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Matteo Eydallin e Robert Antonioli trionfano all’Adamello Ski Raid, una gara tra gioie e tristezza

Sabato 25 marzo sulle nevi del comprensorio Pontedilegno-Tonale è andato in scena l’Adamello Ski Raid, sfida che ha assegnato i titoli di campioni del mondo long distance team di SKIALP. Giunta alla sua ottava edizione, la gara, valida anche come tappa del circuito La Grande Course,  ha visto quest’anno 260 partenti, 130 coppie in rappresentanza di 17 nazioni. A vincere la sfida, ribadendo di non avere rivali nelle gare di scialpinismo classico, il piemontese Matteo Eydallin e il valtellinese Robert Antonioli. I due, che a inizio marzo si sono laureati campioni del mondo nella team race, portano così a casa una nuova medaglia d’oro. Sul fronte femminile, a guadagnare il gradino più alto del podio le francesi, dominatrici di stagione, Axelle Mollaret e Emily Harrop.

Il recap della giornata

Quella dei due alpini azzurri è stata una prestazione attenta. Sono stati eccellenti nel gestire le proprie energie lungo i 30 km del percorso, che presentava un dislivello positivo di 3.115 metri e negativo di 3.455, con 12 cambi assetto, 4 salite, 4 discese, 4 tratti a piedi dei quali 2 in salita. Al passaggio ai 2.990 metri di Passo Presena, al primo cambio pelli, sono giunte cinque coppie praticamente appaiate, tre team italiani e due francesi. Prima discesa e seconda salita verso il punto più alto della gara (Punta Venerocolo a 3.312 metri) ed arriva il primo colpo di scena, con il ritiro del team formato dal vermigliano Davide Magnini e dal valdostano Nadir Maguet, quest’ultimo in giornata no. Poco dopo è arrivato un altro forfait inatteso, nella competizione femminile, del team Italia 1 formato dalla veneta Alba De Silvestro e dalla valtellinese Giulia Murada, che aveva dichiarato prima del via di non essere al top. A Punta Venerocolo nulla era deciso, con i due team francesi composti da Mathèo Jacquemod e Samuel Equy, e da William Bon Mardion e Xavier Gachet a ruota l’uno dell’altro, così come la coppia italiana.

L’esperienza di Eydallin e la tenacia di Antonioli hanno fatto la differenza sull’ascesa a Cresta Croce, nel tratto conclusivo con gli sci nello zaino fino ai 3.307 metri di quota, quando sono riusciti a staccare, seppure di poco, gli avversari. Un vantaggio che si è gradualmente intensificato anche nell’ultima salita ai 2.996 metri del Passo dei Tre Denti, quando i due hanno gestito la leadership nella discesa fino al traguardo di Ponte di Legno. Robert Antonioli e Matteo Eydallin hanno così concluso la prova a braccia alzate dopo 4 ore 4 minuti e 24 secondi di gara, precedendo di 2’49” Matheo Jacquemod e Samuel Equy, quindi a 7’2″ dai trionfatori sono giunti gli altri due transalpini William Bon Mardion e Xavier Gachet.

Conosco molto bene le insidie dell’Adamello Ski Raid, una gara lunga e impegnativa con un dislivello importante, dove è necessario gestire il proprio fisico. La mia esperienza e le due vittorie già ottenute su questo tracciato nel 2015 e nel 2017 ci hanno suggerito di partire con calma, cercando un ritmo regolare il più possibile. Nella salita di Cresta Croce ci siamo trovati assieme alle due squadre francesi ed abbiamo aumentato la cadenza riuscendo a staccarle, e forzando anche nell’ultima ascesa. Poi in discesa abbiamo gestito il vantaggio”, le parole di Eydallin al termine della sfida.

Durante la discesa Antonioli ha anche subito un piccolo infortunio ma, come ha successivamente dichiarato, si è trattato per fortuna di un nulla di grave: “Sono proprio contento per questo titolo mondiale e per la prima vittoria all’Adamello Ski Raid. È stata una gara durissima e sono felice per il modo in cui sono riuscito a gestirmi, grazie soprattutto all’esperienza di Matteo, che ha dettato il ritmo, soprattutto nell’ultima salita in cui mi ha spronato senza sosta. In discesa ho anche avuto un piccolo infortunio ad un dito di una mano, cadendo, ma non è stato nulla di grave. Una discesa fino al traguardo interminabile, ma la vittoria fa passare tutte le fatiche”.

Dopo 12 minuti ha tagliato il traguardo il secondo team italiano, formato dal trentino di Molveno Federico Nicolini e dall’altoatesino di Ortisei Alex Oberbacher, quindi ancora più staccati il team Austria con Daniel Ganahl e Paul Verbnjak e poi la squadra svizzera con Pierre Mettan e Julien Ancay. La sfida Open ha visto emergere invece la coppia austro elvetica formata da Jakob Hermann e Martin Anthamatten (quarto tempo assoluto), davanti al team italo svizzero William Boffelli e Werner Marti.

Senza storia la competizione femminile, con le fuoriclasse Axelle Mollaret ed Emily Harrop in testa già dai primi metri di verticalità, fino al traguardo, dove hanno concluso con il tempo di 4 ore 57 minuti 55 secondi. Ad oltre 6 minuti è poi giunto l’altro team transalpino, composto dalle sorelle Lena e Candice Bonnel, mentre la medaglia di bronzo mondiale è andata alla valtellinese di Valfurva Giulia Compagnoni in coppia con la piemontese di Coazze Ilaria Veronese. Quarto posto assoluto, ma primo nella categoria Open femminile, per la coppia italiana formata dalla trentina di Molveno Elena Nicolini e dalla bresciana di Ponte di Legno Corinna Ghirardi. Hanno concluso la propria gara con il tempo di 5h23’17”.

Se vi siete persi la gara…

Una sintesi televisiva di 30 minuti si potrà seguire oggi, lunedì 27 marzo alle ore 18,30 su SportItalia e sabato 1 aprile alle 12.40 su Rai Sport Hd. Programmazione anche sul canale televisivo sportoutdoor.tv sulle piattaforme delle principali smart tv e su un circuito di 100 tv locali di tutta Italia e straniere.

Scialpinista perde la vita in gara

Un evento ricco di emozioni e soddisfazioni, tanto per gli scialpinisti in gara che per il comitato organizzatore, avvolta però improvvisamente da un velo di tristezza a seguito della morte di uno degli scialpinisti in gara. Pur essendo stato prontamente assistito dal compagno di squadra e dal personale sanitario del soccorso alpino presente in quota e successivamente trasportato a valle dal servizio di elisoccorso col coordinamento dell’autorità giudiziaria di Brescia, Omar Ferrero, 42 anni, di San Secondo di Pinerolo, tesserato per lo Sci club Prali Val Germanasca, che era in gara con il compagno Ivan Monnet è deceduto a causa di un arresto cardiaco. Il comitato organizzatore, shockato, ha deciso di limitare al massimo i toni celebrativi della premiazione, che si è svolta all’insegna della massima sobrietà.

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