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I consigli della Guida alpina per chi vuole cimentarsi sulle cascate di ghiaccio

L’ice climbing affascina ma le cose da sapere prima di iniziare sono tante. I suggerimenti ai neofiti di Marco Farina, presidente della Società guide alpine di Cogne

Ci sono due tipi di scalatori. Quelli per il quale inverno è sinonimo di arrampicata indoor e quelli che, invece, nei mesi più freddi lasciano le scarpette in cantina e affilano piccozze e ramponi. Per chi è ancora indeciso di quale team far parte, almeno un tentativo sul ghiaccio è d’obbligo.

L’arrampicata su ghiaccio in realtà è per tutti. O meglio, è necessaria una buona forma fisica e il sentirsi a proprio agio con l’altezza ma non bisogna per forza essere degli scalatori per provare. L’età non conta: dai 12 in poi tutti possono mettersi a scalare con le picche”, a dirlo è Marco Farina, presidente della Società guide alpine di Cogne, patria riconosciuta dell’ice climbing. E allora a chi meglio di lui chiedere qualche consiglio per avvicinarsi a questo mondo affascinante. Ecco i suoi consigli.

In ogni caso per questa disciplina, così particolare e dagli infiniti risvolti, per chi inizia è importante affidarsi all’esperienza delle Guide alpine.

La progressione

La progressione di base prevede di avere sempre due appoggi per i piedi e almeno un appiglio per la piccozza. Questo tipo di progressione è perfetto per chi inizia, su pendenza sui 60-70 gradi. Poi quando ci si sposta su pendenze più importanti si utilizzano tanti altri tipi di progressione più funzionali al ghiaccio verticale”.

Dove e come battere con la picca

Il ghiaccio non è una superficie omogenea e per questo motivo bisogna cercare di individuare il punto migliore in cui piantare piccozza e ramponi. È necessario cercare le debolezze del ghiaccio, magari dove ci sono fessure, buchi, appoggi. Dopo una recente nevicata, ad esempio, basta guardare dove la neve si è accumulata sulla cascata e lì sicuramente c’è un bell’appoggio.

Piantare una piccozza nel ghiaccio può essere davvero faticoso, bisogna limitare le battute. Ad esempio, cercando gli agganci! Se ci sono già dei buchi presenti bisogna cercare di sfruttarli al massimo”.

I tipi di ghiaccio

Elemento effimero e mutevole, sapere valutare le condizioni di una cascata è complicato e richiede una certa esperienza. “Il colore del ghiaccio ci dice molto”, spiega Farina. “Quando è trasparente è rigido e duro; quando è azzurro e magari un po’ bagnato è ideale per scalare perché più morbido; quando è bianco significa che ha molta aria all’interno e non va bene.

Tuttavia, non ci si improvvisa a valutare le condizioni di una cascata. Bisogna sempre tenere conto anche di cosa è successo nei giorni/settimane precedenti. Le variazioni repentine di temperature, ad esempio, possono avere degli effetti devastanti sulla tensione del ghiaccio. Ecco perché, per chi non ha la giusta esperienza nella valutazione delle condizioni, è importante iniziare con una guida. Detto ciò, però, sfatiamo il mito che fare ghiaccio sia pericoloso. Può esserlo, ma come in tutti gli sport si inizia dalle basi, dalle cascate più semplici e più stabili”.

Il metodo 3×3

La grossa differenza con la roccia, è che il ghiaccio varia di giorno in giorno e così anche il contesto in cui si trova. Ecco perché è importante utilizzare il cosiddetto metodo 3×3. Di cosa si tratta?

Il processo decisionale si basa su tre distinte fasi temporali: pianificazione della gita a casa, valutazione dell’ambiente e infine valutazione della cascata”, specifica Farina, che poi continua: “Ognuna di queste fasi va valutata secondo tre fattori che sono il meteo/condizioni, il terreno e il fattore umano. Ricordiamoci, infine, che la maggior parte delle cascate sono dei grandi colatoi e non bisogna mai sottovalutare il rischio valanga sia sulla cascata sia durante l’avvicinamento”.

Due differenze rispetto alle salite su roccia

Una differenza importante rispetto a una scalata su roccia è che su ghiaccio la caduta non è contemplata. Si mettono le protezioni ma l’imperativo, comunque, è non cadere mai”, dice Farina, “È importante, poi, avere grande rispetto delle altre cordate dato l’elemento così fragile. Troppo affollamento sulla stessa cascata può avere risvolti molto spiacevoli, primo tra tutti ricevere in faccia pezzi di ghiaccio staccati con le picche da chi ci precede”.

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