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C’erano una volta in Antartide i pinguini giganti, alti fino a 2 metri

Il pinguino imperatore (Aptenodytes forsteri) è riconosciuto attualmente come il più alto, grande e pesante tra tutti i pinguini. Vive esclusivamente in Antartide e mostra dimensioni nell’adulto di altezza media attorno al metro (fino a 1,30 m) e peso compreso tra i 20 e i 40 Kg. Una bella stazza, poco a confronto con i pinguini che un tempo abitavano la sua stessa casa. In una lontana epoca storica, decine di milioni di anni fa, in Antartide e Nuova Zelanda scorrazzavano infatti dei pinguini giganti. Per “giganti” si intende alti quanto, se non di più, dell’uomo moderno.

Una storia ancora da scrivere

A raccontare la storia degli uccelli arcaici dei ghiacci sono numerosi fossili recuperati nei decenni passati. Reperti che hanno portato gli esperti a ipotizzare una diffusione di differenti specie di pinguini di notevoli dimensioni a partire dagli albori del Cenozoico, periodo storico che inizia convenzionalmente 65,5 ± 0,3 milioni di anni fa (Ma), tuttora in corso, in particolare nel corso dell’Eocene (55,8 ± 0,2 Ma – 33,9 ± 0,1 Ma). Nel 2004 però un nuovo ritrovamento ha portato a una revisione di tale teoria. Nella zona della Hampden Beach, nell’Otago (Nuova Zelanda), sono stati trovati i resti di un pinguino vissuto in un periodo antecedente all’Eocene, il Paleocene (65,5 ± 0,3 Ma – 55,8 ± 0,2 Ma).

La specie è stata ribattezzata Kumimanu biceae, dalla lingua maori “kumi” (un mostro mitologico) e “manu” (uccello), “bicea” deriva invece da Beatrice (abbreviato, Bice), madre di  A.J.D.Tennyson, tra gli autori della ricerca e del paper ad essa connessa, pubblicato su Nature Communications nel 2017 (“A Paleocene penguin from New Zealand substantiates multiple origins of gigantism in fossil Sphenisciformes”). Le dimensioni del grande uccello del passato sono state stimate attorno a 1.65 m di altezza, 1.77 in lunghezza in fase di nuoto, per un peso fino a 100 Kg.

Il gigantismo nei pinguini

Il ritrovamento del reperto paleocenico ha portato a ritenere il gigantismo una caratteristica sviluppata dalle specie di pinguini subito dopo la perdita di capacità del volo. Come anticipato, in riferimento alla diffusione di specie giganti nell’Eocene si dispone di maggiori reperti archeologici. In riferimento alla Nuova Zelanda, sono state a lungo due le specie considerate rappresentative dei più grandi pinguini mai vissuti in zona: Anthropornis nordenskjoeldiPachydyptes ponderosus. 

Kumimanu bicae risulta essere il pinguino più antico e  grande nella storia evolutiva dei pinguini della Nuova Zelanda (fino a prova contraria), ma non il più grande in assoluto. Vi è infatti un’altra specie più tardiva, vissuta in Antartide nell’Eocene, che raggiungeva i 2 metri di lunghezza e 115 Kg di peso: il pinguino Palaeeudyptes klekowskii, il pinguino colosso, i cui resti sono stati ritrovati sulla Seymour Island.

Nel 2005 resti di pinguini del tardo Paleocene, alti circa 1,40 m sono stati rinvenuti anche in Antartide. In questo caso la specie è stata ribattezzata Crossvallia unienwillia. nell’agosto 2019 una seconda specie di Crossvalia, C. waiparensis, sempre risalente al Paleocene, è stata invece scoperta in Nuova Zelanda. Un “parente” un po’ più alto, circa 1,60 m.

Il gigante scoperto dai bambini

Risulta chiaro che, di pinguini giganti estintisi nel corso dei secoli, Nuova Zelanda e Antartide, devono averne visti parecchi. E ogni tanto spuntano nuovi fossili che aiutano ad aggiungere dettagli alle ricostruzioni storiche e filogenetiche. Nel 2006 una scoperta eccezionale è stata effettuata da un gruppo di bambini, impegnati in un campo estivo nel distretto neozelandese di Waikato. Nel corso di una gita in compagnia del cacciatore di fossili Chris Templer nel Kawhia Harbour, si sono imbattuti nel più completo scheletro fossile di pinguino gigante mai scoperto prima, risalente a un periodo compreso tra 27,3 e 34,6 milioni di anni.

Ci sono voluti oltre 10 anni perché gli scienziati attestassero che si trattasse di una nuova specie, ribattezzata Kairuku waewaeroa, da “Kairuku”, che è un genere di antichi pinguini neozelandesi giganti, dalla lingua maori “tuffatore che torna con il cibo”, e “waewaeroa“, che in maori significa “zampe lunghe”, a sottolineare le maggiori dimensioni a confronto con i Kairuku fino ad allora scoperti. Nel 2021 il mega pinguino (alto circa 1 metro e mezzo) è balzato agli onori della cronaca per la pubblicazione di un paper riassuntivo delle ricerche effettuate sulJournal of Vertebrate Paleontology. I ricercatori della Massey University, responsabili dello studio del reperto, hanno realizzato una riproduzione 3D del fossile utilizzando uno scanner 3D.

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