AlpinismoAlta quota

Dhaulagiri e Annapurna con gli sci, la “pazza” idea di Bartek Ziemski e Oswald Rodrigo Pereira

“Siamo felici di annunciare che il MAD SKI PROJECT 2023 è ufficialmente in corso”. Dalla Polonia arriva notizia di un’altra bella spedizione da seguire in primavera tra le vette d’Himalaya, che vedrà come protagonisti gli alpinisti Bartek Ziemski Oswald Rodrigo Pereira. Andiamo a scoprire insieme destinazione e dettagli di quella che si prospetta essere una grande avventura a quota Ottomila, premettendo che dal nome scelto per il progetto si possa evincere che si tratti di una “pazza” idea che prevede l’utilizzo degli sci. 

Un progetto “pazzo”

Il Mad Ski Project 2023 vedrà una duplice destinazione: due ottomila, Annapurna (8091 m) e Dhaulagiri (8167 m). La coppia Zemski – Pereira è partita alla volta del Nepal, pronta a tentare questa doppia salita, alquanto speciale. In primo luogo si tratterà di due ascese che puntano a realizzare senza fare uso di ossigeno supplementare e senza Sherpa di supporto. Secondo dettaglio, che spiega quel “mad” (pazzo, folle) che caratterizza il progetto, è che la discesa dalle due cime verrà realizzata sugli sci. Nel dettaglio, a Bartek sarà affidato il compito di tentare quella che di fatto sarebbe la prima discesa polacca sugli sci dei due Ottomila, a Oswald di effettuare le riprese. Se tutto andrà bene, si prevede che le due discese possano essere completate entro fine maggio.

Un obiettivo decisamente ardito quello che sta inseguendo Bartek, accompagnato da Oswald. Alle spalle il giovane alpinista polacco, 27 anni, vanta già due discese con gli sci sugli Ottomila, realizzate nel 2022 su Broad Peak (8051 m) e Gasherbrum II (8035 m), saliti in solitaria senza ossigeno né portatori d’alta quota. Il 18 luglio era in vetta al Broad Peak, 9 giorni dopo al GII. La discesa sugli sci di quest’ultimo ha rappresentato una prima polacca e gli è valsa il riconoscimento Kolosy per l’alpinismo. La passione per lo sci d’alta quota lo ha visto scivolare anche sulle nevi di diverse vette del Perù nel 2021, tra cui il Vallunaraju Sur (5605 m), la parete sud dell’Artesonraju (6025 m) e il Quitaraju (6040 m). Formatosi come alpinista nel gruppo giovanile della federazione alpinistica polacca (PZA), ha maturato esperienze sulle Alpi e in Himalaya, dove oltre ai sopracitati Ottomila, ha svolto due spedizioni su Lhotse (2018) e Laila Peak (2021).

Oswald, membro della squadra invernale di himalayismo polacco (PHZ), oltre che abile alpinista è un reporter d’alta quota. “Ho iniziato ad arrampicare e filmare nel 2018 – si legge nella bio sul sito della sua agenzia di produzione www.oshighproduction.com – .  È stato a febbraio 2018 che ho lavorato come reporter della spedizione invernale nazionale polacca sul K2. Successivamente, ho partecipato a tre spedizioni nell’ambito del programma Artur Hajzer Polish Winter Himalaism: Nanda Devi East, Lhotse e Batura Sar. Nell’inverno 2020/21 ho assistito al trionfo e alla tragedia del K2. Nell’estate del 2021 sono tornato con la mia macchina fotografica per lavorare sulla seconda montagna più alta del mondo. Sono salito al Campo 3 (7300 m). Ho anche scalato il Broad Peak senza ossigeno supplementare. Quando non sono in alta montagna, corro ultramaratone, arrampico, leggo o… mi occupo di cani in un rifugio a Varsavia.”

Precedenti discese dei 2 ottomila

Sia l’Annapurna che il Dhaulagiri hanno finora visto una manciata di tentativi di discesa sugli sci, ma se nel primo caso si annovera una discesa integrale, per il Dhaulagiri tale obiettivo ancora non è stato raggiunto. Due gli sciatori che “ci sono andati vicino”. Nel 2007 lo svedese Frederik Ericsson è sceso da 7900 m (a causa delle condizioni della neve proibitive alle quote superiori) fino al campo base nel 2007. Qui di seguito il documentario che racconta quel tentativo, cui Ericsson non ebbe modo di dare un seguito. Morì infatti nel 2010 sul K2.

Nel 2009 il ceco David Fojtik, salito senza ossigeno supplementare, ne ha realizzato una discesa “a tratti” lungo la cresta nord-est, da 20 metri sotto il couloir superiore a 30 metri sopra campo 3, e poi un secondo tratto sugli sci da C2 (6700 m) al campo base (4700 m).

Per quanto concerne l’Annapurna, è riconosciuta come prima discesa integrale lungo la via normale, dalla vetta al campo base in giornata, quella realizzata nel 1995 dai fratelli sloveni Andre (Drejc) e Davorin (Davo) Karničar, saliti anche loro senza ossigeno supplementare. A voler essere precisi, la discesa di Davo, come confermato anche da Elizabeth Hawley, iniziò 200 metri sotto la vetta. Da ricordare è anche il tentativo di discesa lungo la parere nord del 1979 ad opera del francese Yves Morin, salito senza ossigeno supplementare, che purtroppo morì di sfinimento a 6600 metri.

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