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Occupano un ghiacciaio per 10 giorni e fermano il cantiere di una nuova funivia

È accaduto sopra La Grave nel Parco degli Ecrins, in Francia. La protesta a 3.400 metri di quota organizzata da Soulèvements de la Terre

“Siamo giovani e meno giovani, siamo intimamente legati alla montagna, alle avventure e alla conoscenza che ci offre. Vogliamo tenere a bada ciò che distrugge i mondi in cui abitiamo. Ecco perché stiamo iniziando oggi l’occupazione del ghiacciaio Girose contro la terza sezione del progetto Grave Cableway. Siamo partiti nella notte, superato il lago di Puy Vachier, attraversato il Romanch e fatto lo slalom tra le fessure del ghiacciaio del Girose nel luogo dove sono state portate in elicottero i primi macchinari del cantiere. Una pala meccanica è già lì. Ora che siamo lassù ci rimarremo per assicurarci che questo lavoro non riprenda lunedì o più tardi in autunno. Avvertiamo che saremo pronti a tornare a stabilire altri accampamenti resistenti in primavera se il progetto non sarà definitivamente abbandonato”. Questo il messaggio apparso nei giorni scorsi sui canali digitali del movimento ecologista Soulèvements de la Terre.

Ohibò, ma che sta succedendo? Semplice, c’è (o, meglio dire, c’era) un’occupazione di ghiacciaio in corso. Nei primi giorni di ottobre una decina di alpinisti, scienziati, professori universitari e attivisti ha infatti ha occupato il cantiere installato per la costruzione di una nuova funivia sopra la località sciistica di La Grave, nel Parco nazionale degli Écrins, in Francia. Altro che l’occupazione di un liceo o di un’università: i manifestanti si sono infatti accampati a 3.400 metri di quota dove sono rimasti per una decina di giorni bloccando i lavori. Poi il maltempo ha avuto la meglio e sono dovuti scendere a valle, ma intanto il meteo ha imposto lo stop anche al contestato cantiere. Per vedere nuovi movimenti lassù, in un senso o nell’altro, occorrerà attendere la primavera.

Intanto l’opinione pubblica francese si è messa in moto e sono già molte le prese di posizione contrarie a un progetto di notevoli dimensioni e, di conseguenza, fortemente impattante: oltre alla nuova funivia, che costituirebbe il terzo tronco di un collegamento già esistente e la cui stazione a monte dovrebbe essere costruita sulla sommità del Dôme de la Lauze (3.568 m), Sata Group  società proprietaria degli impianti (oltre che di quelli dell’Alpe d’Huez e di Les Deux Alpes) ha in programma l’apertura di ristoranti e altre infrastrutture turistiche, indispensabili per la sostenibilità economica dell’investimento. In questo modo, però, oltre a effettuare un intervento particolarmente invasivo sul ghiacciaio, si andrebbe a modificare anche buona parte del fondovalle. Ragione per la quale non pochi residenti stanno sostenendo la protesta, anche fornendo un prezioso supporto logistico agli “occupanti”.
L’inverno porterà con sé anche qualche pronunciamento giudiziario relativo ai molti ricorsi presentati. Qualora questi fossero rigettati, gli attivisti di Soulèvements de la Terre hanno annunciato che torneranno “sul campo”.

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