Itinerari

Con gli sci o le ciaspole nella Vallée de la Clarée, in Francia

Appena oltre il Colle del Monginevro e ben distante dai comprensori sciistici, è poco conosciuta dagli escursionisti italiani. Che, una volta sul posto, ne rimangono piacevolmente sorpresi

La Vallée de la Clarée in Francia, denominata anche Valle di Nevache, pur essendo a due passi dal confine piemontese è poco nota agli italiani. Grazie alla sua posizione defilata rispetto ai grandi insediamenti turistici il paesaggio non è stato sfigurato dai piloni delle funivie e dai disboscamenti delle piste da sci, tanto che la valle è stata inserita nella Rete Natura 2000, il principale strumento istituito dall’Unione Europea per la conservazione delle specie animali e vegetali.

Non è raro, per esempio, osservare alcuni dei suoi abitanti selvatici, innanzitutto stambecchi e camosci che durante l’inverno si spingono nel fondovalle, ma anche l’elusiva volpe, le piccole cince del bosco o, alzando lo sguardo verso il cielo, il volo maestoso dell’aquila reale e del gipeto che frequentano sempre più spesso l’area alla ricerca di cibo.

Il limpidissimo torrente Clarée che dà il nome alla valle contribuisce in maniera decisiva alla bellezza e alla varietà degli habitat con la formazione di torbiere, laghetti d’alta quota e zone umide dove prosperano anfibi, pesci e piante rare legate agli specchi d’acqua o al bosco, oltre a modellare un paesaggio alpino di grande suggestione soprattutto d’inverno.

Il nome Clarée, la cui etimologia deriva evidentemente dalla limpidezza delle sue acque, è un toponimo relativamente recente risalente, pare, all’inizio del XVIII secolo. Il toponimo Nevache viene invece avvicinato da alcuni al significato di “nevoso” mentre da altri ad un sostantivo di origine pre-celtica che stava ad indicare una valle piatta semicircolare.

Ci troviamo nel dipartimento delle Hautes-Alpes, facilmente raggiungibile anche d’inverno attraversando il passo del Monginevro. Una volta superato il confine francese prima di raggiungere Briançon, si devia a destra verso il villaggio di Nevache percorrendo una stretta strada di montagna che termina proprio davanti all’Ufficio turistico della frazione più alta del comune diffuso. Da qui in poi si può proseguire solo con le racchette da neve, sci di fondo o a piedi (non dimenticare di mettere nello zaino i ramponcini).

L’escursione

Uno degli itinerari più belli porta al Rifugio Ricou situato in posizione panoramica a 2115 metri sul versante che corre lungo il confine italiano. Dal momento che in inverno giunti a Ville-haute (l’ultima frazione di Névache), la strada  innevata è chiusa al traffico, si lascia l’auto nel parcheggio e si prosegue con le racchette da neve o gli sci lungo la via principale verso la frazione di Fontcouverte. Il cammino che si inoltra nell’alta valle della Claree è segnato da una serie di piccole cappelle private, solitamente aperte alla visita, spesso decorate con affreschi.

Una delle più graziose è la cappella Sainte-Marie de Fontcouverte (costruita nel 1627) e proprio a pochi passi da quest’ultima un cartello in legno ci indica la salita per il Refuge Ricou che si raggiunge con un ultimo strappo in circa un’ora e mezza dal bivio. Il rifugio offre un confortevole alloggio con possibilità di cenare, per cui vale la pena fermarsi per una notte per godere del tramonto e, se siete mattinieri, dell’alba con i primi raggi del sole che illuminano le selvagge cime Crete du Diable, Crete du Raisin, Crete du Chatelar e Crete du Queyrellin. Il rientro si può fare, attraversato il fiume sul fondovalle nei pressi del Ristorante la Fruitiere, percorrendo la sponda opposta sempre in direzione Nevache. L’anello completo richiede 3.30 ore di cammino, con un dislivello positivo di 515 metri.

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