News

Collaudata la nuova seggiovia di Ovindoli. Che futuro per il Parco Sirente-Velino?

Il primo dei nuovi impianti della Magnola è stato collaudato, si continua a parlare di un devastante collegamento con Campo Felice. In questo inverno, però, l’Appennino abruzzese è rimasto per mesi senza neve

Dai gestori degli impianti di risalita e dalle amministrazioni di montagna, di solito, arrivano dei comunicati tecnici, dedicati alle condizioni delle strade, agli orari di apertura degli impianti, ai prezzi degli skipass, alle promozioni e agli eventi. Qualche giorno fa invece, dal Comune di Ovindoli e dalla società che gestisce piste e impianti della Magnola è partito un testo simile a uno squillo di tromba.

“Finalmente possiamo dire di aver rotto il muro ideologico che ci impediva di ampliare il nostro comprensorio. Siamo a 2.000 m slm, e abbiamo tutte le intenzioni di continuare a sviluppare il nostro comprensorio cercando sempre di conseguire il giusto equilibrio con le esigenze di tutela ambientale”, si legge anche nel momento in cui scrivo sul sito e sulla pagina Facebook del Comune.

Sulle pagine social degli impianti, invece, la notizia del collaudo è sparita. Il testo, dopo la frase che abbiamo citato, proseguiva con l’annuncio della prossima apertura dei cantieri, che dovrebbero essere già stati finanziati, per altre due nuove seggiovie. L’obiettivo finale, ribadito a ogni pie’ sospinto, è il collegamento sciistico tra Campo Felice e la Magnola, l’Araba Fenice (o il Sacro Graal) degli impiantisti marsicani e della Regione Abruzzo.

Come tutti sanno, però, domenica 10 marzo in Abruzzo si vota. E l’annuncio sulla pagina Facebook di Ovindoli-Magnola, immediatamente seguito da decine di commenti negativi e positivi, spesso dai toni molto accesi, è stato cancellato 24 ore dopo la pubblicazione. Qualcuno ha pensato, immaginiamo, che in questi giorni sia meglio evitare dibattiti spinosi.

Proviamo a ricapitolare l’accaduto. Nei primi giorni di agosto del 2023, dopo anni di discussioni e ricorsi, è stato aperto il cantiere della nuova seggiovia di Ovindoli, finanziata con 4 milioni e 350 mila euro. In estate si parlava di una possibile apertura agli sciatori a dicembre. Invece l’impianto è stato completato e collaudato a fine febbraio.

In realtà è cambiato ben poco, perché fino a pochi giorni fa il caldo e la mancanza di neve hanno impedito agli impianti di Ovindoli e del resto dell’Appennino di funzionare. La seggiovia appena collaudata è stata dedicata a Massimiliano “Max” Bartolotti, il direttore della stazione sciistica, scomparso a soli 51 anni nel 2018. Un romagnolo trapiantato in Abruzzo, una bella persona, sinceramente innamorato del suo territorio.

La politica è fatta anche di inaugurazioni e cantieri, e i lavori per la realizzazione del nuovo impianto sono stati presentati come una grande vittoria da Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo. Altri esponenti del centro-destra abruzzese, a iniziare dal senatore Guido Liris, hanno parlato più volte a favore del collegamento tra Campo Felice e la Magnola.

E’ giusto ricordare, però, che i primi politici a volere i nuovi impianti, e il collegamento tra i due comprensori, sono stati una decina di anni fa gli amministratori del Comune dell’Aquila e della Regione Abruzzo. Entrambi, all’epoca, erano in mano al centro-sinistra. Per collegare Campo Felice e Magnola, in quella occasione, si volevano utilizzare i fondi per la ricostruzione dopo il terremoto che nel 2009 ha colpito il capoluogo e decine di altri centri.

Come ho raccontato più volte, a novembre sono andato a dare un’occhiata al cantiere. E mi sono reso conto che la nuova seggiovia, vicina al resto degli impianti, non altera in maniera sostanziale il paesaggio. A fare impressione, visitando senza neve la zona, è l’enorme estensione delle piste (soprattutto l’Anfiteatro e lo Snowpark) dove non si è mai tentato di far ricrescere un po’ d’erba, e che danno un pugno in un occhio, in estate, agli escursionisti che salgono alla Serra di Celano e il Sirente.

Se la nuova seggiovia, e forse anche le due successive, non hanno un impatto ambientale eccessivo, l’eventuale collegamento tra Campo Felice e Ovindoli sarebbe invece uno sfascio senza precedenti. Non è chiaro se i promotori puntino a realizzarlo “dall’alto”, con una lunga serie di impianti verso la Tavola, il rifugio Sebastiani e il Piano del Ceraso, sfasciando una buona fetta del massiccio del Velino.

O se pensino di arrivarci “dal basso” con una pista nel Vallone del Ceraso, e con qualche tipo di collegamento meccanico (strada? trenino? navette?) attraverso il Piano di Pezza, uno degli altopiani carsici più suggestivi d’Abruzzo, dove Papa Giovanni Paolo II, nel 1986, ha celebrato una Messa davanti a 14.000 scout dell’AGESCI.

All’ingresso del Piano di Pezza, nell’estate del 2023, è stato scavato dalle ruspe un enorme “buco”. Secondo le poche comunicazioni ufficiali, si dovrebbe trattare di un laghetto/serbatoio al servizio del nuovo “Stadio del Fondo” voluto dal Comune di Rocca di Mezzo. L’acqua raccolta sarebbe dovuta servire per l’innevamento artificiale.

Il cantiere ha lavorato per qualche giorno e poi è stato chiuso, ma il danno al paesaggio è stato enorme. Il WWF Abruzzo ha contestato più volte l’intervento, lo stesso hanno fatto Italia Nostra, Salviamo l’Orso, LIPU e Federtrek. Il 19 febbraio Alfredo Minnetti, presidente dell’Amministrazione Separata per la Gestione dei Beni di Uso Civico (ASBUC) locale, ha sostenuto che il cantiere è “abusivo”, e il paesaggio dev’essere ripristinato.

In attesa della decisione finale, è legittimo fare una domanda. Non sarà che il “buco” del Piano di Pezza, che sembra di dimensioni eccessive (per imbiancare i binari del fondo serve molta meno neve che per le piste da discesa) sia semplicemente uno sfregio? Un modo per dire, in maniera poco elegante ma efficace, “ora il Piano di Pezza non è più integro, quindi che lo difendete a fare?”

Sembra bizzarro che, al termine di un inverno praticamente senza neve, la Regione e i Comuni dell’Abruzzo continuino a puntare al 99% sullo sci di pista. “Skiing faces a total wipe-out”, “lo sci rischia di essere cancellato” ha titolato giorni fa l’autorevole rete americana CNN in un servizio dedicato alla zona.

L’altra considerazione, anch’essa banale, riguarda il Parco Sirente-Velino, la più vasta area protetta regionale dell’Abruzzo. Se la Magnola e Campo Felice dovessero essere davvero collegate, devastando una fetta importante del territorio, per coerenza il Parco dovrebbe essere abolito. Staremo a vedere.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close