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Il Club Alpino Accademico ricorda “Korra” Pesce con il Premio Paolo Consiglio

Il premio è stato assegnato ex-aequo alle due imprese sul Cerro Torre, simboli di determinazione, capacità tecniche grande maturità alpinistica

Quindici mesi fa, uno straordinario alpinista italiano perde la vita sul Cerro Torre, 3128 metri, una celeberrima vetta della Patagonia argentina. Corrado “Korra” Pesce, novarese di Casalino, 41 anni, guida alpina con base a Chamonix, viene ucciso nella notte tra il 27 e il 28 gennaio 2022 da una scarica di ghiaccio e roccia sulla parete Nord della montagna. Dopo due giorni, i tentativi di salvataggio vengono interrotti perché, secondo il Soccorso alpino locale “non era più possibile trovarlo in vita”.
Il 27 gennaio, “Korra” e il suo compagno di cordata, l’argentino Tomás “Tomy” Aguiló, aprono La Norte, una nuova e difficilissima via sulla parete Nord del Cerro Torre. Prima di raggiungere la vetta, la cordata italo-argentina viene raggiunta da tre Ragni di Lecco, Matteo Della Bordella, David Bacci e Matteo De Zaiacomo, autori di un’altra via nuova. Negli ultimi 150 metri i cinque formano una sola cordata, e in testa sale “Korra” Pesce. Entrambe le vie nuove sono lunghe circa 1200 metri, e hanno difficoltà fino al 7a.

I tre alpinisti lombardi bivaccano sulla calotta di ghiaccio della cima, per scendere l’indomani per la Via del Compressore sullo spigolo Sud-est del Torre. “Korra” e Aguiló scendono invece in doppia per l’itinerario percorso in salita, e si fermano per qualche ora su un terrazzo. Qui vengono colpiti dalla scarica di ghiaccio e pietre. L’alpinista italiano non è in grado di muoversi, l’argentino sì.
“Tomy” mette in qualche modo al riparo l’amico, poi riesce a calarsi per circa 300 metri, e urla per chiedere aiuto. Della Bordella, nonostante la stanchezza, riparte per aiutarlo insieme allo svizzero Roger Schaeli, al tedesco Thomas Huber e all’argentino Roberto Treu. In circa tre ore i quattro raggiungono il ferito, lo mettono in sicurezza, iniziano a farlo scendere accompagnato da Huber e Treu.
Il tempo cambia, si alza il vento, Schaeli e Della Bordella non riescono a proseguire. Poi un drone del Soccorso alpino avvista “Korra” ormai privo di vita. Nelle ore successive, i tre Ragni decidono di chiamare la loro via Brothers in Arms, “in onore di Matteo Bernasconi, Matteo Pasquetto, “Korra” Pesce e tutti i nostri fratelli che sono mancati sulle montagne che tanto amiamo”.

Sabato 20 maggio, durante l’Assemblea nazionale 2023 dei Delegati del Club Alpino Italiano, il Club Alpino Accademico Italiano annuncia che il Premio Paolo Consiglio, assegnato dal CAAI a spedizioni di carattere esplorativo o di elevato contenuto tecnico, organizzate da piccoli gruppi di alpinisti a prevalente composizione giovanile nell’anno precedente, viene assegnato ex-aequo alle due imprese sul Cerro Torre.
“Si vuole premiare la salita di due vie nuove, indipendenti al 75%, su una cima emblematica, universalmente riconosciuta come la guglia di roccia più difficile al mondo” recita la motivazione. “La sola idea di percorrere una linea nuova, anche se parzialmente già superata, e di provarla poi effettivamente è indice di estrema determinazione, grandi capacità tecniche e di una maturità alpinistica completa e non comune”.
“Come sempre, al di là del valore intrinseco della salita, si vuole premiare il tipo di approccio originale e leggero, nel quale la determinazione e il coraggio di mettersi in gioco rappresentano i cardini sui quali si basa il successo. Non capiterà più l’occasione di dare un premio a ben due salite contemporanee di questo livello” conclude la motivazione del CAAI.

“Dormi bambino mio, cieli e terra nuovi si spalancano davanti a te, continuerai ad arrampicare verso il cielo” aveva dichiarato Adelia, madre di “Korra” Pesce, alla notizia della tragedia. I fratelli Franco e Riccardo, insieme al padre Ruggero, hanno ritirato il premio Paolo Consiglio, che ricorda un alpinista di Roma autore di importanti spedizioni esplorative.
“Desidero ringraziare di cuore i miei compagni di avventura David e Giga per aver reso possibile questa salita. È stato un momento molto emozionante e toccante per tutti i presenti in sala, grazie al bellissimo ricordo di “Korra” Pesce fatto dal papà” ha commentato Matteo Della Bordella. La somma raccolta con le donazioni in memoria di Korra è stato consegnato alla figlia quindicenne Leia, meno una quota impiegata per inviare del materiale al Soccorso alpino di El Chaltén.

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