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Michele Comi vince il Premio Meroni 2023 per la cultura

Guida alpina, geologo e apprezzato collaboratore di montagna.tv, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento “dedicato a chi, in ambito montano, riesce a essere un esempio positivo”

Un riconoscimento importante per Michele Comi e per tutto il team di Montagna.tv. Dev’essere valutata in questo modo l’assegnazione del Premio Marcello Meroni 2023, per la sezione cultura, al nostro amico e collaboratore Michele, guida alpina, geologo e acuto commentatore di cose di alpinismo e montagna.

I nostri lettori conoscono e apprezzano i suoi interventi in materia di geologia e della memoria storica ad alta quota. Più volte Michele si è scagliato con parole aspre ma motivate contro lo scempio della montagna, come nel caso della trasformazione delle antiche mulattiere lombarde in piste per mountain-bike ed E-bike, e del recentissimo scandalo causato dalla ruspa svizzera che ha scavato nel ghiacciaio del Teodulo per ampliare una pista da sci.

La premiazione è avvenuta sabato 29 ottobre a Milano, nella Sala Alessi di Palazzo Marino. Insieme a Michele sono stati premiati Dario Eynard e Fabrizio Miori (ex-aequo, per la sezione alpinismo), Annamaria Gremmo per l’ambiente e Giancarlo Sardini per la solidarietà. Una menzione speciale è andata a Don Luigi Ciotti. A condurre l’evento è stato Matteo Bertolotti, Istruttore di alpinismo del CAI e “motore” del gruppo Sass Baloss.

Il Premio, assegnato dalla Scuola di alpinismo e scialpinismo “Silvio Saglio” del CAI-SEM di Milano, è intitolato alla memoria di Marcello Meroni, astrofisico e divulgatore scientifico, istruttore nazionale di alpinismo della SEM e della Scuola regionale lombarda del CAI.
Secondo i promotori, è “dedicato a chi, in ambito montano, riesce a essere un esempio positivo”, e viene assegnato “alle persone, o gruppi di persone, che si sono particolarmente prodigate, con discrezione, dedizione, originalità, valenza sociale, solidarietà, particolari meriti etici e culturali e in modo volontaristico a favore della montagna e di coloro che amano andar per monti”.

Tra i premiati, negli anni scorsi, sono stati gli alpinisti Ivo Ferrari (2015), Simon Messner (2019) e Matteo Della Bordella (2022). Per la sezione cultura il riconoscimento è andato a Teresio Valsesia (2017), a Francesco Bevliacqua (2018) e a Bepi Pellegrinon (2022), alpinista ed editore veneto. A candidare Michele Comi per il Premio Meroni è stato il giornalista e blogger Luca Rota.

La motivazione del Premio rende omaggio all’esperienza e alla multiforme attività di Michele: “Guida alpina, maestro di sci, geologo, padre di tre figli, è nato in Valmalenco da una famiglia di lunga tradizione alpinistica, che fin dal primo Novecento ha annoverato guide e custodi di capanne alpine. Ha viaggiato e arrampicato in Himalaya, Karakorum, Ande, in Africa e al Polo Nord, partecipando anche a numerose spedizioni scientifiche. La sua attività spazia dalla consulenza per il monitoraggio del dissesto idrogeologico e per la ricerca scientifica in alta quota, in qualità di geologo, all’accompagnamento e insegnamento su tutti i terreni nelle vesti di apprezzata guida alpina. A tali attività affianca quella di formatore esperienziale e la partecipazione a vari progetti di comunicazione, divulgazione culturale, scientifica e sportiva sulla montagna a favore di un turismo alpino consapevole”.

Michele Comi, prosegue la motivazione del Premio Meroni, “è tra i fondatori del “Melloblocco”, la nota manifestazione di arrampicata che si svolge in Valmasino, e tra gli organizzatori di “ALT[R]O Festival” in Valmalenco. Legatissimo alle montagne di casa – il Masino-Bregaglia-Disgrazia, il Bernina, lo Scalino-Painale -ha sviluppato e articolato nel corso degli anni un’attività in montagna talmente intensa sia dal punto di vista tecnico che da quello culturale da elaborare una ridefinizione della figura della guida alpina”.

La guida oggi non deve solo sviluppare la conoscenza della tecnica alpinistica ma “guidare” i frequentatori verso una buona consapevolezza culturale dell’ambiente montano. Il suo “essere/fare la guida” diventa così per chi lo affianca un processo di riattivazione di un’intimità fisica con le montagne atto a risvegliare il personale istinto selvatico dimenticato, l’unico capace di far cogliere più informazioni e di far comprendere in profondità un territorio così speciale e unico come quello montano”.

Congratulazioni e auguri da tutti noi!

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