Montagne

Monte Fuji

La sua cima, caratterizzata da un enorme cratere, è innevata per dieci mesi l’anno ed è considerato uno dei simboli del Giappone, di cui rappresenta la massima elevazione. Il Monte Fuji raggiunge i 3776 metri ed è riconosciuto come sito di interesse culturale da parte dell’UNESCO. Vulcano attivo, la sua ultima eruzione risale al 1707.

L’origine del suo nome, Fuji, non ha fonti certe. Secondo un racconto risalente al decimo secolo deriverebbe dalla parola fushi che significherebbe “immortale”. Altra teoria riporta come origine del nome la frase “fu? shi, ji?”, cioè “montagna ricca di guerrieri che ne ascendono le pendici”. Storie popolari darebbero al termine fuji il significato di “senza eguali”, oppure con origine dalla parola fujin, cioè “senza fine”. Oltre a queste molte altre teorie raccontano la possibile origine del nome del vulcano, tutte riconducono alla forma o all’altezza del monte, altre riportano caratteristiche legate agli ambienti naturali, alla fauna e alla flora che ne popolano le pendici.

Geografia

Localizzato sull’isola di Honshū, la più importante e grande del Giappone, il Monte Fuji si trova al confine tra le prefetture di Shizuoka e Yamanashi e affaccia sull’Oceano Pacifico. Una buona parte della sua vetta non appartiene invece a nessuna prefettura, è infatti stata dichiarata come luogo sacro. Alle sue pendici si sviluppa la pianura di Kantō, la più grande area pianeggiante della nazione. Lo circondano 5 laghi (lago Kawaguchi, lago Yamanaka, lago Sai, lago Motosu, lago Shōji) dalle cui rive si può godere di un maestoso panorama sulla montagna. Il territorio del Monte Fuji è inserito nel parco nazionale Fuji-Hakone-Izu.

Storia

Dalla forma conica e quasi perfettamente simmetrica il monte Fuji attrae gli appassionati di montagna e non. Ritenuto sacro e venerato come una divinità, principalmente per il timore dovuto alle eruzioni che l’hanno interessato fino al 1700, è presto diventato metà di un pellegrinaggio religioso. La principale divinità legata al monte Fuji è quella di Konohanasakuya-hime, ritenuta protettrice delle donne in gravidanza e dei navigatori. Verso la metà del 1100 poi, con la fine del periodo Heian, il culto scintoista legato al Fuji si fonde con le pratiche buddiste. È l’asceta Shugendō Matsudai Shōnin a realizzare, nel 1149, un tempio dedicato ad Dainichi Nyorai sulla cima della montagna. Nei due secoli successivi si assiste così alle prime salite di carattere religioso sulla cima della montagna, anche se la vera diffusione di questa pratica arriva solo con gli anni Trenta del 1300, con il periodo Muromachi. Una popolarità dovuta all’istituzione di numerose confraternite al capo delle quali si trovano i sendatsu, praticanti religiosi che fanno da tramite tra i santuari e il monte. Oltre a loro vi sono gli oshi, figure semi-sacerdotali che fungono da guida durante le scalate. Grazie alla loro presenza i pellegrini possono raggiungere la vetta sacra del vulcano.

Una storia, raccontata nei suoi momenti essenziali, ma che meriterebbe molto più spazio e tempo, che permette di comprendere come la salita al Monte Fuji non comporti particolari difficoltà, se non quelle legate a una classica escursione in alta quota e su neve. Anche per questo la prima ascensione è stata realizzata addirittura prima dell’anno 1000, con esattezza nel 663, da parte di En no Otsuno.

Curiosità

  • Fino al 1868 la salita al Monte Fuji è stata vietata alle donne, in quanto la dea del fuoco che dimorava sulla vetta sarebbe stata gelosa di qualunque altra donna nelle vicinanze.
  • Il Monte Fuji è raffigurato sulla banconota da 1000 yen (poco più di 7 Euro). Dal 2008 si trova anche sulle targhe automobilistiche di alcuni distretti.
  • Secondo alcune voci durante la seconda guerra mondiale la CIA avrebbe studiato un piano con cui dipingere di rosso il Monte Fuji gettando dei secchi di vernice sulla montagna. L’obiettivo sarebbe stato quello di colpire gli avversari in modo psicologico degradando il morale del Giappone. Il piano è stato abbandonato dopo aver constato che per dipingere completamente la montagna sarebbero servite 12 tonnellate di vernice e 30mila aerei B29 per il trasporto.
  • Con lo slogan “fin sulla cima del Monte Fuji con i tacchi” una famosa azienda di trasporto passeggeri giapponese ha immaginato, negli anni Sessanta, di realizzare un tunnel attraverso il lato sud-ovest della montagna e una funivia che avrebbe permesso a chiunque di raggiungere la vetta più alta del Giappone in soli 13 minuti. Il progetto è poi stato abbandonato in seguito alle proteste degli ambientalisti.

Guida al monte Fuji

300mila gli escursionisti che ogni anno raggiungono la vetta del Monte Fuji. La salita non comporta alcuna difficoltà tecnica, ma richiede un buon livello di preparazione fisica. Il periodo migliore per intraprendere l’ascesa è tra la metà di giugno e l’ultima settimana di agosto. Dal primo di luglio al 10 settembre sulla montagna sono aperte le strutture ricettive, al di fuori di queste date non si trovano supporti lungo la salita.

Visto l’alto numero di frequentatori i sentieri sono quasi sempre affollati nel periodo estivo, soprattutto nelle giornate di bel tempo. Per questo è importante calcolare bene i tempi dell’ascesa basandosi non solo sulla rapidità del proprio passo. Altre caratteristiche di cui tenere conto sono i temporali, frequenti nelle ore pomeridiane.

Quattro le vie di accesso che permettono di raggiungere la cima, tutte di eguale difficoltà tecnica. Il più battuto è il sentiero Yoshida, sul versante della Prefettura di Yamanashi. L’attacco del sentiero è facilmente raggiungibile grazie a un servizio di autobus che collega l’itinerario a Tokyo (2 h 30 min, servizio solo durante la stagione di apertura dei rifugi). Essendo il percorso più popolare qui si concentra la maggior parte dei rifugi e delle persone, anche per questo la discesa avviene su una linea diversa da quella di salita. Il tempo di salita è di circa 6 ore, quello per la discesa di 3. Valida alternativa, per i più allenati, è il sentiero Fujinomiya più ripido e tecnico che richiede circa 5 ore per la salita e due ore e mezza per la discesa. Il sentiero Subashiri si trova invece sul versante orientale del Monte Fuji e rappresenta la via di salita meno affollata. Essendo meno frequentato qui si trovano anche meno strutture ricettive. L’ultimo è invece il sentiero Gotemba, che si classifica come il più lungo dei quattro. Circa 7 le ore richieste per la salita lungo un percorso con pochi rifugi, tutti localizzati nella parte alta.

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