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La “Via Alta” della Val Bognanco raccontata in un film-documentario

Sei giorni tra rifugi, alpeggi e creste della vallata ossolana guidati dall’ex biathleta azzurro Adriano Darioli. La bellezza dei luoghi e le storie di chi ci ha vissuto

Un film-documentario per promuovere i sentieri di una delle vallate pù selvagge dell’Ossola: la Val Bognanco. L’idea, forse, non è nuovissima ma consente di dirigere la luce dei riflettori su luoghi poco noti e di grande interesse sportive e paesaggistico. Che meritano di essere visitati.

Tutto nasce da una scommessa fatta 30 anni fa

“L’idea è nata da un fatto successo quasi trent’anni fa, quando insieme a Guido Concina ho percorso in cresta la Valle Bognanco toccando tutte le cime”, spiega Adriano Darioli, ex atleta olimpionico e finanziere del SAGF di Domodossola, originario della valle. “Con Guido eravamo colleghi e tutti i giorni salivamo in montagna per servizio. Un’impresa iniziata come una scommessa, una cosa impensabile, soprattutto quando dalla prima cima vedevamo la fine del tragitto dalla parte opposta della valle eppure ce l’abbiamo fatta e alle 20 eravamo a festeggiare al ristorante da Romano al Lusentino. Il trekking che abbiamo percorso quest’estate è una sorta di Via Alta della nostra valle e si sviluppa tra i 1.800 e i 2.000 metri di quota, su sentieri tracciati, battuti e ben segnati”.

L’itinerario del trekking

Il percorso è suddiviso in sei tappe e inizia da San Bernardo. Durante la prima tappa si percorre per un tratto il sentiero GTA fino a monte dell’Alpe Variola, poi si prende il sentiero denominato “Sentiero dei Laghi”, quindi Lago di Variola, primo Lago di Paione e si scende al rifugio “Il Dosso”, dove si può pernottare. Il giorno seguente, si percorre un sentiero sulla dorsale della montagna, che conduce ai fortini del Dosso, al Lago d’Arza, all’Alpe Monscera, alla bocchetta di Monscera e seguendo la cresta di confine italo-svizzera si scende al Rifugio Gattascosa.

La terza giornata incomincia dal rifugio, poi si sale alla bocchetta di Gattascosa, Cima Verosso, bocchetta di Oriaccia, Lago di Oriaccia e si conclude al Rifugio Alpe Laghetto.

La quarta tappa inizia al Rifugio Alpe Laghetto e prosegue verso i Laghi di Campo, l’Alpe Straciugo, si scende all’Alpe Campo e si risale all’Alpe Preia, dove c’è un masso enorme che in passato veniva utilizzato per legare le mucche. Qui non essendoci strutture ricettive occorre dormire in tenda.

La quinta giornata incomincia dalla Balma Alpe Preia e si snoda verso l’Alpe Agrosa, l’Alpe Corte Gianoli, il Passo della Forcoletta e termina al Bivacco Ambrogio Fogar.
Da qui ci si incammina per l’ultima tappa  sul sentiero che porta all’Alpe Garione, risale all’Alpe Scatta, dove un sentiero si incrocia con un altro che arriva dalla Valle Antrona. Si continua verso l’Alpe Saudera, lungo la dorsale che conduce al Colle del Pianino, spartiacque tra Bognanco e Montescheno. Infine, proseguendo sul versante di Bognanco si raggiunge il Rifugio Alpe Manzano, (per richiedere la chiave si può contattare la Pro Loco o il comune di Bognanco). Dal rifugio, la strada sterrata conduce a Bognanco.

Tante storie in presa diretta

Ad ogni alpeggio e località Alberto e Tommaso (i professionisti che stanno seguendo il progetto), hanno intervistato le persone che quei luoghi li hanno vissuti: i gestori dei rifugi, i pastori che inalpavano, gli anziani che da ragazzi facevano i garzoni nelle stalle.

“Si tratta di un’iniziativa di “NaturaBenessereCultura”, portale turistico della Valle Bognanco, per promuovere il territorio utilizzando la figura dell’ex olimpionico Adriano Darioli, nato in valle e che ha utilizzato i suoi sentieri durante gli allenamenti”, spiega Alberto. “È stato lui che ci ha guidato facendoci da cicerone, accompagnandoci da queste persone che avevano una loro storia da raccontare. Ad esempio, al bivacco Ambrogio Fogar erano presenti un geometra e altre due persone che hanno voluto il ripristino della struttura e hanno contribuito alla costruzione. Il nostro obiettivo è quello di promuovere il turismo fornendo una proposta di trekking su più livelli: i primi giorni sono molto semplici, gli ultimi più verticali e difficili, ma sempre agibili a tutti, perché non ci sono tratti esposti o pericolosi. Sul portale “NaturaBenessereCultura” presenteremo una sezione dedicata a questo trekking e la sua divisione in giornate”.

“Questo progetto non nasce solo per mostrare un trekking o un territorio”, prosegue Tommaso. “Vogliamo raccontare la Val Bognanco fuori dai suoi confini e creare un sistema che coinvolga i territori circostanti. Come? Attraverso un itinerario che riesca a fare sistema tra le strutture e le storie – passate, presenti e future -, raccontando la vera essenza di questi luoghi. Il protagonista è Adriano, che 30 anni fa ha stabilito un record, noi l’abbiamo pensata come opportunità per rendere l’escursionista medio partecipe di un’impresa di questo tipo. La traccia GPX sarà pubblicata sul portale, mentre attualmente il documentario è in fase di post produzione e presto verrà presentato con una serata, dove saranno coinvolte le persone del territorio”.

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