Alpinismo

A tu per tu con Adam Ondra. Nel suo mirino c’è la “Terra Promessa”

Il 7 volte vincitore di Rock Master racconta il suo rapporto con Arco, che definisce come “il mio posto preferito nel mondo”. E svela il prossimo obbiettivo, ancora una volta con vista sul Lago di Garda

Ad Arco, lo scorso fine settimana, abbiamo visto ancora una volta tutta la sua superiorità anche se nel duello con Jakob Schubert ci ha tenuti sulle spine fino agli ultimi movimenti in cui, proprio sulla parte terminale, quella in cui l’onda rovesciata del Climbing Stadium sfida maggiormente la forza di gravità, Ondra ha lanciato la zampata finale e brillando in velocità e precisione è andato a stoppare il crono mettendosi la vittoria in tasca. Per la settima volta. Andando a eguagliare una leggenda dell’arrampicata come Ramòn Julien Puigblanque. Ma d’altra parte anche Adam è leggenda e, se dovesse collezionare un’altra vittoria nei prossimi anni, lo diventerebbe ancora di più. È lui che alza il grado, è lui che rovescia gli standard. Se c’è qualcosa che gli altri ritengono impossibile da scalare, prima o poi lui lo salirà. Testa dura, tantissimo talento, costanza e perseveranza sono le doti che fanno di Ondra, a detta di molti, il più forte scalatore al mondo. Non a caso durante la consegna del Salewa Rock Award 2011 (che ha vinto anche negli anni 2008, 2010, 2013 e 2018) la motivazione addotta dalla giuria è stata la seguente: “Per la capacità di alzare continuamente il livello dell’arrampicata superando se stesso e facendo sognare tutti i climber”.

Classe 1993, Ondra rivela fin da subito una propensione naturale per l’arte di salire in verticale. Iniziato alla falesia dai genitori, anch’essi arrampicatori, comincia a scalare all’età di sei anni. A otto è sul 7b+ a vista e nel 2002, all’età di nove anni, sul 7c+ (a vista) e sull’8a lavorato. Solo un anno per consolidare anche quest’ultimo grado a passare dalla scalata lavorata a quella on sight.

Nel 2005, quando all’età di dodici anni sale ormai senza troppi problemi l’8b a vista, è ormai famoso e il suo nome riecheggia tra la comunità climber e sulle riviste specializzate. L’anno dopo arriva il 9a… il resto è storia. Fino al 3 settembre 2017 quando libera Silence, il primo 9c della storia, nella falesia di Flatanger in Norvegia. Un tiro durissimo la cui apertura ha richiesto due anni di tentativi. Proprio in occasione di Rock Master abbiamo avuto modo di porre qualche domanda ad Adam

Conosci Arco fin da piccolissimo, quando insieme ai tuoi genitori trascorrevi qua le vacanze. Farai lo stesso con tuo figlio Hugo?

Da bambino spesso, con i miei genitori, trascorrevo le vacanze ad Arco ed è proprio insieme a loro che ho iniziato a scalare. Vorremmo, mia moglie e io, fare lo stesso anche con nostro figlio perché questo posto ci piace davvero tanto. Non solo i luoghi, ma anche la cultura e la cucina italiana. Ci sentiamo a casa ed è anche per questo che due anni fa abbiamo fatto la scelta di celebrare qua il nostro matrimonio.

Arco e in generale il Garda Trentino sono ricchissimi di pareti già scalate. C’è secondo te ancora spazio per nuovi progetti?

Di falesie e di progetti ad Arco ce ne sono ancora e sempre ce ne saranno anche se queste pareti sono ricchissime di vie già aperte e liberate. Qui, fin dall’avvento dell’arrampicata sportiva in Italia e Europa, sono passati tutti i più grandi. In futuro mi piacerebbe finire un progetto rimasto aperto nella falesia di Terra Promessa dove lo scorso anno ho liberato Wonderland (9b/+). La linea da scalare e liberare si trova sulla sinistra di Wonderland e, a occhio, potrebbe avere uno stesso grado di difficoltà. Adoro chiodare vie nuove, ripulirle, scovare nella roccia quelle prese che mai nessuno ha toccato fino a quel momento. Il potenziale è moltissimo e ho già nel mirino alcune altre pareti.

Sette volte vincitore a Rock Master: sembra che non sia ancora arrivato il momento di cedere lo scettro! Cosa significa per te questo numero?

Vincere sette volte questa gara prestigiosa significa tanto per me. È una gara che ho sognato fin da piccolo. Speravo di vincerla almeno una volta… essere arrivato a sette vittorie è un sogno! Soprattutto perché si trova nella città del mondo che preferisco, Arco appunto.

Hai sempre detto che Rock Master è la gara per eccellenza. Ora però si avvicina un altro possibile traguardo, quello Olimpico.

Il mese scorso non mi sono qualificato tra i primi tre ai Mondiali di Berna e quindi non ho ancora staccato il biglietto per le Olimpiadi, ma ci sono ancora tante occasioni. È una grande sfida, forse la più grande mai affrontata. Il desiderio è guadagnarsi il pass per Parigi 2024 e arrivarci nella miglior forma possibile.

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