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Recuperati i corpi di Anna Gutu e Mingmar Sherpa

L’operazione condotta da Nirma Purjal e dal suo staff. I due sfortunati alpinisti saranno trasportati dal Campo 2 dello Shisha Pangma a Kathmadu in elicottero

 

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Anna Gutu e Mingmar Sherpa torneranno a casa. La notizia arriva direttamente da Nirmal Purja, amico dei due alpinisti scomparsi sullo Shisha Pangma.
Nirma Purjal, ottenuto il permesso dalle autorità cinesi che dopo la tragedia avevano vietato l’accesso alla montagna, è salito con un gruppo di colleghi nel luogo della tragedia (intorno a quota 7.600) e una volta individuati i corpi ha potuto trasportarli al Campo 2. Da qui, una volta arrivate le autorizzazioni necessarie, le salme dei due sfortunati alpinisti saranno trasportate a Kathmandu in elicottero.

Particolarmente significativi sono alcuni passaggi dei post pubblicati da Nirmal sul suo profilo Instragram per comunicare la notizia del recupero.

“Io e la mia squadra abbiamo lavorato sodo dietro le quinte dalla tragica valanga per cercare di riportare Anna e Mingmar a casa dalle loro famiglie. Per rispetto verso le loro famiglie, e siccome siamo stati in lutto, non ho postato qui. Ma non confondete quel rispettoso silenzio con il fregarsene o non agire per aiutare e sostenere le loro famiglie, la nostra squadra e tutti quelli coinvolti in questo triste evento.
Abbiamo lavorato sodo con tutte le autorità e le organizzazioni coinvolte. Abbiamo ottenuto il permesso delle autorità di tornare sulla montagna per recuperare Anna e Mingmar in un luogo sicuro al Campo 2. Ho guidato la squadra a trovare i nostri cari e portarli giù al Campo 2 – questo è il massimo dove ci è permesso portarli al momento. È stata dura per la squadra sia fisicamente che mentalmente, ma dovevamo farlo per assicurarci di poterli ritrovare. Ora stiamo lavorando con tutte le autorità per il rimpatrio. Sono grato a tutti quelli che si sono così duramente impegnati per raggiungere questo obiettivo. Tutto quello che vogliamo fare è riunire le famiglie con i loro cari in questa stagione di arrampicata”.

Oltre al ricordo, struggente e appassionate, dei due amici scomparsi Purja si è lasciato andare ad alcune considerazioni:
“Chiediamo ai media di non speculare su questo tragico incidente. Ho visto alcune segnalazioni e sono rimasto scioccato da alcune delle ipotesi fatte, senza che nessuno si sia rivolto alle persone coinvolte e senza pensare all’impatto che ciò avrà sui cari di tutti. C’erano quattro compagnie guida coinvolte in questa tragedia e 52 scalatori erano sulla via della vetta. Tutti credevamo che le condizioni fossero sicure, altrimenti non avremmo proseguito. La sicurezza è sempre la nostra principale preoccupazione, che qualcuno voglia fare un record o meno – non fa alcuna differenza nel processo decisionale”.

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