Montagne

Grandes Jorasses

Occupano la parte settentrionale del massiccio del Monte Bianco, segnando il confine tra Italia e Francia. Le Grandes Jorasses si presentano come una sequenza di verticali guglie granitiche che raggiungono la loro massima imponenza viste da nord, dove si innalza una grigia bastionata alta circa un chilometro. Qui si sono scritte epiche pagine di alpinismo degli anni Trenta, quando si inseguiva quello che era ritenuto uno degli ultimi problemi da risolvere nelle Alpi. Tentativi su tentativi hanno visto i migliori e più ambiziosi scalatori del tempo avvicendarsi su questo muro verticale. Una vera e proprio sfida, una battaglia a suon di martello e chiodi, per essere il primo a violare il più duro dei versanti.

Il loro nome, Jorasses, avrebbe origini celtiche dal termine Juris – foresta d’alta quota –. A spiegare l’origine del nome la probabile presenza di ampi boschi ai piedi delle montagne, in Val Ferret. Si sostiene inoltre che l’area sia stata un luogo sagro per i celti.

Geografia

Localizzate nella parte settentrionale del massiccio del Monte Bianco lungo la cresta delle Grandes Jorasses si individua il confine tra Italia e Francia. La cresta presenta una lunghezza di circa un chilometro, lungo cui spiccano 6 vette. Troviamo, da ovest verso est: Punta Young (3996 m), Punta Margherita (4066 m), Punta Elena (4045 m), Punta Croz (4110 m), Punta Whymper (4184 m), Punta Walker (4208 m).

Limitate a est dall’Arête des Hirondelles e a ovest la cresta ovest dal Col des Grandes Jorasses presentano tre versanti: quello nord, che precipita sul ghiacciaio di Leschaux per 1200 metri, quello sud suddiviso a sua volta in sud e sud-ovest, quello est che si presenta come una grande parete di forma triangolare che si innalza per 800 metri dal ghiacciaio del Freboudze.

Prima salita

La prima ascensione assoluta avvenuta nel gruppo delle Grandes Jorasses fu quella del 24 giugno 1865 con cui Edward Whymper, Michel Croz, Christian Almer e Franz Biner raggiunsero la Punta Whymper (così chiamata in onore del primo salitore che 20 giorni dopo avrebbe violato il Cervino).

I 4 lasciarono Courmayeur all’1.35 del mattino, per raggiungere intorno alle 4.30 l’attuale sede del rifugio Boccalatte. Da qui avanti, fino ai seracchi sotto il Rocher du Reposoir e poi su per il versante sud-ovest. Alle 13 il gruppo raggiunse la vetta senza incontrare particolari problemi. Un quarto alle 21 eccoli di rientro a Courmayeur.

Tre anni dopo, il 30 giugno 1868, cadde anche la massima elevazione delle Grandes Jorasses, la punta Walker. A effettuare l’ascensione, per il versante sud-ovest, il dodicesimo presidente dell’Alpine Club Horace Walker. Con lui i compagni Melchior Anderegg, Johann Jaun e Julien Grange.

Punta Margherita e Punta Elena furono raggiunte nel 1898 da Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, Duca degli Abruzzi, con i compagni Joseph Petigax, Laurent Croux e Felix Ollier. Il gruppo lasciò Courmayeur all’una di notte e raggiunse la prima vetta alle 13. Il nome, Margherita, fu un omaggio del Duca alla regina. Durante il rientro toccò una seconda cima lungo la cresta, che Luigi Amedeo decise di battezzare Elena, in omaggio alla cognata Elena d’Orléans. A sera i quattro fecero regolare ritorno a Courmayeur, soddisfatti di quanto realizzato.

Quattro anni dopo l’inizio del nuovo secolo venne raggiunta anche Punta Young, la più bassa delle sei cime che compongono le Grandes Jorasses. Artefici di questa prima salita furono Valentine J. E. Ryan con Franz e Joseph Lochmatter. Il trio salì dal Col des Grandes Jorasses lungo la cresta ovest.

Ultima salita venne riservata a Punta Croz, la meno evidente tra le vette del gruppo. Con tutta probabilità la sua ascensione avvenne il 24 agosto 1909 per opera della signorina E. Hasenclever con W. Klemm, F. König e R. Weitzenboch.

La parete nord

I primi alpinisti si approcciarono seriamente alla parete nord delle Grandes Jorasses solo nel 1928. A provarci Leo Gasparotto, Albert Rand Herron , Piero Zanetti, Armand Charlet ed Evariste Croux. Il gruppo decise di tentare lo Sperone Walker salendo fin dove possibile senza l’utilizzo di chiodi. Oltre vennero fermati dalle difficili fessure.

Nel 1931 ci furono un paio di tentativi da parte degli alpinisti tedeschi. Il primo luglio Anderl Heckmair e Gustl Kröner attaccarono nella gola centrale tra gli speroni Croz e Walker riuscendo a progredire in salita per soli cento metri. Hans Brehm e Leo Rittler ci provarono l’8 agosto, anche loro per la gola centrale, con esito infausto. I loro corpi furono ritrovati nella crepaccia terminale.

Il 1932 vide impegnate sulla nord delle Grandes Jorasses le cordate formate da Lino Binel e Amilcare Cretier; Gabriele Boccalatte e Renato Chabod; Enzo Benedetti, Amilcare Crétier, Louis Carrel e Pierre Maquignaz. Tutti i tentativi furono portati avanti nella gola centrale.

Tentativo interessante fu quello di Giusto Gervasutti e Piero Zanetti che nell’agosto del 1933 riuscirono a raggiungere la prima torre dello Sperone Croz dove purtroppo furono costretti al rientro da un peggioramento delle condizioni meteo. Riprovarono, lungo questo itinerario, Armand Charlet e Robert Greloz negli luglio del 1934. I due riuscirono a superare la seconda torre e raggiunsero quota 3600 metri dove furono bloccati da una verticale parete rocciosa.

Ancora nel 1934 un attacco generale che il 30 luglio vide diverse cordate contemporaneamente impegnate sulla nord: Rudolf Peters e Peter Haringer; Armand Charlet e Ferdinand Belin; Renato Chabod e Giusto Gervasutti. Oltre a loro anche tre austriaci. Tutti provarono lungo lo Sperone Croz e tutti, tranne Peters e Haringer, decisero di rinunciare alle prime avvisaglie di tempesta. Questi proseguirono facendo ottimi progressi, ma senza riuscire a giungere in cresta. Durante la discesa Haringer cadde perdendo la vita.

Il 28 giugno del 1935 Peters ci riprovò, in cordata con Martin Meier, e questa volta tutto filò liscio permettendo ai due di toccare la massima elevazione dello Sperone Croz, l’omonima punta. Così la nord delle Grandes Jorasses venne finalmente vinta.

Vie alpinistiche

Il percorso seguito dal primo salitore di Punta Whymper, Edward Whymper, rappresenta oggi la via normale per la salita alle Grandes Jorasses. Nel corso degli anni successivi, e ancora oggi, il fascino di queste difficili montagne ha continuato a stimolare la fantasia dei migliori alpinisti al mondo. Terreno di predilezione ospita decine di vie dal fascino estremo.

  • 1927 – Il 10 agosto Gustavo Gaja, Francesco Ravelli, Guido Alberto Rivetti, Sergio Matteoda, Adolphe Rey e Alphonse Chenoz salgono la parete est per la Cresta des Hirondelles. La via è stata percorsa la prima volta l’11 agosto 1911, in discesa, da Humphrey Owen Jones e Geoffrey Winthrop Young con le guide Josef Knubel e Laurent Croux.
  • 1936 – Tra il 22 e 23 agosto il Conte Giovanni Battista Gilberti ed Eliseo Croux salgono la Cresta di Tronchey sulla parte sinistra della parete est.
  • 1937 – Massimo Strumia con Francis e Camille Salluard salgono Punta Margherita per la parete sud.
  • 1938 – Tra il 4 e il 6 agosto Riccardo Cassin, Ugo Tizzoni e Gino Esposito realizzano la prima salita alla Punta Walker passando per la parete nord. Il percorso è chiamato Via Cassin.
  • 1942 – Tra il 17 e 18 agosto Giusto Gervasutti e Giuseppe Gagliardone aprono la Via Gervasutti sulla parete est.
  • 1948 – Il 29 settembre Arthur Ottoz e Piero Ghiglione salgono per il pilastro del versante sud-ovest.
  • 1952 – Walter Bonatti ed Enrico Peyronel aprono un nuovo itinerario lungo la parete sud diretto a Punta Young.
  • 1958 – Tra il 5 e 6 agosto Jean Couzy e René Desmaison aprono la via Couzy-Desmaison lungo la parete nord. È la prima salita della Punta Margherita per la nord.
  • 1958 – Tra il 13 e 14 agosto Enrico Cavalieri e Andrea Mellano effettuano la prima salita alla Punta Young per la parete nord.
  • 1964 – Tra il 6 e il 9 agosto Walter Bonatti e Michel Vaucher aprono la prima via lungo la parete nord che raggiunge la Punta Whymper.
  • 1968 – In invernale, tra il 17 e il 25 gennaio, René Desmaison e Robert Flematti aprono Il Linceul sulla parete nord, prima via su questo versante a raggiungere la Punta Elena.
  • 1970 – Tra il 24 e 25 luglio Eugeniusz Chrobak, Jacek Poreba e Wojtek Wroz aprono la Via Polacca che sale lungo la parete nord raggiungendo Punta Elena, è la prima via su questo versante che tocca la cima.
  • 1970 – in due giorni d’agosto Guido Machetto, Gianni Calcagno e Leo Cerruti salgono il diedro sud della Tour des Jorasses.
  • 1972 – Alessandro Gogna e Guido Machetto violano la parete sud delle Grandes Jorasses. Impiegano 3 giorni, dal 9 all’11 agosto, per salire la più alta parete nel massiccio del Monte Bianco.
  • 1972 – Livio Stuffer, Giuseppe Alippi, Carlo Troyer e Angelo Pinciroli il 9 agosto aprono la via diretta a Punta Margherita lungo la parete sud. I 4 raggiungono la base della parete in elicottero.
  • 1976 – Tra il 5 e 6 agosto Nick Colton e Alex Macintyre aprono la Via Colton-Macintyre lungo la parete nord.
  • 1978 – Il 20 agosto Gian Carlo Grassi e Gianni Comino salgono sul versante sud quello che viene battezzato come Ypercouloir Grassi-Comino.
  • 1985 – Il 19 giugno Gian Carlo Grassi, Renzo Luzi e Mauro Rossi aprono la Direttissima Gianni Comino Memorial Route sul versante sud. Via rimasta irripetuta fino al 2010.
  • 1986 – Tra il 21 e 23 luglio Stanislav Glejdura e Jan Porvaznik aprono No Siesta lungo la parete nord.
  • 2016 – Simon Richardson e Mischa Rinn aprono un nuovo itinerario sulla parete sud delle Grandes Jorasses.
  • 2020 – Tra il 6 e il 7 agosto Matteo Pasquetto, Matteo Della Bordella e Luca Moroni aprono Il giovane guerriero lungo la parete est. Uno sfortunato incidente in discesa porta via la vita a Matteo Pasquetto.
  • 2021 – Matteo Della Bordella, Giacomo Mauri e Luca Schiera aprono Il regalo di Berna sulla parete est delle Grandes Jorasses.

Altre salite degne di nota

  • 1891 – Paul Güssfeldt, con le guide Emile Rey, Laurent e Fabien Croux e David Proment, realizza la prima salita invernale alle Grandes Jorasses.
  • 1948 – Il 24 marzo Toni Gobbi e François Thomasset realizzano la prima invernale dell’Arête des Hirondelles.
  • 1963 – Walter Bonatti e Cosimo Zappelli realizzano, tra il 25 e il 30 gennaio, la prima salita invernale alle Grandes Jorasses per lo Sperone Walker. Un’impresa di grande richiamo per il tempo.
  • 1964 – Le guide Attilio e Alessio Ollier con due clienti realizzano la prima salita invernale della cresta ovest.
  • 1968 – L’8 luglio Alessandro Gogna realizza la prima salita solitaria lungo la parete nord.
  • 1971 – Il 10 aprile Sylvain Saudan effettua la prima discesa con gli sci dalle Grandes Jorasses. Discesa effettuata per la via normale.
  • 1980 – Marco Bernardi effettua la prima salita solitaria della Via Gervasutti alla parete est.
  • 1993 – In gennaio Catherine Destivelle realizza la prima salita solitaria invernale femminile.

Guida alle Grandes Jorasses

Ammirare la Grandes Jorasses è una di quelle cose che un appassionato deve fare almeno una volta nella vita. Per poterle osservare non servono doti alpinistiche, è sufficiente raggiungere prima Courmayeur e poi la vicina Val Ferret. Si può salire sia in macchina, seguendo le indicazioni per Aosta/Mone Bianco e, una volta raggiunta Courmayeur, per la Val Ferret. Oppure con i mezzi pubblici: si raggiunte Aosta con il treno e da qui grazie alle frequenti corse degli autobus è possibile raggiungere Courmayeur e l’alta valle. Le pareti della Grandes Jorasses sono già visibili nella loro imponenza da valle. Dalla Val Veny per esempio è ben visibile la parete sud.

Porta di accesso a queste cime è il rifugio Boccalatte-Piolti (momentaneamente chiuso). Raggiungerlo non richiede particolari doti alpinistiche, ma passo fermo, abitudine a muoversi su un terreno di alta montagna con passaggi esposti e un buono stato di allenamento fisico. Il sentiero di accesso parte dall’ampio parcheggio di Planpincieux (segnavia 21, bolli gialli) e richiede circa 3 ore e 30 minuti. Una volta raggiunto il piano su cui sorge la struttura, un vero e proprio nido d’aquila arroccato sulla valle, si parte alla scoperta del mondo verticale che caratterizza i versanti delle Grandes Jorasses. Da qui in avanti il terreno diventa di stampo alpinistico e richiede esperienza. Il consiglio per chi volesse affrontare una salita alle Grandes Jorasses è di documentarsi a fondo sulle condizioni e sugli itinerari. Se non si è sicuri e consci delle proprie capacità alpinistiche chiedere consigli a un amico esperto o a un professionista della montagna che saprà indirizzarvi su itinerari adatti alle vostre capacità.

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