Natur nutzen ohne ihr zu schaden (utilizzare la natura senza danneggiarla): è questo lo slogan che dal 2000, ovvero dall’ingresso della Grosses Walsertal tra le Riserve della Biosfera protette dall’UNESCO, vede coinvolti tutti i settori produttivi e i cittadini di questa magnifica valle.
Siamo nel cuore del Vorarlberg, il più occidentale degli stati federati dell’Austria, circondati dalle Nordtiroler Kalkalpen (Alpi calcaree nordtirolesi) e le Prealpi di Bregenz. Queste montagne fanno da corona a un’area scarsamente antropizzata in cui vivono solo 3500 persone. Come indica il nome, le vicende storiche della “Grande Valle” si intrecciano con quelle del popolo Walser, una popolazione di origine germanica i cui coloni si stabilirono in diverse località dell’arco alpino in Italia, Svizzera e Austria alla ricerca di pascoli per il loro bestiame.
Abituati da sempre a lottare contro i rigori dell’inverno, i Walser svilupparono strategie in sintonia con l’ambiente che permettessero loro di sopravvivere in un contesto difficile. In un ambiente dove per anni si è praticato l’allevamento del bestiame dominano naturalmente gli alpeggi e i pascoli che grazie alla sapiente opera dei contadini locali conservano un’abbondante varietà di fiori che contribuisce alla biodiversità dell’ecosistema.
Accanto al sistema di prati-pascoli nella riserva ci sono fitte foreste, quasi tutte primarie, la cui rigenerazione è quindi totalmente affidata a Madre natura. Oltre il 30 per cento del territorio è coperto da boschi, di latifoglie, faggi, betulle e aceri, nelle zone più basse e di aghifoglie, abeti e larici, in quelle più alte.
Escursioni con vista
Sono numerosissime le possibilità di escursioni, agevolate da una rete di sentieri di ben 60 km e che, a seconda delle condizioni di innevamento, può essere percorsa a piedi o ciaspolando.
Uno degli itinerari più interessanti è il circuito che grazie alla funivia-seggiovia Sonntag-Stein raggiunge il villaggio di Oberpartnom (1650 m), un piccolo borgo montano di poche baite in legno che domina la valle. Il tracciato tocca una serie di luoghi suggestivi come le baite in legno dell’Alpe Unterpartnom o il Muro dell’Eco di Wandfluh, con il suo balcone panoramico, da cui lanciare un grido che “rimbalzerà” acusticamente sulla parete rocciosa che si erge di fronte.
Continuando a scendere (circa 400 m di dislivello) verso la stazione della funivia, si incontra una rustica struttura in legno attrezzata con tanto di barbecue. Il luogo giusto per una sosta grazie agli abitanti del villaggio che provvedono a rifornire il materiale necessario, tazzine comprese, e a tenere pulito il posto, da lasciare comunque come lo si è trovato.
Altrettanto degna di nota è la ciaspolata da Faschina al rifugio Franz-Josef-Hütte con ristorante annesso a quota 1704 m. Partendo dallo Sport Cafè Domig all’ingresso di Faschina si risale la valle superando un dislivello di circa 220 metri fino al rifugio, seguendo il bordo pista con le racchette da neve. La salita dura 1.30 ore e offre anche grandiosi scorci sulle cime del Türtschhorn.
Uno splendido itinerario di sci alpinismo parte dalla chiesa del villaggio di Marul in direzione Guggernülli. Ci si inerpica lungo il ripido fianco della collina sino al primo obiettivo che è la Stafelfederalpe a 1.472 metri. Si continua poi in direzione nord sino a raggiungere l’Alpe di Guggernülli (1.736 m) da dove possiamo ammirare lo splendido panorama sulle cime delle Alpi Calcaree Nordtirolesi. Rientro sulla stessa via (760 metri di dislivello, salita 2,5-3 ore).