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Varful Gugu, la misteriosa montagna della Romania che scompare

La Romania è una terra ricca di luoghi misteriosi, dalla Sfinge di Bucegi al celebre castello di Bran, turisticamente noto come “castello del Conte Dracula”, dalla Fortezza di Poenari, vera dimora di Vlad Ţepeş, allo Stagno delle Streghe nella foresta Boldu-Cretasca, solo per citarne alcuni. Nella lista di località perfette da visitare per chi sia affascinato dal paranormale, troviamo anche una montagna: il Vârful Gugu (trad. Picco Gugu, Monte Gugu) noto come “la montagna che scompare”. Una vetta avvolta da nebbie e leggende.

Il Vârful Gugu

Il Vârful Gugu si trova nella Romania occidentale, nelle vicinanze del Parco Nazionale di Retezat, e con i suoi 2291 metri rappresenta la vetta più elevata dei Munţii Godeanu, gruppo montuoso dei Carpazi Meridionali. È al contempo una meta escursionistica e una attrazione turistica. Sono tanti i curiosi che annualmente si mettono in cammino per andare a vedere con i propri occhi la montagna misteriosa e assistere ai fenomeni che qui si manifestano.

La denominazione di “montagna che scompare” attribuita al rilievo è legata a un particolare fenomeno: ogni giorno, per una manciata di ore, la montagna sembra sparire alla vista di chi la osserva da valle, come se si dissolvesse nel cielo. Oltre a scomparire, accadono cose strane sul Gugu, come lampi di luce che sembrano generarsi sulla cima e una strana energia che pare causi improvvisa sonnolenza, stati di paura, soffocamento e la sensazione di essere osservati, impedendo di fatto di dormire sonni tranquilli qualora si decida di bivaccare sulla montagna.

La scomparsa di un aereo nella zona ha anche portato il Vârful Gugu a essere ritenuto una sorta di triangolo delle Bermuda nel bel mezzo dei Carpazi. E proprio in occasione dello svolgimento delle indagini volte a chiarire le sorti del velivolo (di cui non sono state trovate tracce), è stato riportato anche un altro fenomeno particolare: i filmati realizzati sulla montagna nel corso delle ricerche, una volta visionati, sono risultati totalmente vuoti.

Una montagna decisamente interessante, sia per gli appassionati di paranormale sia per gli scienziati. Un nutrito mix di anomalie che in epoche lontane ha portato alla nascita di leggende e credenze popolari.

Dai Daci a Jules Verne

I Geti e i Daci, antiche popolazioni traciche, abitanti dell’odierna Romania, consideravano la montagna sacra, in quanto dimora del dio Zalmoxis. Un personaggio mitologico citato in epoca greca da autori quali Erodoto, Platone e Strabone. Nei loro scritti Zalmoxis viene presentato come un discepolo dei Pitagorici che, giunto presso la popolazione tracica dei Geti dopo una serie di viaggi, tra cui uno in Egitto in cui ebbe modo di apprendere “l’arte dell’immortalità”, li impressionò con i suoi talenti. Si meritò pertanto l’attribuzione del ruolo di co-regente del re e divenne un Sommo Sacerdote. Secondo la leggenda, avrebbe vissuto per tre anni in una grotta su una montagna sacra, menzionata come Kogaion e dichiarato nel mentre morto. Ma al quarto anno tornò tra la gente affermando di essere resuscitato. Un mortale divenuto immortale, dunque un dio o un demone. Il Gugu potrebbe rappresentare la mitologica Kogaion e difatti è anche presente una piccola grotta, ritenuta il rifugio di Zalmoxis.

Si narra inoltre che Decebalo, ultimo sovrano della Dacia, avesse deciso di nascondere il suo tesoro proprio sul Vârful Gugu, sperando che lo Spirito del Sommo Sacerdote Zalmoxis, potesse aiutarlo a proteggerlo nel tempo. Ancora oggi, non è raro incontrare lungo i sentieri che portano alla vetta dei cacciatori di tesori.

Nella sua opera “Enigmele Miturilor Astrale” (Gli enigmi dei miti astrali), lo scrittore rumeno Victor Kernbach, specializzato in mitologia, descrisse il Gugu come un centro energetico essenziale del pianeta”, un Chakra della Terra, un po’ come Stonehenge o le Piramidi di Giza, fatto che spiegherebbe la particolare longevità degli abitanti che vivono alla base del monte, detti “gugulani” e gli strani fenomeni energetici testimoniati dagli escursionisti.

Il Vârful Gugu e i Munţii Godeanu si ritrovano anche nell’opera di un altro celebre autore, Jules Verne, che qui ambientò la sua opera “Il castello dei Carpazi”. In un periodo antecedente al “Dracula” di Bram Stoker, Verne decise di ambientare un romanzo gotico in questa zona remota della Romania, al punto di incontro tra Banato, Oltenia e Transilvania, pur non avendola mai visitata. Particolare che ha portato all’emergere di una teoria ovviamente paranormale, che sia stato illuminato da una forza celeste.

Cosa ci dice la scienza

Tutto molto affascinante, ma esistono delle spiegazioni scientifiche ai vari fenomeni testimoniati? La “scomparsa” quotidiana della vetta ad opera di nubi basse o nebbia sarebbe conseguenza di particolari condizioni meteorologiche che si ripetono con frequenza nella zona.

C’è da aggiungere che la voce di una sparizione quotidiana alla vista della vetta non sembri corrispondere totalmente al reale. Come raccontatoci dalle guide di “Carpathtrek”, nei mesi autunnali e invernali il clima nella zona risulta molto più stabile (dunque è anche il momento migliore per progettare una escursione esplorativa) e generalmente la visibilità è eccellente, rispetto al periodo primaverile-estivo.

I bagliori che illuminano la vetta si ritiene invece che siano fulmini globulari. In merito all’energia che pare caratterizzare la montagna, non sono stati effettuati studi tali da spiegarla nel dettaglio.

Come arrivare al Vârful Gugu

Raggiungere il Vârful Gugu non è una passeggiata. L’area dei Munţii Godeanu rappresenta una zona poco turistica, baite e rifugi si contano sulle punte delle dita, ristoranti men che meno, e altrettanto pochi sono i sentieri segnalati. Vivono per certi versi nell’ombra dei Munții Retezat, altro gruppo montuoso dei Carpazi Meridionali dall’appeal decisamente superiore per escursionisti e alpinisti. Arrivare sulla vetta della montagna misteriosa è dunque una esperienza all’insegna dell’avventura.

L’itinerario maggiormente consigliato parte dal lago Gura Apei (1050 m), transita per il Gugu Refuge (bivacco posizionato a 1686 m, che dispone di 20 posti letto e di un pannello fotovoltaico in grado di fornire un po’ di energia elettrica; nelle vicinanze è presente una sorgente di acqua potabile), raggiunge la vetta del Branul Saddle (1970 m) e infine il Vârful Gugu (2291 m). Una volta in cima il panorama si apre a 360 gradi sui monti Retezat, Godeanu e Țarcu. Non stupisce che il Gugu sia anche noto come “montagna nascosta”. Dal bivacco alla vetta il sentiero non è segnalato. Il percorso di andata è uguale a quello di ritorno, per un totale di circa 13 km e 7/8 ore di cammino.

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