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Luserna, lo sci di fondo dei Cimbri

Lo storico borgo trentino punta da anni sul turismo lento, dallo sci nordico a Malga Millegrobbe alle ciaspolate verso il Forte Campo. Un bel museo racconta la storia del popolo cimbro

Una volta questi erano luoghi di guerra. Le case di Luserna, borgo trentino a 1333 metri di quota, si affacciano dall’alto sulla profonda Val d’Astico. Dall’altra parte della forra, rocce e ripidissimi boschi difendono l’altopiano di Asiago, in Veneto. Prima della Grande Guerra, sul fondovalle passava la frontiera tra il Regno d’Italia e l’Impero di Austria-Ungheria, al quale apparteneva il Trentino.

Per questo motivo, a partire dal 1907, sugli altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna, l’Alpe Cimbra della promozione turistica odierna, tra la Cima Vezzena verso est e il Dosso delle Somme a sud-ovest vennero costruite sette imponenti fortezze, che tra il maggio e l’agosto del 1915 impedirono i tentativi di sfondamento italiani, e nella primavera dell’anno successivo aiutarono la Strafexpedition, la controffensiva imperiale.

Il Forte di Cima Campo, Werk Lusern in tedesco, soprannominato “Padreterno” dai militari italiani, era uno dei forti austriaci più potenti del fronte. Progettato dal capitano e ingegnere Eduard Lakom, sorgeva (e sorge) a 1549 metri di quota, era armato con cannoni a tiro rapido e obici, aveva pianta trapezoidale ed era circondato da un fossato. Completavano il sistema difensivo i due avamposti di Viaz e Oberwiesen.

Anche a causa della vicinanza del Forte, all’alba del 25 maggio 1915, sulla piazza e sulla chiesa di Luserna caddero i primi proiettili che l’artiglieria italiana sparò contro l’Impero d’Austria-Ungheria. Nell’estate successiva il Forte subì un pesante bombardamento, il comandante Emanuel Nebesar fece issare la bandiera bianca, ma l’intervento dei cannoni dei forti austriaci Verle e Belvedere riportò la zona sotto controllo imperiale.

Oggi chi frequenta quest’angolo del Trentino lo fa con spirito di pace. D’inverno, l’attrattiva più nota della zona sono le piste del Centro Fondo di Malga Millegrobbe-Alpe Cimbra, con i suoi 36 km di tracciati che si snodano in un paesaggio da Grande Nord, tra altopiani e fitti boschi di abeti.

Si può scegliere tra percorsi di diverso impegno (pista difficile da 15 km, piste medie da 16 km, pista facile da 5 km, anello scuola da 2 km), tutti predisposti sia per la tecnica classica sia per il passo pattinato. Ben 5 km di piste sono dotati di impianti di innevamento artificiale.

Un collegamento di 18 km porta a Passo Vezzena e uno di 21 km arriva al centro fondo di Campolongo, sull’Altopiano di Asiago, in Veneto. Completano l’offerta dei percorsi per ciaspole e nordic walking, rispettivamente di 4 e di 8 km.

Il Centro Fondo è attrezzato con scuola sci, servizio di sciolinatura, docce e spogliatoi, noleggio attrezzatura, ristorante-bar e area camper. Il centro benessere Mile Gruam (Millegocce) ricavato nella storica Malga Millegrobbe, include un attrezzato Centro Wellness e delle camere in stile tradizionale.

In realtà, anche chi trascorre qualche giorno a Luserna può praticare lo sci di discesa. Bastano pochi minuti in auto dal paese, infatti, per raggiungere Malga Laghetto e collegarsi alle piste della skiarea di Lavarone, che si spinge fino a Passo Vezzena. Tra chi sceglie Luserna, però, i più preferiscono praticare lo sci nordico o camminare.

Camminate verso i forti della Grande Guerra

Dal centro, seguendo le indicazioni, si sale in circa mezz’ora lungo una stradina chiusa al traffico fino al rifugio Malga Campo, 1452 metri, aperto d’inverno con servizio di bar-ristorante. Proseguendo nel bosco (qui di solito occorrono le ciaspole) si raggiungono l’avamposto Oberwiesen e poi le rovine restaurate del Forte Campo.

Chi cerca un itinerario più lungo, dal paese, può seguire il Sentiero della Grande GuerraDalle storie alla storia“, attrezzato con 28 sagome di metallo che raccontano altrettante storie vere sui civili di Luserna durante il primo conflitto mondiale. Questo sentiero, dove d’inverno sono necessarie le ciaspole, porta al Forte Campo, e successivamente all’avamposto Oberwiesen. Occorrono un paio d’ore, l’unico tratto faticoso è il breve strappo iniziale. Il Forte può essere raggiunto a piedi, con le ciaspole, anche dalla Malga Millegrobbe, badando ovviamente a non calpestare le piste da fondo.

Alla scoperta di un popolo antico

A rendere affascinante Luserna è anche la sua storia culturale. Nella zona, poco dopo l’anno Mille, sono arrivati dalla Baviera i Cimbri, dei coloni particolarmente abili a tagliare i boschi e a dissodare il terreno, che parlavano un dialetto tedesco che si è conservato fino a oggi. Nella fascia pedemontana compresa tra l’Adige e la Brenta oggi si dichiarano Cimbri circa 1.500 residenti, e tra loro è la maggioranza dei 250 abitanti di Luserna.

Si occupa della salvaguardia e della valorizzazione della cultura cimbra il Centro Documentazione Lusérn/Dokumentationszentrum Lusérn, ospitato nella scuola tedesca ottocentesca. Nell’edificio c’è anche un piccolo museo, con sezioni dedicate alla storia e alle tradizioni, alla fauna locale, ai forni fusori dell’Età del Bronzo e alla Grande Guerra. Da vedere anche la casa-museo Haus von Prükk, realizzata restaurando un maso del secolo XIX.

Per conservare un’identità come quella dei Cimbri i musei non possono bastare, ma occorre mantenere una comunità sul territorio. Per questo motivo, a Luserna è stato sperimentato il primo progetto di co-living delle Alpi. Sono stati messi a disposizione quattro alloggi, in comodato gratuito per 4 anni, a giovani nuclei familiari con o senza figli. Sono arrivate più di cento richieste di informazioni, dall’Italia e dall’estero. E dalla fine del 2020 quattro nuove famiglie sono entrate a far parte della comunità di Luserna. In tutto si tratta di otto adulti e di nove bambini, provenienti da varie località del Nord Italia. I nuovi Cimbri sono loro.

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