Gente di montagna

Kami Rita Sherpa ha raggiunto quota 27 ascensioni all’Everest

La biografia dell' "uomo dell'Everest", lo sherpa che ha raggiunto il tetto del mondo 27 volte (per ora)

Quello infranto lo scorso 17 maggio sulla vetta del Monte Everest è soltanto l’ultimo di una serie di straordinari record raggiunti da Kami Rita Sherpa, 53enne fortissima guida nepalese.
Alle 8.30 del mattino Kami Rita ha infatti raggiunto per la ventisettesima volta la cima del tetto del mondo, superando il proprio precedente record per il quale era stato pochi giorni prima “doppiato” da un collega, il 46enne Pasang Data Sherpa nel compiere la sua ventiseiesima ascensione alla stessa cima. Il 17 maggio Kami Rita, ora universalmente conosciuto come “l’uomo dell’Everest” era in vetta assieme al suo cliente vietnamita, un milionario boss della finanza, e da lì è rientrato a Kathmandu in ottime condizioni di salute.

La vita e l’alpinismo

Kami Rita Sherpa nasce nel 1970 a Thame, un villaggio di quarantacinque case in sasso nel distretto del Solukhumbu del Nepal orientale, una vera e propria culla di sherpa. È di Thame Tenzing Norgay, il capostipite degli sherpa sull’Everest in quanto primo uomo nel 1953 assieme a Edmund Hillary. Ed è sempre a Thame che nascono, tra gli altri, Pasang Lhamu Sherpa, la prima donna sherpa, e Ama Sherpa, primo a scalare la cima per 21 volte con un record che ha detenuto fino al 2017. Un entourage che gli sarà di stimolo e desiderio di emulazione durante l’adolescenza. A Thame, Kami Rita cresce insieme al fratello e alle sei sorelle in una casa con un unico spazio condiviso destinato alla famiglia, e l’altro adibito a stalla.

Kami Rita è inoltre figlio d’arte, perché suo padre è stato tra i primi a intraprendere la professione di guida dopo l’apertura dell’Everest agli scalatori stranieri, e anche suo fratello, Lakpa Rita, ha raggiunto come guida quella cima ben diciassette volte.
Prima di approdare alle scalate d’alta quota, Kama Rita trascorre quattro anni nel monastero di Thame Dechen Chokhorling – uno dei più antichi del Khumbu – insediato su una sporgenza rocciosa sopra il villaggio, ed è qui che matura l’esigenza di dedicarsi alle ascensioni.

“Crescendo nel villaggio – raccontava all’Indipendent nel 2018 – invidiavo i bei vestiti e le cose che chi lavorava portava a casa al rientro dalle spedizioni”, e oggi guadagna 10.000 dollari per ogni ascensione, una cifra enorme se si considera la media di 700 dollari l’anno nel suo paese.
Kami inizia nel 1992 a salire in quota al seguito del fratello, lavorando come cuoco al campo base. La sua prima ascensione la compie a 24 anni, nel 1994. A seguire Kami salirà sulla cima dell’Everest quasi ogni anno, tranne nel 1996, 2001, 2014, 2015 (causa terremoto) e 2016, perché raggiunge, a volte nello stesso anno, anche altri Ottomila come il Cho Oyu per otto volte (2001, 2004, 2005, 2006, 2009, 2013, 2014, 2016), il Lhotse nel 2011, e il K2 nel 2014. Un altro suo record personale è l’aver raggiunto per 37 volte degli Ottomila.

Tutte le ascensioni di Kami Rita all’Everest hanno avuto luogo sempre nel mese di maggio, per la via del Colle Sud: soltanto nel 2016 lungo il versante settentrionale tibetano.
Kami Rita e suo fratello Lakpa Rita sono stati inoltre tra i primi a raggiungere lo scenario della terribile valanga che uccise 16 sherpa nel 2014 lungo la seraccata del Khumbu (Khumbu Icefall), dove si sono fermati per ore a cercare di disseppellire i corpi dei colleghi sherpa, uno dei quali era lo zio.

Kami era sulla stessa montagna anche nel 2015 quando il terribile terremoto uccise 19 persone al Campo Base: le tende del suo team erano collocate quell’anno nel punto più distante dal campo base, motivo per cui si erano salvati. Dopo queste tragedie Kami ha cominciato a ricevere forti pressioni dalla propria famiglia per l’interruzione di una professione così rischiosa, decisione che ha cercato di rimandare.
È noto che si tratta di una professione ad elevata mortalità: da quanto sono iniziate le spedizioni su questa montagna, gli sherpa che hanno perso la vita sono circa un terzo del totale dei morti provenienti da tutto il mondo. Sebbene nel 2018 avesse dichiarato di voler raggiungere solo l’obiettivo delle 25 ascensioni, Kami Rita ha poi contestualmente affermato: “Ci sono molti rischi nell’arrampicata. Ho dovuto continuare a farlo perché non so fare nient’altro.

Kami ha anche riconosciuto che negli ultimi trent’anni le salite agli Ottomila sono diventate meno rischiose, in virtù del migliore equipaggiamento e delle previsioni meteo più precise nell’avvisare sull’arrivo di tempeste potenzialmente mortali. “I pericoli ci sono sempre: i crepacci sono profondi  e i pendii imprevedibili. Ma non arrampichiamo alla cieca come eravamo soliti fare. Siamo meglio informati sulle previsioni meteo e sulle condizioni della montagna. Anche i nostri clienti sono più capaci e si allenano per almeno un anno prima di fare un tentativo all’Everest”.

Ritornando ai suoi incredibili record, Kami li detiene a partire dal 2017, quando è stata la terza guida nepalese con Ama Sherpa e Phurba Tashi Sherpa, a raggiungere quota 21 nelle ascensioni dell’Everest; nel 2018 arriva il record della 22a e nel 2019 lo ha salito per due volte nell’arco di soli sei giorni: “Ho stabilito – ha detto alla AFP News Agencyquesti record non con l’intenzione di perseguirli ma semplicemente compiendo il mio lavoro di guida”. Con un grande senso di appartenenza al proprio Paese, Kami ha anche detto: “Io scalo per il mio Paese – ha dichiarato nel 2021 – e senza noi alpinisti, non c’è nulla. Le guide come noi sono necessarie per il settore turistico in Nepal”.
“Dopo una vita dedicata all’alpinismo, ho capito che le scelte che facciamo portano ad esperienze reali. Una cosa è decidere di scalare una montagna. Ben altro è esserci sopra, ma l’unica costante che dovremmo sempre avere presente è avere fiducia in noi stessi e non mollare mai perché, secondo me, l’impossibile è solo un’opinione.”

Dal 2019 Kami fa parte della compagnia di Kathmandu, la Seven Summit Trek (fino al 2018 afferiva ad una compagnia americana). Nel 2023 sono stati concessi 478 permessi per salire sull’Everest, il numero più alto in assoluto.
Kami è anche brand ambassador di Himalayan Glacier Adventure and Travel Company e di Brij Super Premium OPC, un derivato del cemento prodotto in Nepal.
Quando non raggiunge le cime degli Ottomila, nella stagione autunnale, Kami Rita fa la guida ai trekking attorno all’Everest, spesso accompagnato dal figlio: è durante uno di questi trekking che Stefano Ardito lo ha incontrato sorridente nel 2022: “In questi giorni me la godo tranquillo a guardare l’Everest dal basso”.

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