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Fotografare la silhouette

Un effetto particolare, diverso dal consueto, ma molto utilizzato in fotografia: messa a fuoco, esposizione, sottoesposizione, luce e ombra, gamma dinamica.

Avete presente quando una parte della fotografia si staglia nettamente da tutto il resto, soprattutto da una superficie più chiara e diventa una sagoma totalmente nera, senza alcun dettaglio leggibile?
É quella che si definisce silhouette. L’esempio più classico, nella fotografia di montagna, è la sagoma di un’escursionista totalmente nera che spicca da un cielo azzurro e luminoso o da una cima innevata.

Il gruppo del Rutor. La parte bassa dell’inquadratura è stata appositamente resa scura, per nascondere la presenza di alcuni tralicci. La sagoma della cima è ben riconoscibile.
Il gruppo del Rutor. La parte bassa dell’inquadratura è stata appositamente resa scura, per nascondere la presenza di alcuni tralicci. La sagoma della cima è ben riconoscibile.

Ovviamente si parla di una rappresentazione molto diversa dal reale, anche se, non mi stancherò mai di dirlo, la fotografia non rappresenterà mai la pura realtà, neanche nelle immagini di cronaca o di reportage, in quanto il soggetto sarà sempre raccontato secondo l’occhio e l’interpretazione personale del fotografo: modificando anche solo leggermente l’inquadratura, scegliendo, per esempio, di includere o escludere un elemento si comunicherà un messaggio nettamente diverso.

La Silhouette, un modo di rappresentare gli escursionisti, durante un trekking ( https://www.montagna.tv/219787/corredo-fotografico-per-il-foto-trekking/ ). Il Monte Bianco è sullo sfondo. La silhouette, ovvero la sagoma di una persona nera e priva di dettagli, con lo sfondo di una cima è un modo classico per rappresentare questo tipo di fotografia, considerando anche che la mancanza di colore dell’escursionista non distrae l’occhio dell’osservatore dalla scena generale. Tecnicamente si misura la parte più luminosa dell’immagine, per esempio il cielo, e poi si sottoespone in modo da rendere la persona, che si trova già in una zona di ombra netta, priva di dettaglio, insomma totalmente nera. La Silhouette è anche un modi interessante di rappresentare l’elemento umano nel paesaggio ( https://www.montagna.tv/221679/lelemento-umano-nella-fotografia-di-paesaggio/ ). Nikon D 300; Nikkor 24-120 AFG 3,5 / 4,5; f 11; 1/50; iso 200. Sottoesposizione di 1 stop. Misurazione spot sulle rocce grigie del Monte Bianco.
La Silhouette, un modo di rappresentare gli escursionisti, durante un trekking. Il Monte Bianco è sullo sfondo. La silhouette, ovvero la sagoma di una persona nera e priva di dettagli, con lo sfondo di una cima è un modo classico per rappresentare questo tipo di fotografia, considerando anche che la mancanza di colore dell’escursionista non distrae l’occhio dell’osservatore dalla scena generale. Tecnicamente si misura la parte più luminosa dell’immagine, per esempio il cielo, e poi si sottoespone in modo da rendere la persona, che si trova già in una zona di ombra netta, priva di dettaglio, insomma totalmente nera. La Silhouette è anche un modo interessante di rappresentare l’elemento umano nel paesaggio. Nikon D 300; Nikkor 24-120 AFG 3,5 / 4,5; f 11; 1/50; iso 200. Sottoesposizione di 1 stop. Misurazione spot sulle rocce grigie del Monte Bianco.

La finalità di questa tecnica fotografica è solo estetica?

Sicuramente l’impatto visivo della silhouette è notevole e colpisce molto l’occhio dell’osservatore, soprattutto perché è inconsueto. Ci sono, però, situazioni nelle quali rendere una parte della foto totalmente nera aiuta a celare qualcosa, per esempio un particolare sgradito nella composizione o un elemento di disturbo.

Scatto in diapositiva. La gamma dinamica della pellicola invertibile è assolutamente molto scarsa. Si ragiona in terzi di stop, addirittura. In casi come questo è sufficiente misurare l’esposizione in spot o media compensata e la silhouette è netta e precisa. In Valtournenche, volgendo le spalle al Cervino. Il vento disegna i profili delle nuvole. Nikon F5; Nikkor 80-200 2,8 adf; Fujichrome Velvia 50. Treppiede.
Scatto in diapositiva. La gamma dinamica della pellicola invertibile è assolutamente molto scarsa. Si ragiona in terzi di stop, addirittura. In casi come questo è sufficiente misurare l’esposizione in spot o media compensata e la silhouette è netta e precisa. In Valtournenche, volgendo le spalle al Cervino. Il vento disegna i profili delle nuvole. Nikon F5; Nikkor 80-200 2,8 adf; Fujichrome Velvia 50. Treppiede.

Situazione per la silhouette, misurazione dell’esposizione, gamma dinamica

La parte che risulterà in silhouette deve trovarsi in ombra. Lo sfondo deve essere luminoso. Queste sono le condizioni di base. Se il mio soggetto è un escursionista o un gruppo di alpinisti o uno stambecco, la condizione determinante è che questi siano in ombra netta. Per rendere l’effetto desiderato è necessario misurare l’esposizione in spot su una parte luminosa dell’immagine, in genere il cielo che risulterà essere correttamente esposto. La parte in ombra, invece, un’escursionista, per esempio, sarà più scura. Quanto scura? Dipende dalla tipologia di fotocamera. La fotocamera ha la capacità di rendere contemporaneamente visibili, con dettaglio, più parti della scena anche se la differenza di luminosità è notevole.

Silhouette di stambecco, in Valsesia, nei pressi del Col d’Olen. Il soggetto è in netta ombra. Si misura l’esposizione sulle luci, sottoesponendo nettamente, in modo da ottenere lo stambecco in silhouette. Dopo un controllo visivo e uno all’istogramma, si può intervenire in post produzione, se dovesse esserci ancora dettaglio e scurire ulteriormente il nero. Nikon D810; Nikkor 80-400 4,5/5,6 AFG VR 2; 1/320; f 8; iso 100.
Silhouette di stambecco, in Valsesia, nei pressi del Col d’Olen. Il soggetto è in netta ombra. Si misura l’esposizione sulle luci, sottoesponendo nettamente, in modo da ottenere lo stambecco in silhouette. Dopo un controllo visivo e uno all’istogramma, si può intervenire in post produzione, se dovesse esserci ancora dettaglio e scurire ulteriormente il nero.
Nikon D810; Nikkor 80-400 4,5/5,6 AFG VR 2; 1/320; f 8; iso 100.

Questa caratteristica è detta “gamma dinamica”. Più precisamente, si definisce gamma dinamica il rapporto tra la massima e la minima luminosità, ovvero tra luci e ombre. Le fotocamere più moderne hanno una gamma dinamica molto estesa. Sono in grado, quindi, di comprendere nella stessa scena situazioni di luce e ombre molto nette, ma sempre con dettagli leggibili. Una vera iattura per ottenere l’effetto silhouette, nel senso che la parte in ombra risulterà essere sicuramente più scura, ma con dettaglio comunque leggibile, con una silhouette non totalmente nera. Diventa, quindi, necessario sottoesporre in ripresa, a seconda dei casi di 1/3, 1/2 e, a volte anche di 1 stop o più.

Altro stambecco in silhouette, come l’altro scatto. La situazione, dal punto di vista di esposizione e messa a fuoco è come la precedente. Il soggetto è, però, molto più piccolo. E’ questo una sorta di “trucco compositivo” con l’occhio dell’osservatore che impiega un poco di tempo in più per fermarsi sul soggetto. Nikon D810; Nikkor 80-400 4,5/5,6 AFG VR 2; 1/400; f5,6; iso 200.
Altro stambecco in silhouette, come l’altro scatto. La situazione, dal punto di vista di esposizione e messa a fuoco è come la precedente. Il soggetto è, però, molto più piccolo. E’ questo una sorta di “trucco compositivo” con l’occhio dell’osservatore che impiega un poco di tempo in più per fermarsi sul soggetto. Nikon D810; Nikkor 80-400 4,5/5,6 AFG VR 2; 1/400; f5,6; iso 200.

Una verifica dell’istogramma consente di verificare il risultato. Per una silhouette netta e totale, l’esposizione dovrà essere orientata verso sinistra, con la linea dell’istogramma alta sino alla sua estremità superiore. Se la sottoesposizione non è sufficiente, perché c’è ancora un po’ di dettaglio, può essere necessario intervenire anche in post produzione per scurire ulteriormente la parte in ombra.

Le cime delle Pale di San Martino sono ridotte a sagome scure. La situazione era semplice da rendere, in quanto di tratta di un netto controluce. E’ stato sufficiente misurare l’esposizione sul cielo, molto più luminoso, in spot. Nikon D 800; Nikkor 24-70 AFG 2,8. 1/125 sec; f/8; iso 200; sottoesposizione di 1/3 di stop, rispetto ai valori rilevati dall’esposimetro.
Le cime delle Pale di San Martino sono ridotte a sagome scure. La situazione era semplice da rendere, in quanto di tratta di un netto controluce. E’ stato sufficiente misurare l’esposizione sul cielo, molto più luminoso, in spot. Nikon D 800; Nikkor 24-70 AFG 2,8. 1/125 sec; f/8; iso 200; sottoesposizione di 1/3 di stop, rispetto ai valori rilevati dall’esposimetro.

Post produzione

Con un programma di fotoritocco si può accentuare l’effetto nero del soggetto. Una modalità, per esempio, può essere la “correzione del colore selettiva”, in photoshop: immagine > regolazione > correzione colore selettiva, dove si aumenta la percentuale di nero, prestando attenzione a non creare artefatti, in altre parti della foto.

La foto è stata sottoesposta di 2/3 di stop, per accentuare l’effetto della silhouette. La Silhouette di alcuni fotografi, al cospetto del gruppo del Monte Bianco. Le sagome dei 3 escursionisti sono ben nette e delineate. Nikon D 800; Nikkor 24-70 AFG 2,8.
La foto è stata sottoesposta di 2/3 di stop, per accentuare l’effetto della silhouette. La Silhouette di alcuni fotografi, al cospetto del gruppo del Monte Bianco. Le sagome dei 3 escursionisti sono ben nette e delineate.
Nikon D 800; Nikkor 24-70 AFG 2,8.

Composizione e silhouette ben delineata e definita

É determinante che la sagoma scura, il solito escursionista di cui sopra utilizzato come classico esempio, sia ben definita e che non ci siano profili sovrapposti con altre parti dell’immagine. É importante che l’escursionista si veda bene per intero, con gli arti e la testa ben delineati e assolutamente riconoscibili. Se la silhouette è originata da più persone, è opportuno prestare attenzione che le sagome delle stesse siano ben definite e che non si intreccino o sovrappongano. Il soggetto deve essere circondato da uno spazio vuoto, sufficientemente ampio.

Lo spettacolo e l’imponenza dei Lyskamm, dai pressi del rifugio Gnifetti. Anche in questo caso, l’uso della pellicola per diapositive ha reso la silhouette degli alpinisti netta e ben delineata. Nikon F90x; Nikkor 28-70 3,5/4,5 afd.
Lo spettacolo e l’imponenza dei Lyskamm, dai pressi del rifugio Gnifetti. Anche in questo caso, l’uso della pellicola per diapositive ha reso la silhouette degli alpinisti netta e ben delineata. Nikon F90x; Nikkor 28-70 3,5/4,5 afd.

Il punto di messa a fuoco non è lo stesso dove si misura l’esposizione

Questo tipo di situazione è il classico caso in cui il punto di messa a fuoco è diverso da quello di misurazione dell’esposizione. Prendiamo ancora come esempio il solito escursionista che si staglia sul cielo. La messa a fuoco si effettua sulla persona e la misurazione dell’esposizione sul cielo, in modalità spot. Un tipico procedimento di scatto può essere questo: misurare l’esposizione sul cielo, con la fotocamera impostata in M (tempi e diaframmi rimarranno fissi anche cambiando inquadratura), poi mettere a fuoco la persona, bloccare la messa a fuoco (o mettere il selettore di messa a fuoco in manuale), ricomporre l’inquadratura e scattare.

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