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Capanna Margherita: il cantiere sopra le nuvole

Alla fine dell’estate scorsa un gruppo di tecnici ha effettuato importanti lavori a scopi scientifici presso la Punta Gnifetti. La cronaca, minuto per minuto, redatta da Elia Negrini con Tore Panzeri

20 agosto 2023. Messaggio whatsapp da Tore: quando hai tempo chiamami.

…. “Ciao Tore come va’?

Bene dai, devo fare un lavoro alla Capanna Margherita al Monte Rosa, mio fratello sta uscendo da un infortunio non può aiutarmi, dovrei fare dei fori per inserire delle sonde con sensori per studiare e controllare il permafrost alpino sulla Punta Gnifetti al Monte Rosa, un lavoro commissionato dal CAI centrale al Politecnico di Milano. Tu ci sei?

Non ci penso nemmeno un minuto e dico subito di sì. Tore Panzeri è un amico da più di 40 anni: cresciuto alpinisticamente in Valmalenco, già Ragno di Lecco, è titolare di una ditta di trivellazioni di Ballabio e fratello del più noto Mario (salitore dei 14 ottomila). Sono più di trent’anni che non faccio perforazioni, lavoro faticoso in pianura, chissà come sarà in quota in cima al Rosa.

5 settembre 2023 – ore 4. Appuntamento con Tore al Bione Lecco, dobbiamo essere ad Alagna Valsesia molto presto per preparare i carichi con tutto l’occorrente che l’elicottero di Eliossola ci dovrà trasportare alla Capanna Margherita. Con noi ci saranno il dott. Geologo Fabio Baio, responsabile del progetto con il Professor Francesco Calvetti, ordinario di geotecnica del Politecnico di Milano, coordinati per il lavoro in quota dal dott. Tamburini, specializzato in Geologia e Geomatica, professionista che conosco dai tempi dell’alluvione in Valtellina (estate 1987) con il quale avevo fatto molte assistenze in terreni instabili.

Ore 9. I carichi sono pronti, ma una fitta nebbia non ci permette il decollo, tutta la giornata persa ad aspettare l’apertura di uno squarcio nello strato di nubi basse per poter salire in quota, da dove le immagini dalle webcam dei rifugi Gnifetti e Margherita, ci trasmettono una splendida giornata.

6 settembre 2023 ore 6. Siamo in piazzola EliOssola al buio. Non tutto è stato negativo, abbiamo fatto conoscenza degli equipaggi degli elicotteri, piloti e specialisti, nessuno di primo pelo si capisce la loro grande esperienza che hanno nei voli a gancio in alta quota. Siamo rassicurati, spero anche loro. Appena possibile decolliamo, nel fondovalle c’è ancora uno strato di nubi, ma si scorgono squarci di azzurro che permettono il volo, la giornata è stupenda limpida e bellissima, tipica di settembre. Il pilota Andrea Romani punta direttamente la vetta, ma un vento teso in quota non permette di appoggiare i pattini sull’esile cresta della vetta.

Si scende quindi alla Capanna Gnifetti in attesa che il vento diminuisca. Nel pomeriggio il vento è calato, finalmente si sale. Il pilota appoggia i pattini e ci lascia proprio davanti all’entrata della Capanna Margherita. Quindi si susseguono tutti i trasporti, sei carichi del B3 dell’Eliossola. Intanto prepariamo le piazzole per i compressori che vengono trasportati da un Augusta Bell AB2051 sotto i comandi di Enrico Cereia dell’Heli- Tv Sa, compagnia ticinese.

Nelle poche ore di luce che ci rimangono sistemiamo i carichi, predisponendo il tutto per cominciare ad essere operativi il giorno successivo. Con nostra sorpresa nel rifugio ci sono Sabrina Bendotti con Stefano, giovane aiutante romeno, che stanno predisponendo la struttura per la chiusura invernale e passeranno qui l’ultima notte. Ci servono un ottimo aperitivo ed una succulenta cena.

Il tramonto in cima al Rosa mi risveglia numerosi ricordi di tutte le volte che mi è capitato di salire, ma soprattutto della prima volta durante il corso guide nel 1984 dopo aver salito la Cresta Rey alla Dufour, con la presenza della mitica Guida Alpina locale Emilio De Tomasi, artefice in prima persona della costruzione dell’attuale Capanna Margherita. Oppure di quella volta che proprio con Sabrina e due suoi amici siamo scesi con gli sci dal Canalone Marinelli sulla Est del Rosa.

7 settembre 2023: ore 6. Sveglia, il sole entra dalla finestra nella camera invernale della Capanna, un’alba spettacolare ci accompagna alla colazione che ci prepariamo velocemente. Il Tore non vede l’ora di cominciare a forare, Fabio scalpita pensando di aver perso già due giorni. Posizioniamo la slitta con la perforatrice Marini sul terrazzo, facciamo un foro tra le assi del balcone e un grosso spessore di ghiaccio, che romperemo con il martello fondo foro dal diametro di 140 mm.

La predisposizione di tutto l’occorrente per poter cominciare il lavoro ci impegna parecchie ore, saremo pronti per accendere i compressori nel primo pomeriggio. … i compressori non partono, proviamo con l’addizionatore etere spray per avviamento motori, teniamo un collegamento diretto con il proprietario dell’officina Mauro Cattaneo, il meccanico specialista, che ci ha noleggiato i compressori, 2 Kaeser 5mc/min. Sovradimensionati per la pianura, ma necessari per un lavoro a 4559 metri.

Dopo numerosi tentativi che non danno risultati, rimaniamo d’accordo che il meccanico Mauro verrà l’indomani mattina presto ad Alagna e salirà in cima al Rosa per cercare di avviare i compressori, indispensabili per il nostro lavoro. Impossibilitati a continuare ci facciamo trasportare in fondovalle per poterci nutrire e dormire senza i disagi del locale invernale.

8 settembre 2023. E’ ancora notte quando Mauro ci raggiunge ad Alagna, alla Piazzola di EliOssola. Decolliamo che albeggia e siamo operativi prima delle 7. Giornata mite per la stagione, la temperatura non è scesa sotto zero nemmeno la notte, lo specialista si attiva subito per l’avviamento, controllo motore, condizione delle batterie, la purezza del carburante, niente, non parte.

Contattiamo Giuliano Masoni, gestore dei Rifugi del Monte Rosa e ci mette in contatto con il suo tecnico specialista di tutta la manutenzione e funzionalità della Capanna Margherita, che ci consiglia di inserire ossigeno puro al compressore per l’avviamento. Riusciamo a farci portare un bombolone di ossigeno da Alagna, grazie all’aiuto di Giuliano e nel primo pomeriggio finalmente riusciamo ad avviare i compressori. La potenza dei motori è sufficiente  possiamo quindi cominciare la perforazione.

A Tore è ritornato il sorriso, Fabio il Geo comincia a rilassarsi nel vedere le aste di perforazione che lentamente scompaiono nella roccia, Mauro il meccanico ha una crisi dovuta alla quota, il suo lavoro è finito, viene quindi elitrasportato in valle per recuperare la sue forze. La perforazione procede, la roccia è solida, lo spurgo delle polveri è regolare ed asciutto, abbiamo deciso che continueremo fino alla fine del foro, dobbiamo raggiungere i -20 metri e dovremmo finire entro il sopraggiungere del buio.

Il tramonto è spettacolare i colori verso ovest sono indescrivibili, la temperatura si abbassa via via che il sole scende all’orizzonte. Ma i motori funzionano a regime, non vogliamo rischiare di fermarli e riprendere l’indomani il lavoro, non vogliamo interrompere la fase positiva. Inseriamo l’ultima asta che ormai è buio e freddo, spegniamo i motori con le luci frontali. Rientriamo in Capanna dove Fabio ci ha preparato una veloce cena, siamo abbastanza stanchi non ci resta che andare a dormire.

9 settembre 2023 – ore 6.30. La mattina ci trova riposati e carichi, recuperiamo tutte le aste della perforazione ed il martello fondo foro. Il primo foro è terminato, ci attende ora l’operazione più difficile e rischiosa: dobbiamo posizionare la slitta con la perforatrice sotto la balconata lato Est sull’infinita parete sud-est del Rosa, 2000 metri di versante. Ci caliamo in parete per predisporre gli ancoraggi dove assicureremo la slitta. Nel delicato trasferimento del perforatore apprezziamo tutte le qualità del pilota Andrea Romani che riesce a posizionarlo esattamente dove abbiamo intenzione di praticare il foro, un buco orizzontale di 10 metri appesi nel vuoto. Assicuriamo ed ancoriamo alla roccia tutto l’occorrente, non possiamo permetterci che qualcosa ci sfugga dalle mani e cada dalla parete. Tore è abituato a lavori appesi quindi è indiscutibilmente  preciso nella preparazione dell’attrezzatura.

È ormai tardo pomeriggio quando siamo pronti per il nuovo foro. In accordo con Fabio, responsabile del nostro lavoro di perforazione, ci facciamo portare ad Alagna per poter finalmente mangiare per recuperare le forze e dormire in un letto a bassa quota. Ma soprattutto per prenderci una doccia decente, dobbiamo pulirci dalla polvere che abbiamo sollevato il giorno precedente.

10 settembre 2023. Oggi salirà in quota il professor Francesco Calvetti responsabile scientifico del progetto, ci seguirà in prima persona con il geologo Fabio Baio nella perforazione orizzontale sotto la Capanna. Cominciamo presto, favoriti dall’esposizione. I compressori con l’aiuto dell’ossigeno si avviano facilmente. Appesi in parete, la perforazione è regolare, la roccia ci sembra bella solida, senza fratture evidenti, non troviamo ghiaccio e nemmeno colate di acqua, riusciamo a finire nel primo pomeriggio.

Dobbiamo ora recuperare tutta l’attrezzatura senza far cadere nulla e soprattutto facendo attenzione alla nostra sicurezza. Se posizionare la perforatrice è stato relativamente facile, toglierla dalla parete non lo sarà altrettanto.

In mattinata è salito anche il geologo Luigi Foglino, della ditta Csg, azienda specializzata in geoingegneria, responsabile dell’installazione delle strumentazioni in foro. Nel pomeriggio cominciamo a preparare i sacchi con le attrezzature. Il perforatore l’abbiamo fatto riportare in fondovalle, era inutile un’operazione di sistemazione in quota. C’è molta attrezzatura da sistemare e non possiamo permetterci di perdere qualcosa durante il rientro. Trascorriamo l’ultima notte in bivacco, una veloce cena, un’altra stupenda serata, mite per il periodo, solamente di notte la temperatura si avvicinava allo zero. A 4559 metri è un fatto insolito.

10 settembre 2023.  Sale in rifugio il geologo Andrea Tamburini della ditta Imageo specializzata in geologia e geomatica, che si occupa di tutto il coordinamento generale del lavoro in quota. Con lui  c’è anche la geologa Sara Bencivenni per le riprese video in alta definizione dei fori, che verranno successivamente elaborate da Imageo. Nel frattempo il geologo Foglino, con i suoi collaboratori, prepara  i collegamenti che dovranno fare in modo che i dati trasmessi dai sensori delle sonde vengano inviati ad un centro raccolta dati al Politecnico, preparano i quadri elettrici e predispongono delle antenne.

Nel pomeriggio il meteo volge al brutto, i due rocciatori abbandonano il lavoro, facendosi trasportare a valle. Noi insacchiamo e compattiamo il materiale e nel tardo pomeriggio li raggiungiamo a fondovalle. Il lavoro per Foglino non è terminato, rimaniamo d’accordo che io e Tore torneremo su per aiutarlo nell’inserimento degli strumenti in foro.

Nei giorni successivi il meteo volge decisamente al brutto, diverse giornate con neve, vento, bufere; la situazione torna nella norma, dopo il 20 settembre. Ricominciamo a contattarci per capire, se ci saranno le condizioni per salire i giorni successivi, capiamo che ci sarà una finestra di bel tempo dopo il 24 settembre.

26 settembre 2023 – ore 6.  Incontriamo Foglino al parcheggio di Alagna. Oggi con noi ci sarà anche la Guida alpina e geologo Daniele Bernasconi. L’organizzazione di Foglino è perfetta, è arrivato ad Alagna dal basso Piemonte con tutta l’attrezzatura già in sacconi pronti per essere trasportati in cima.

Una volta tornati in quota troviamo i nostri fori coperti di neve, la temperatura è decisamente più bassa, ma non il freddo come dovrebbe essere a fine settembre. Riusciamo ad inserire la prima sonda verticale di 20 metri senza grosse difficoltà, il foro non ha alcuna ostruzione, con la semplice gravità riusciamo a posizionarla in poco tempo.

La seconda sonda sotto la balconata in piena parete di 9 metri dovrà essere spinta con un martinetto oleodinamico e ci impegnerà non poco vista la difficoltà di lavorare appesi mentre Foglino è impegnato nel cablaggio di tutto il sistema. Durante la giornata liberiamo dal ghiaccio i compressori e l’elicottero Ab 2051 proveniente dal Ticino riesce a portarli a valle. Noi posizioniamo ed ancoriamo tutti i cavi di collegamento che dalle sonde inviano i dati ai quadri elettrici e alle antenne che trasferiranno i dati nella sede CSG. Impieghiamo 2 giorni per il lavoro di collegamento e messa in funzione della strumentazione.

…………….

Grazie alla descrizione dettagliata di Elia si può capire quanto impegno e fatica, sia fisica che psichica, è stato necessario per organizzare, sviluppare e portare a termine questo lavoro, che risulta essere la perforazione in roccia più alta d’Europa e la conseguente posa di strumenti più alta d’Europa.

Un’impresa resa possibile solo grazie a professionisti e tecnici che, pur senza conoscersi bene, sono riusciti a formare un team veramente di alto livello in grado di superare le difficoltà dettate dall’alta quota e relativa allo stesso svolgimento del lavoro portando a termine un importante progetto di monitoraggio di una grande montagna qual è il Monte Rosa.

Un lavoro carico di emozioni, di grande soddisfazione personale, che ci ha riportato a respirare l’aria sottile di queste vette che tanto abbiamo percorso negli anni passati. Un vero e proprio cantiere sopra le nuvole.

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