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Jim Walmsley e Courtney Dauwalter vincono la XX edizione dell’Ultra Trail du Mont Blanc

Due americani vincono la gara delle gare, non era mai successo. Tante emozioni in una gara tiratissima, che abbiamo potuto vivere interamente grazie alla diretta tv

Con l’arrivo del corridore francese Philippe Train, 48 ore dopo il via, si è conclusa la XX edizione dell’Ultra Trail du Mont Blanc, la più importante corsa di trail running del mondo che si disputa sulla distanza di 170 chilometri con circa 10 mila metri di dislivello. Non ce ne voglia il valoroso transalpino, ma di questa gara ricorderemo soprattutto altro, grazie anche a una diretta tv (online) praticamente no stop condotta magistralmente da Maurizio Torri e Marco De Gasperi, quest’ultimo già campione del mondo di corsa in montagna. Per 48 ore, quindi le gesta di campioni e comprimari (i finisher sono stati 1.758 a fronte di 931 ritirati) sono rimbalzate dal pc agli occhi e, da lì, al cuorecon tutto il corollario di salite spaccagambe affrontate a tutta, discese “a tomba aperta” anche dopo 150 e oltre chilometri di corsa, panorami spettacolari sul Gruppo del Monte Bianco e le sue vallate, colli alpini traboccanti di pubblico come accade nelle corse ciclistiche. E, per entrare in tema agonistico, ecco le fughe, le rincorse, le crisi, l’assistenza ai ristori con soste per brevità degne di un pit stop di F1. Ricorderemo la sfida tra due campioni statunitensi: il vincitore Jim Walmsley e il suo agguerrito rivale Zach Miller, giunto secondo. Per entrambi si è trattato di un esordio sul podio di UTMB, soddisfazione fino a ora negata dalla scellerata abitudine di entrambi di partire a bomba, per poi andare incontro a crisi irreversibili. Ma questa volta sono stati capaci di gestire meglio le proprie forze ed entrambi hanno tagliato il traguardo di Chamonix in meno di 20 ore. Stratosferici.

Courtney Dauwalter, la regina è umana

Ancora una volta il personaggio top della gara è stata Courtney Dauwalter, la campionessa americana del team Salomon che Montagna.tv aveva intervistato a pochi giorni dal via. Courtney ha deciso di partecipare solo poche settimane prima del via, ispirata dall’idea di riuscire a conquistare un triplete mai visto: vincere in una sola estate le due gare più famose degli Stati Uniti – la Western States 100-mile Endurance Run e la Hardrock Hundred Mile Endurance Run – e, appunto l’UTMB, la gara delle gare da lei già conquistata due volte in passato.

L’atleta statunitense, amata per la sua semplicità, i suoi sorrisi e il look da surfista californiana anche in gara, non ha fallito il bersaglio. Ma questa volta ha fatto di più: oltre alle avversarie ha sconfitto anche una crisi durissima, ripresa impietosamente dalle telecamere. Per lunghi chilometri si è limitata a corricchiare, per molti minuti tutti abbiamo potuto osservare il suo volto stravolto e preoccupato mentre rimaneva seduta sulla panca di un ristoro dalla quale sembrava non volersi più rialzare. Altro che il famoso sorriso. I due precedenti exploit a distanza troppo ravvicinata hanno dunque chiesto il conto e a questo si è aggiunto un problema agli occhi che ha costretto l’americana a un frequente uso di collirio. La regina è umana, quindi.
Superata la crisi la Dauwalter ha ripreso ha spingere da par suo presentandosi al traguardo con 40 minuti di vantaggio sulla tedesca Katarina Hartmuth tra due ali di folla che la acclamavano ben più sonoramente rispetto ai colleghi maschi. Eccola l’immagine che più di tutte resterà nella memoria: la campionessa provata, ma ancora una volta vincente e fuori dagli schemi. Come raccontano quegli occhiali a specchio che nulla hanno a da vedere con i tradizionali modelli tecnici. Ma lei può.

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