Montagne

Gran Sasso d’Italia

La vetta più alta tocca i 2912 metri di quota, massima elevazione della catena appenninica, e nelle giornate più terse permette di ammirare il vicino mare. Il Gran Sasso d’Italia è una delle più iconiche vette della spina dorsale del nostro Paese.

Inglobato all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è conosciuto fin dai tempi degli antichi romani, che lo chiamavano Fiscellus Mons, il Monte Ombelico, per la sua posizione centrale nella penisola italiana. Durante il medioevo assume la denominazione di Monte Corno mentre, secondo alcune fonti, il nome Gran Sasso sarebbe recente con origine rinascimentale. Nel 1636 compare infatti uno scritto di Francesco Zucchi da Montereale in cui si parla del “Sasso d’Italia”. Nella seconda metà del diciottesimo secolo troviamo invece la moderna denominazione all’interno della Carta topografica del Contado e della diocesi dell’Aquila dove si indica il “Monte Corno overo Gran Sasso d’Italia”.

Geografia

Il massiccio del Gran Sasso misura 50 chilometri in lunghezza e 15 in larghezza. Assieme alla Majella, posizionata a sud, fa parte della dorsale più orientale dell’Appennino abruzzese. Due sottocatene principali corrono parallele in senso longitudinale: la più orientale va dal Monte Corvo al Vado di Sole; quella occidentale corre dal Passo delle Capannelle e dal Monte San Franco (2.132 m; nord-ovest) al Monte Capo di Serre. Nell’area sud-est del massiccio si trovano i Contrafforti Occidentali con diverse cime minori.

La sottocatena settentrionale è quella che ospita i rilievi maggiori del massiccio: il Corno Grande, con le sue 4 vette principali, e il Corno Piccolo (2655 m).

Le vette che costituiscono il Corno Grande sono: la Vetta Orientale (2903 m), la Centrale (2893 m) il Torrione Cambi (2875 m) e quella Occidentale (2912 m). Quest’ultima è anche la maggior elevazione dell’Appennino. Sul versante settentrionale del Corno Grande si trova il Ghiacciaio del Calderone, il secondo ghiacciaio più meridionale d’Europa (considerando la catena dell’Elbrus) e l’unico presente in Appennino.

Storia

Studi e reperti individuati nell’area permettono di affermare che l’area del Gran Sasso sia popolata da almeno 100mila anni. Nella zona di Calascio sono stati individuati resti ossei di uomo di Neanderthal e diversi altri scheletri appartenenti ai più disparati animali tra cui cervi, caprioli, buoi, leopardi, lupi, cavalli e iene ancestrali. Il Gran Sasso risulta quindi conosciuto all’uomo fin dalla preistoria.

La prima salita

La prima ascensione alla vetta più alta del Gran Sasso è datata 19 agosto 1573 a opera del 69enne Bolognese Francesco De Marchi insieme al cacciatore Francesco Di Domenico, al milanese Cesare Schiafinato, a Diomede dell’Aquila e con i portatori Simone e Giovampietro di Giulio. L’ascesa, fortemente desiderata da De Marchi che, racconta, ha serbato l’ambizione per 30 anni, è avvenuta per l’attuale via normale e non ha presentato imprevisti. In 5 ore e un quarto il gruppo, raggiunge la vetta. Un momento che dev’essere stato ricco di suggestione a notare gli scritti lasciati da De Marchi: “Quand’io fuoi sopra la sommità mirand’all’intorno, pareva che io fussi in aria, perché tutti gli altissimi Monti che gli sono appresso erano molto più bassi di questo”.

Due secoli dopo, il 30 luglio 1794, viene realizzata la prima salita della Vetta Orientale da parte del marchese teramano Orazio Delfico. Una volta in cima Delfico effettua una delle prime misurazioni dell’altezza in Italia.

Vie Alpinistiche

La più battuta via di salita al Corno Grande, massima elevazione del Gran Sasso, è quella dei primi salitori, oggi considerata normale. Si tratta di un itinerario adatto ad escursionisti esperti abili nell’utilizzo di attrezzature alpinistiche e con abitudine a muoversi in ambiente di alta montagna. Questo itinerario parte da Campo Imperatore e risale lungo il versante nord-ovest della montagna.

Oltre alla normale esistono diverse altre vie di salita verso la vetta, la cui difficoltà è prettamente di stampo alpinistico.

  • Versante nord: dal rifugio Franchetti, nel Vallone delle Cornacchie, parte un itinerario che si ricongiunge con la normale nella parte alta. I consigli per questo itinerario sono gli stessi della normale.
  • Cresta Ovest: percorso di stampo alpinistico valutato facile (F).
  • Direttissima: facile via alpinistica, tra gli itinerari più famosi del Gran Sasso. Aperta nei primi anni del Novecento da un gruppo di alpinisti romani risale il versante meridionale della montagna con passaggi di primo e secondo grado.
  • Il Paretone: non è solo una via, ma un’intera parete (la est alla Vetta Orientale) che precipita per circa 2000 metri di dislivello sui colli del teramano. Lungo questo roccioso muro verticale corrono le più difficili vie di accesso alla montagna.

Altre salite degne di nota

1880 – In gennaio Corradino e Gaudenzio, figli di Quintino Sella, realizzano la prima salita invernale del Gran Sasso raggiungendo la vetta del Corno Grande

1934 – Bruno Marsili e Antonio Panza riescono nella prima salita della parete nord del Monte Camicia (2564 m), montagna del gruppo del Gran Sasso localizzata nella parte sud-ovest. Per le sue caratteristiche questa parete è anche detta “l’Eiger dell’Appennino”.

Altri eventi storici importanti

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 Mussolini viene arrestato e incarcerato nell’albergo di Campo Imperatore, lo stesso dove si svolgono le parti salienti dell’Operazione Quercia con cui, il 12 settembre dello stesso anno il dittatore viene liberato dalle forze tedesche. Qualche settimana dopo nasce la Repubblica di Salò.

Curiosità

Nel cuore roccioso del Gran Sasso, sotto 1400 metri di roccia, si trovano i Laboratori nazionali del Gran Sasso (LNGS). Il più grande laboratorio sotterraneo al mondo insieme al CERN di Ginevra. Qui si studiano i neutrini e le altre micro particelle che compongono l’universo.

L’area di Campo Imperatore, da cui emerge imponente e dolomitica la sagoma del Gran Sasso, è stata più volte scelta come set per pellicole di stampo western grazie alle sue caratteristiche che in alcuni punti e in precisi periodi dell’anno ricordano le enormi praterie del west americano.

Guida al Gran Sasso

Sono due i principali punti di accesso al massiccio del Gran Sasso: Campo Imperatore e Prati di Tivo. Le indicazioni per raggiungerli sono facili. È sufficiente seguire l’autostrada A24 Roma-L’Aquila-Teramo uscendo al casello di Assergi, se si vuole raggiungere Campo Imperatore, a quello di San Gabriele-Colledara se si vuole raggiungere Prati di Tivo. Nel primo caso, una volta lasciata l’autostrada si prosegue fino a Fonte Cerreto dove si trova la stazione di valle della funivia del Gran Sasso d’Italia. In inverno la funivia rappresenta l’unico mondo per raggiungere il gruppo. Anche nei mesi estivi è possibile usufruire dei suoi servizi per superare il dislivello da Assergi e iniziare le proprie escursioni in quota. In alternativa, in primavera, estate e autunno, è possibile salire con il proprio mezzo lungo la strada asfaltata.

Per i Prati di Tivo una volta lasciata l’autostrada bisogna continuare in direzione di Montorio e quindi seguire le indicazioni per Prati di Tivo.

Il Gran Sasso nei libri

  • Gran Sasso/Parco Nazionale Gran Sasso-Laga: le più belle escursioni, Club Alpino Italiano / Società Editrice Ricerche, 2000
  • Abruzzo e Molise – Viaggio attraverso le regioni italiane, Fininternet, 2002
  • Il gigante di pietra. La storia geologica del Gran Sasso d’Italia, CARSA Editore, 2002
  • La Montagna Incantata. 204 itinerari di scialpinismo nell’Appennino Centrale, Luca Mazzoleni, Porzi Editoriali, 2004
  • Guida ai Sentieri. Assergi, Stefano Ardito, Edizioni Gransassolagapark, 2006
  • A piedi sul Gran Sasso, Subiaco Stefano Ardito, Iter Edizioni, 2008
  • Guida dell’Alta Via scialpinistica dell’Appennino Centrale, Luca Mazzoleni, Porzi Editoriali, 2010
  • Atlante storico del Gran Sasso d’Italia, di Silvio Di Eleonora, Fausto Eugeni, Lina Ranalli, Ricerche&Redazioni, 2012
  • Il Gran Sasso e le altre cime, Luigi Tassi, Versante Sud, 2019
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