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Due giovani alpinisti perdono la vita tra le vette di Marche e Trentino

Senza un calendario alla mano, avremmo fatto fatica a renderci conto di essere ormai in autunno nel corso del weekend appena trascorso. Temperature miti e cielo limpido hanno caratterizzato Alpi e Appennini in particolare nella giornata di sabato 25 settembre, per poi cedere il passo a un graduale peggioramento a partire dalle regioni alpine nella giornata di domenica. “Il clima “estivo” che ha caratterizzato la giornata autunnale di ieri dal nord al sud Italia ha attratto decine di migliaia di escursionisti e alpinisti sulle nostre montagne, purtroppo non senza conseguenze, il commento a tal proposito del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) nella giornata di domenica 26. Incidenti ve ne sono stati, innumerevoli, da Nord a Sud. Per la maggior parte risolti in breve tempo e senza gravi conseguenze per gli escursionisti. Nella giornata di sabato si sono purtroppo registrate due vittime, giovani alpinisti che hanno perso la vita sulle montagne del Trentino e delle Marche.

Incidente mortale in Val di Breguzzo

Un escursionista ha perso la vita dopo essere precipitato per circa 70 metri nei pressi della cima Cop di Breguzzo (val di Breguzzo), a una quota di circa 3.000 m. L’uomo aveva raggiunto la cima insieme ad un altro compagno di escursione e stava rientrando lungo la cresta sud, quando, probabilmente a causa del cedimento di un sasso sul quale si era appoggiato, è precipitato lungo il versante est, caratterizzato da salti di roccia e ghiaioni. La chiamata al Numero Unico per le Emergenze 112 è arrivata intorno alle 12.50 dal compagno di escursione. Con lui anche una coppia di altri escursionisti che si trovavano per caso sul posto.

Il Tecnico di Centrale Operativa del Soccorso Alpino e Speleologico, con il Coordinatore dell’Area operativa Trentino occidentale, ha chiesto l’intervento dell’elicottero che, una volta individuato il ragazzo, ha verricellato il Tecnico di Elisoccorso e l’equipe medica. Purtroppo per l’uomo non c’era nulla da fare e il medico non ha potuto fare altro che constatarne il decesso.

Con una seconda rotazione l’elicottero ha trasferito in quota due operatori della Stazione Val del Chiese per dare supporto nelle operazioni di recupero della salma e delle tre persone illese. Dopo il nullaosta delle autorità, la salma è stata imbarcata a bordo, portata a Bondo e affidata al carro funebre. I tre illesi sono stati accompagnati dai soccorritori in sicurezza fino a un punto comodo, dove il compagno della vittima, in stato di shock, è stato recuperato dall’elicottero e trasferito a valle, mentre l’altra coppia di escursionisti è rientrata in autonomia. Presenti Vigili del Fuoco e Carabinieri. Sono stati attivati anche gli Psicologi per i Popoli per dare supporto ai familiari della vittima.

Alpinista precipita dalla cresta del Pizzo Berro

Nelle Marche, sulle alture del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ha perso la vita un giovane di 30 anni. L’intervento, che ha visto impegnate le squadre di terra del Soccorso Alpino e Speleologico Marche – CNSAS si è svolto unitamente all’eliambulanza Icaro 02 della Regione Marche e ai Vigili del Fuoco di Amandola. Presenti a Frontignano anche i Carabinieri. Purtroppo per il giovane originario di Fabriano, classe ‘91, precipitato per oltre 100 metri, dalla cresta che sale fino a Pizzo Berro, non c’è stato nulla da fare. Le squadre di terra hanno inoltre recuperato l’altro escursionista, riconducendolo fino all’auto a Frontignano di Ussita.

Sul ghiacciaio della Vedretta in ramponcini

Tra gli interventi fortunatamente a esito positivo, ma tra i più delicati del weekend, riportiamo un recupero di tre escursionisti sul Ghiacciaio della Vedretta.

Nella serata di sabato 25 settembre 2021, i tecnici della VI Delegazione Orobica del Cnsas sono stati allertati per tre persone che stavano scendendo dal Redorta per la via normale. Si trovavano sul ghiacciaio della Vedretta ma alcuni di loro non riuscivano più a muoversi: indossavano i ramponcini, che non sono adatti quando è presente ghiaccio vivo. Inoltre, uno di loro aveva subito un forte trauma a una gamba.

Sul posto è stato mandato l’elisoccorso di Brescia di Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza), che ha provato a salire sia dal versante bergamasco sia dal versante valtellinese, senza riuscire però a raggiungerli per la nebbia e le nubi basse. In piazzola a Valbondione intanto c’erano otto tecnici pronti a partire con tutto il materiale. Sul versante valtellinese il meteo era migliore e quindi sono state attivate anche le squadre della VII Delegazione Valtellina – Valchiavenna a Caiolo (SO). È decollato anche l’elisoccorso di Como ma la situazione meteorologica era in peggioramento e quindi le squadre sono salite a piedi da Fiumenero.

Nel frattempo, i tre alpinisti in difficoltà sono stati raggiunti e accompagnati dai rifugisti fino al Rifugio Brunone e lì sono stati raggiunti e valutati da un infermiere del CNSAS. Le loro condizioni erano buone ma l’infortunato non era in grado di procedere se non in barella. Il recupero con barella portantina avrebbe però richiesto ancora almeno 5-6 ore. Un miglioramento del meteo alle 7:00 di domenica mattina ha permesso all’elisoccorso di Bergamo di intervenire e recuperare il paziente. I tecnici sono stati successivamente recuperati dall’elicottero della Protezione civile di Regione Lombardia, grazie alla convenzione stipulata col CNSAS. A supportare le operazioni anche il personale del rifugio Brunone.

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2 Commenti

  1. Mi spiace per la disavventura costosa.
    Un mese fa mentre scendevo sulle tracce fra gli sfasciumi, ben segnate con pittura, non ho disceso il Ghiacciaio della Vedretta, forse perché era tardi e nevischiava e mi aspettavano a casa per cena.
    Non sapevo esistesse un ghiacciaio da quelle parti del Redorta, ricordo un nevaio, ma ero giovane.
    Magari ho sbagliato montagna, ma la discesa fino a Fiumenero è stata proprio lunga.
    Erano 50 anni che non andavo da quelle parti.

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