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Un nuovo turismo ai piedi del Cervino

Le possibilità che offrono le montagne sono infinite. Sta a noi coglierle, nel rispetto di ciò che abbiamo attorno“. Parola di François Cazzanelli, classe 1990, guida alpina del Cervino e alpinista. In collaborazione con il Consorzio Cervino Turismo, nei giorni scorsi François ha messo in piedi un evento “per far conoscere la nostra vallata, tra le principali mete dell’outdoor“. Nell’esclusiva cornice del Bergman Mountain Hotel, ai piedi della “Gran Becca”, professionisti della montagna e del mondo della comunicazione hanno così avuto l’occasione di affrontare problematiche da tempo all’ordine del giorno: come promuovere un turismo sostenibile? Cosa comporta valorizzare un territorio? Qual è il futuro dell’outdoor?

Questioni urgenti, se si considera che il flusso di turismo si concentra tuttora in un periodo molto ristretto ed è diretto (relativamente alla montagna) ad attività limitate, provocando conseguenze non di poco conto: congestione di trasporti e servizi di accoglienza, degrado dell’ambiente naturale ed umano, scarso impiego delle risorse negli altri mesi… In alcune località, da anni vengono ricercate politiche di destagionalizzazione dei flussi turistici. Nella maggior parte dei casi, però, si tratta di una visione che fatica a prender piede. Da qui, lo spunto per questo appuntamento di Cervinia: “Siamo famosi in tutto il mondo per le piste da sci”, spiega Enrico Vuillermoz, direttore del Cervino Tourism Management. “Ma questa valle ha molto di più da offrire“. Il comprensorio, in effetti, non ha bisogno di presentazioni: 25 km di piste, il domaine skiable estivo più grande e alto d’Europa, la struttura freestyle dello “Snowpark Zermatt”… Ma che le opportunità non si esauriscano qui ce lo dimostra Cazzanelli, accompagnandoci a risalire con le pelli i 4165 metri del Breithorn Occidentale e, il mattino seguente, lungo la divertente ed esposta Ferrata del Gorbeillon in Valtournenche: “Sono solo alcuni esempi di proposte variegate, spesso a due passi dal paese, ancora poco valorizzate“, racconta la guida alpina.

Per l’economia locale, settori come il turismo e lo sport sono stati messi a dura prova dall’emergenza sanitaria e dai continui “stop” delle attività. Eppure, dopo due anni di pandemia, “questa stagione invernale e quella estiva sono andate oltre le aspettative”, racconta Cazzanelli. Il 2021 ha visto anche il ritorno della Valle d’Aosta nel “circo bianco”. La Federazione internazionale, infatti, ha assegnato a Breuil-Cervinia e Zermatt l’apertura della Coppa del Mondo maschile e femminile nelle specialità di discesa libera e super-G: “Un appuntamento di rilevante valenza economica, che si colloca in un periodo di bassa stagione, nel quale le nostre strutture vedranno un significativo incremento di presenze“, commenta Jean Antoine Maquignaz, sindaco di Valtournenche. A questa si aggiungono poi altre novità: la Valle d’Aosta torna ad ospitare una tappa del Giro d’Italia 2022, oltre ad essere candidata come “Regione europea dello sport 2023”.

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5 Commenti

  1. Domanda: secondo voi, dall’ altra parte esatta del Cervino, ovvero a Zermatt, si fanno le stesse considerazioni e anche lì si arriva alle medesime, davvero geniali, conclusioni? No; per il semplice motivo che a Zermatt i turisti vanno ogni giorno dell’ anno e ci vanno perchè il paesaggio, in Svizzera, è amato e rispettato e non è stato fatto lo scempio ambientale che invece è presente nella conca del Breuil; non c’è alcuna necessità di pensare a come richiamare i turisti in un bel luogo, ancora alpestre e suggestivo e non simile invece a un luna park del menga che attira solo un certo tipo di gente e solo in certi periodi dell’ anno, come di fatto è ormai Cervinia. E comunque è incredibile sentir parlare chi determina, in un modo o nell’ altro, la sorte dell’ ambiente alpino in questo paese, sempre i soliti luoghi comuni triti e ritriti, lo “ski”, discese libere varie, ci manca solo l’ “eccellenza”, quella di solito non manca mai, nei telegiornali.

    1. Risposta: gli svizzeri di scempi ne stanno concludendo uno sul piccolo cervino. Nel fare propaganda sulle montagne e sul territorio sono i migliori. Non prenderei loro come esempio.

      1. Nessun è perfetto, questo certamente, è altrettanto fuor di dubbio, però, che il confronto Zermatt-Breuil/Cervinia sia emblematico di due diversi modi di considerare l’ importanza del peasaggio; quello che è stato fatto Breuil/Cervinia è un insulto alla Creazione.
        Una struttura singola, “ecomostro”, poi, in quanto tale si potrà sempre rimuovere o abbattere, se dovesse prevalere in futuro una maggiore sensibilità ambientale, in altre parti è già stato fatto; ripristinare la maestosità dell’ alta Valtournenche sarà invece impossibile.

        1. Pensa che vedo addirittura gente che difende la “casa del sole”, ossia quell’immondo grattacielo che affianca la partenza delle funivie a Cervinia. Zermatt urbanisticamente gioca un altro sport.

  2. Anche in questo contesto sono state usate la parole chiave “valorizzare” e “sostenibile”. A me fanno paura.

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