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Segnali di vita, il film premio del pubblico al Trento Film Festival

Girato nel vallone di Saint-Barthélemy, in Valle d’Aosta, il lungometraggio diretto da Leandro Picarella mette a confronto abitudini e concezione della vita degli abitanti della valle con leggi dell’astronomia e della scienza.

Sin dalle primissime fasi di sviluppo, ho pensato questo progetto come un film per il quale fosse imprescindibile vivere i luoghi e le persone che li abitano. Durante la prima fase di sviluppo (luglio-ottobre 2021), mi sono concentrato più sul come entrare nella comunità montana, ricevere fiducia da parte degli abitanti della valle, prima ancora di immaginare percorsi narrativi. È in questa fase che ho conosciuto Silvia, Severino, Gabriele e Agata e tutta la comunità di Saint-Barthélemy. […] In questo nuovo ambiente ho potuto portare avanti la mia ricerca sul cinema del reale e sulla mescolanza di realtà e finzione, partendo da una profonda connessione con il luogo”. Così Leandro Picarella, regista di Segnali di vita, introduce la sua opera.

“Misconcezioni”. È il titolo campale, scritto a pennarello nero, che sta sul faldone di questionari che l’astrofisico Paolo Calcidese, recatosi in cima a una montagna dalla caotica Milano, viene costretto a somministrare agli abitanti del vallone di Saint-Barthélemy (in Valle d’Aosta), dopo che per un incidente di percorso il suo lavoro di ricerca all’Osservatorio Astronomico della Valle d’Aosta viene improvvisamente interrotto.

È una trovata da film di finzione, sembra quasi messa in scena (e probabilmente lo è), ma è l’espediente narrativo intelligente e accattivante che spinge il documentario di Leandro Picarella, Segnali di vita verso la sua principale direzione tematica e narrativa: quella di dover mettere a confronto – forzandolo – uno scienziato sarcastico, disilluso e non poco morettiano con il suo scetticismo umano, faccia a faccia con gli abitanti della valle, le concezioni popolari e il folclore locale rispetto alle leggi dell’astronomia e della scienza in generale.

Dopo aver debuttato alla Festa del Cinema di Roma 2023 e la distribuzione nelle sale valdostane, Segnali di vita ha vinto il premio del pubblico come miglior lungometraggio al 72esimo Trento Film Festival.
Il documentario di Picarella è a dir poco accattivante proprio per la sua dimensione fluida tra la messa in scena e il documentario “genuino”. Quello di Paolo Calcidese è infatti un vero e proprio personaggio con una storia, un arco narrativo e una morale finale. È l’uomo della scienza, della città e della rigidità empirica, ma il motivo per cui si è recato a Saint-Barthélemy ha qualcosa di molto più personale. È proprio questa dimensione personalistica che, unita alla scoperta del retaggio culturale degli abitanti del luogo, rende Segnali di vita un film a suo modo notevole.

È infatti con fluidità, divertimento e riflessività che il documentario di Picarella fa riflettere sui nostri pregiudizi, sui limiti della conoscenza e soprattutto su ciò che accomuna Calcidese e gli abitanti della valle: un banale desiderio di tranquillità e la genuina ammirazione per la “realtà delle cose”. Si tratta di una realtà che, per quanto dissimile nella conoscenza delle sue leggi (c’è un forte cristianesimo e un forte folclore, radicato nella valle), alla fine viene fuori dal documentario come l’idea stessa di esistenza umana in rapporto all’universo. È la solitudine dell’uomo, la sua finitezza, la sua infinitesima importanza che, ravvivata dai rapporti umani, assume una dimensione ancora più complessa, più poetica. Paradossalmente, confermando il rigore della scienza il documentario non nega, e anzi afferma, la sua complessa convivenza con altri modi di rapportarsi al reale.

Il tutto è sigillato, nella sua riuscita, da immagini spesso di grande ironia, di dolcezza (per come racconta i vari personaggi della Valle, nella loro bontà ingenua), e da uno studio attento delle posizioni della macchina da presa che, simulando il modo della messa in scena della finzione, rende ancora più forte l’idea che Segnali di vita sia un documentario ibrido, al confine tra i pensieri e i linguaggi.

Segnali di vita tornerà nelle sale italiane nelle prossime settimane con diverse proiezioni a Roma, Milano, Agrigento, Messina, Mazara del Vallo (TP), Palermo, Catania, Brescia, Sciacca (AG), Udine e Genova.

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