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Conto alla rovescia per il Melloblocco, ce ne parla Michele Comi

Dal 4 al 7 maggio torna in Val Masino l'appuntamento con il Melloblocco. Una riflessione di Michele Comi, tra gli ideatori storici dell'evento

Scalare sui sassi di granito della Val Masino è un po’ come fare il pieno di bellezza, senza il riempimento ossessivo di cose e altre attività incapaci di restituire il senso della semplicità.
È una piccola ricerca dell’essenziale, forse sempre più necessaria di questi tempi, anche nelle passioni ludiche o sportive.
È una semplificazione nella sfera dei bisogni che dilata lo spazio anziché restringerlo, ma soprattutto è un’esperienza estetica e generativa che prende le distanze da codici e regolamenti.

Pochi ed essenziali sono gli ingredienti del Melloblocco: sali in Val Masino, trova il tuo spazio, il tuo punto di attenzione, esplora, scala, fai quello che ti senti di fare, nel rispetto delle persone e della natura.
Il segreto sta nel potenziare l’esperienza sensoriale e corporea a contatto con gli elementi naturali, con un’attenzione ai fenomeni, all’intorno, per apprezzare il valore delle cose, dalle grandi pareti al più piccolo e insignificante masso.
Melloblocco non utilizza strutture di alcun tipo e favorisce l’incontro con semplicità verso ciò che la natura ha messo a disposizione.

È anche attenzione a come ci muoviamo negli ambienti naturali, perché tutti abbiamo un impatto, perché anche gli spazi d’avventura e d’arrampicata non sono infiniti e vanno preservati. Per questo si è deciso di non aggiungere alcuna nuova area allo sterminato parco boulder esistente, per favorire il recupero di una parte delle migliaia di passaggi d’ogni difficoltà che costellano la Valle.
Un invito a muoversi esclusivamente a piedi, fare attenzione, ai gioielli di pietra nascosti, ai numerosissimi angoli di bellezza, lontani dal mero consumo delle esperienze. Dove la sola energia da utilizzare è quella dei nostri muscoli.

Per promuovere la consapevolezza del valore dell’impegno, per prendersi cura delle rocce e degli spazi naturali che contornano le nostre passioni.
Arrampicare sui sassi è inutile per le necessità della vita, qui non si fabbrica né produce nulla, ma si dischiudono pensieri belli, si incontrano persone accomunate dalla stessa devozione e forse ci si educa a stare in libertà di fronte allo spettacolo di rocce monumentali, per meglio porsi in ascolto dei propri pensieri.

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