AlpinismoAlta quota

Everest, al via una spedizione sulle tracce di George Mallory

Nella primavera del 1922 partì alla volta dell’Everest una spedizione britannica, con l’intento di raggiungerne la vetta ancora inviolata. Tra i membri della spedizione compare George Mallory, già protagonista nell’anno precedente, di una spedizione esplorativa sul Tetto del Mondo. Quella del 1922, seppur terminata con un nulla di fatto, viene ricordata come una missione coraggiosa, ambiziosa, la prima con intento preciso di toccare quota 8848 metri.

“Nulla di fatto” è tra l’altro una espressione non propriamente corretta, che rischia di sminuire la portata della spedizione. Il team britannico aveva intenzione di raggiungere, con l’ausilio di bombole di ossigeno, la cima dell’Everest dal versante tibetano, in quanto all’epoca il versante nepalese era interdetto agli occidentali. L’ascesa si arrestò a una quota mai toccata prima sul Tetto del Mondo: 8326 m. Altezza che sarebbe stata superata nella tragica spedizione del 1924, in cui di Mallory e del compagno Andrew Irvine, si persero le tracce.

Affascinati dalla figura di George Mallory, alcuni alpinisti di Wirral (UK) hanno deciso di rendergli omaggio con una salita dell’Everest in occasione del centenario di quella impresa pionieristica. Il progetto è stato ribattezzatoTri-4-life 2022 Centenary Mount Everest Expedition”. E l’origine di tale progetto non è un caso. Wirral fu la cittadina in cui vissero da piccoli sia Mallory che Irvine. Purtroppo, a causa delle restrizioni imposte dal Governo cinese, il progetto iniziale di seguire letteralmente le tracce di Mallory sul versante Nord, è stato rimodulato. L’ascesa verrà effettuata dal versante nepalese.

Una spedizione a scopo benefico

I protagonisti della spedizione sono amici d’infanzia, accomunati da una passione per l’avventura e membri della associazione di beneficenza Tri4Life, fondata nel 2000 da Liam Hanlon. Insieme a Liam, tenteranno la salita sull’Everest gli amici Stephen Hayes, Martin Pritchard-Howarth e Philip Walton. In origine il team doveva essere composto da una quindicina di membri ma i costi e anche la necessità di preparazione adeguata hanno portato alla conclusione del “pochi ma buoni”.

Défaillances abbastanza comprensibili se pensiamo che l’idea di cimentarsi nell’alpinismo, e puntare al Tetto del mondo, sia nata tre anni fa. Ciascuno degli aspiranti himalaisti si è sottoposto a un arduo programma di preparazione e lo scorso ottobre hanno toccato le vette di Mera Peak e Baruntse. “Nessuno di noi ha alle spalle un background alpinistico – ammettono – e molti di noi hanno più di 50 anni, ma ciascuno di noi è spinto dalla passione di voler inspirare gli altri e raccogliere denaro per buone cause lungo la via”.

La missione sull’Everest, che evidentemente sarà condotta con l’ausilio dell’ossigeno supplementare, come dopotutto fu condotta la spedizione di Mallory del 1922, si accompagna a una raccolta fondi a sostegno di CAN (Community Action Nepal), Wirral University Teaching Hospital (WUTH) Charitable Fund e Countess of Chester Hospital Charitable Fund.

Il team è partito alla volta del Nepal a fine marzo ed è al momento impegnato nel trek di avvicinamento al campo base nepalese dell’Everest.

Una inattesa telefonata da Sir Chris Bonington

Apprezzamento nei confronti del progetto del Tri4Life è inaspettatamente giunto da Sir Chris Bonington, che ha telefonato a Liam poco prima della partenza per il Nepal. Elemento di connessione è l’associazione Community Action Nepal, di cui Bonington è forte sostenitore. L’associazione ricordiamo essere stata fondata dall’amico Doug Scott.

Nel corso della telefonata Bonington ha inviato agli alpinisti i suoi auguri e espresso soddisfazione per lo scopo benefico associato all’impresa. “Ci ha detto di goderci ogni passo sulla montagna – racconta lo staff – ma anche di ricordare che raggiungere la vetta dell’Everest dipende fortemente dalla fortuna in termini di meteo e circostanze, bisogna essere al posto giusto al momento giusto e spesso accade che non sia così e bisogna essere abbastanza intuitivi da comprenderlo e prendere le giuste decisioni”.

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