Itinerari

5 escursioni autunnali in Val Brembana

Sentieri, laghi e forcelle alla portata di (quasi) tutti nelle Orobie bergamasche

“Il fascino della Valle Brembana sta nella maestosità delle montagne e nella bellezza dei paesaggi che si possono scoprire attraverso la fitta rete di sentieri e di rifugi che costituiscono le infrastrutture fondamentali per le attività alpinistiche, escursionistiche, turistiche e naturalistiche. Questa valle, da sempre, attira gli appassionati che vogliono camminare tra bellezze verticali, ampi pascoli e laghetti alpini, nel più ampio Parco Regionale delle Orobie Bergamasche”, afferma Paolo Valoti, storica anima del CAI Bergamo di cui è stato presidente per ben cinque mandati.

La valle, che deve il suo nome al fiume Brembo, si trova nella zona occidentale della provincia di Bergamo ed è cinta a nord dalla catena delle Alpi Orobie con il Pizzo del Diavolo che ne rappresenta la vetta più alta. San Pellegrino, meta termale d’eccellenza, è il suo centro abitato più noto.
Tra i tanti possibili itinerari della Val Brembana, ne abbiamo scelti 5 particolarmente indicati per la stagione autunnale. Prima di addentrarci nei sentieri, però, è opportuno ricordare che i rifugi in questa stagione potrebbero decidere di restare aperti solo nel fine settimana, pertanto, è consigliabile contattarli sempre prima di partire. In ogni caso un rifugio chiuso non può essere un ostacolo, basta esserne consapevoli e riempire lo zaino di conseguenza.

La Conca di Azzaredo

Si parte dal Rifugio Balicco situato nella Conca di Azzaredo e attraversando ampi “barek” – antichi recinti di pietra allestiti per il bestiame – ci si dirige verso un antico cippo topografico del ‘700 situato a ovest del bivacco Zamboni e probabilmente posto all’interno di una preistorica area sacra. Quindi, si segue il sentiero 101 verso est incrociando i segni lasciati da antichi ghiacciai tra cui una morena frontale perfettamente conservata e il relitto di un rock glacier ormai estinto. Giunti a questo punto si scavalca la sella della Bocchetta di Piedevalle arrivando al Lago di Cavizzola oltre il quale imboccando il sentiero 111A si prende il percorso per tornare al rifugio.
La partenza è a poco più di 1950 metri, la quota più elevata 2.100. Si cammina per un paio d’ore con un grado di difficoltà E (escursionistico)

I laghi di Ponteranica

Escursione panoramica e più impegnativa, quella dei Laghi di Ponteranica, ha un doppio punto d’accesso. Si può, infatti, partire dal Rifugio Benigni arrivando al Rifugio Passo San Marco o viceversa percorrendo, di fatto, la quinta tappa del Sentiero delle Orobie occidentali, sul crinale che separa la valle bergamasca dalla Valtellina. Dal Rifugio Benigni si scende dal canalino per prendere il sentiero 101 fino al Passo di Salmurano dove si possono visitare antiche fortificazioni militari. Quindi, si sale fino alla cresta per poi scendere diagonalmente e risalire verso la Bocchetta di Triomen a circa 2.200 metri. A questo punto si scende nuovamente per arrivare ai laghi di Ponteranica, dove non è inusuale incontrare gli stambecchi. Dal secondo lago si prende il percorso che riporta sul sentiero delle Orobie in direzione Passo San Marco, destinazione della camminata.
Questo percorso (classificato E) parte da 2.200 m per arrivare a quota 1.850 e ha una durata di circa 4 ore.

L’anello del Pizzo Arera

Il periplo del Pizzo Arera è un percorso circolare che parte e arriva al Rifugio Capanna 2000 (a 1969 metri di quota). Durante questo itinerario si incontrano ambienti molto diversi tra loro dove paesaggi verdi si alternano a scenari rocciosi, quasi dolomitici.
Lasciato il Rifugio Capanna 2000 si imbocca il Sentiero dei Fiori e si seguono i segnavia 244 fino ad arrivare al Passo Corna Piana dove, dopo una leggera discesa, si tiene il lato nord del Pizzo Arera fino ad arrivare, tra ghiaie e roccette attrezzate, a risalire la Forcella di Valmora. Giunti a questo punto il sentiero, con diversi saliscendi, torna al Rifugio Capanna 2000.
In questo itinerario la partenza e l’arrivo coincidono e si cammina sempre intorno ai 2000 metri di altitudine. La durata è di 5.30 ore, livello di difficoltà EE.

Il Sentiero dei Fiori al Pizzo Arera

Il Sentiero dei Fiori si sviluppa tra la Val di Vedra, il Passo Branchino e la Val d’Arera e sebbene il suo periodo migliore sia quello primaverile, anche in autunno permette di conoscere la flora presente sulle montagne calcaree delle Orobie. Partendo anche in questo caso dal Rifugio Capanna 2000, si rimane sul sentiero 218 che porta alla Bocchetta di Corna Piana (mentre il periplo del Pizzo Arera conduce al Passo Corna Piana) da cui si scende al Passo Branchino per imboccare il sentiero 222 che porta al Passo di Val Vedra. Da qui si torna al Rifugio Capanna lungo una traccia che corre leggermente più in basso rispetto a quella dell’andata. La peculiarità di questo cammino è rappresentata dalla possibilità di osservare la botanica di questa zona aiutandosi con i tanti pannelli informativi presenti sul tracciato.
Anche in questo caso l’altitudine di partenza e arrivo rimangono intorno ai 2000 metri di quota e il tempo di percorrenza è previsto in circa 3 ore Difficoltà: E.

I laghi sotto il Pizzo del Diavolo di Tenda

I laghi e i laghetti che si trovano sotto il Pizzo del Diavolo di Tenda, molto frequentati d’estate, trovano nell’autunno la loro stagione ottimale per essere visitati.
Si parte dal Rifugio Calvi (2.015 m) seguendo il sentiero 210A che verso ovest attraversa un torrente oltre il quale si arriva a un bivio dove si prende a sinistra fino ad arrivare al Lago dei Curiosi da cui si ammira uno splendido panorama sul Pizzo del Diavolo di Tenda, sul Diavolino e sul Monte Aga. Si torna sui propri passi fino al fino al sentiero 210A che si segue fino al Lago Cabianca. Da qui si hanno tre possibilità: scendere alla diga di Fregabolgia, tornare al Rifugio Calvi oppure allungare l’itinerario raggiungendo il Lago Zelto. L’altezza massima raggiunta in questo itinerario è 2.153 metri. Tempo di percorrenza 3 ore, difficoltà E.

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