullo Shisha Pangma alla ricerca dei corpi di Gina Marie Rzucidlo e Tenjen Lama
I due furono uccisi da una valanga lo scorso 7 ottobre e non vennero mai individuati. Il profondo legame tra la scalatrice norvegese e lo sherpa scomparso. Con il quale aveva raggiunto tutti i 14 Ottomila
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Nel mese di aprile Kristin Harila tornerà sullo Shisha Pangma. Questa volta però l’obiettivo della scalatrice norvegese non sarà la vetta, bensì la ricerca dei corpi di Gina Marie Rzucidlo e Tenjen Lama, lo sherpa che aveva accompagnato la Harila sulle montagne più alte del mondo riuscendo anche lui a raggiungere i 14 Ottomila in 92 giorni. I due scomparvero travolti da una valanga nella tragica giornata del 7 ottobre 2023 che costò la vita anche a Anna Gutu e Mingmat Sherpa.
Le salme di questi ultimi vennero però individuate e riportate al Campo 2.
“Non è un segreto che la mia vita sia stata molto difficile ultimamente. Tra poco tornerò in Tibet, allo Shisha Pangma, per ritrovare (Tenjen) Lama. Per portarlo a casa. Sto cercando di prepararmi, ma anche se lo troviamo nella valanga non tornerà a casa con noi vivo. Questo mi spezza il cuore”, ha scritto di recente sui suoi social la Harila che ha da tempo avviato una raccolta fondi per sostenere la spedizione e l’eventuale rimpatrio delle salme.
Negli stessi giorni anche Nirmal Purja sarà impegnato sulla montagna con l’intento di riportare a valle e restituire alle famiglie i corpi diAnna Gutu e Mingmat Sherpa. Nims ha riferito di avere incontrato notevoli difficoltà per ottenere le necessarie autorizzazioni dalla autorità cinesi e che solo grazie all’intervento del governo statunitense e dell’Ambasciata nepalese a Pechino è riuscito nell’intento.