Alpinismo

Mount Genyen, ancora disinformazione

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TORINO — Ancora pregiudizio e arroganza. Complimenti alla “Rivista della Montagna” per l’assoluta parzialità della sua informazione per aver pubblicato sulla questione della presunta violazione della vetta del monte Genyen, un articolo di parte dopo che lo stesso era stato ampiamente smentito dalle affermazioni e dai comunicati degli ottimi Karl Unterkircher e dei suoi 5 compagni, protagonisti dell’ “avventura” alpinistica e culturale in territorio Cinese.

Alcune settimane fa, l’alpinista altoatesino che ha guidato con successo la spedizione italiana al Mount Genyen (Cina), è stato accusato da Carlo Alberto Pinelli, presidente di Mountain Wilderness, di non aver rispettato la sacralità del luogo e di essersi fatto beffa dei monaci locali.
 
Come? Secondo le accuse, arrivando in cima alla montagna, ritenuta dai popoli locali – come tutte vette dei dintorni – manifestazione di divinità buddiste. 
 
E’ stato Unterkircher, in prima persona, a precisare che la realtà era ben diversa. Cioè che la spedizione ha collaborato con i monaci per tutto il tempo di permanenza nel Sichuan e che la scalata è fermata nel pianoro sommitale, pochi metri sotto la cima, proprio per rispetto delle credenze locali.

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