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Dal Monte Rosa a Gorizia in parapendio, il viaggio di Edoardo Colombo

Dal Monte Rosa a Gorizia con il parapendio. È il viaggio sopra le Alpi che ci racconta la guida valdostana Edoardo Colombo. Partito da Gressoney il 25 giugno ha impiegato 4 giorni per compiere il tragitto. “Avevo previsto almeno 15 giorni, in cui avrei volato, camminato e mi sarei goduto la mia avventura fatta anche di incontri e magari di nuove amicizie” racconta. “Invece è stata una corsa contro il tempo, dettata dalla mia smania di volare in terre per me inesplorate e col sogno di vedere il mare, tanto lontano e inarrivabile quanto desiderato”. Un viaggio rapido, ma intenso, carico di emozioni, luoghi, panorami, anche momenti di insicurezza e grande gioia. Facciamocela raccontare dal 35enne protagonista che quattro anni fa ha scoperto il parapendio innamorandosene. “Con questo cognome non poteva essere altrimenti”, scherza.

Attraversare le Alpi regala sempre grande fascino, a te cos’ha lasciato?

“Una grandissima emozione. Non avevo mai fatto un’esperienza come questa. È stato unico sotto molti punti di vista. Ogni giorno una sorpresa, non avevo mai volato in questi posti. Trovarsi davanti alle pareti delle Dolomiti è qualcosa di unico nel suo genere.”

Hai preventivato 15 giorni, poi ci hai messo solo 4 giorni… cos’è successo?

“Inizialmente l’avevo pensata come un viaggio vero e proprio, dove anche la parte a terra ha la sua importanza. Ci tenevo a vivere escursioni, salite, a condividere momenti con le persone che avrei incontrato. Alla fine mi sono ritrovato con questo zaino pesantissimo e con una meteo pessima che mi ha portato a dover stravolgere il programma mentre volavo. In più, non avendo mai volato in quelle zone avevo voglia di stare in aria, di godermi i panorami.”

Come nasce l’idea di questa traversata?

“Dalla mia passione per il volo. Prima di questa esperienza ho sempre e solo fatto voli cross, in cui parti da un punto A, raggiungi un punto B e fai ritorno a quelli di partenza. Non avevo mai viaggiato fino a fine giornata dicendomi ‘vediamo fin dove arrivo’. Pochi italiani fanno questo tipo di traversate, io poi mi sono fatto attrarre dalla realizzazione di Antoine Boisselier che partendo da Annecy ha raggiunto la Croazia. Lui ha impiegato 11 giorni e ha prodotto un film che mi ha ispirato tantissimo. Volava tutto il giorno poi, quando atterrava, bussava alle porte delle persone e si faceva ospitare.”

Anche tu ti sei fatto ospitare?

“Diciamo che non è nel mio carattere. Per ovviare al problema mi sono portare una tendina e un sacco a pelo.”

Uno dei momenti più belli tra quelli vissuti?

“Sicuramente quando ho capito che stavo arridano in dolomiti, è stato incredibile. Non sono abituato a quei panorami. Arrivo dalla Valle d’Aosta dove le montagne sono diverse. Sono grandi, ci sono i ghiacciai. Laggiù hai questi praticelli, queste collinette, da cui improvvise si alzano verticali torri bianche. Passarci vicino in parapendio fa effetto.”

Durante il viaggio hai avuto qualche incontro particolare?

“Un in volo, mentre mi trovavo in Slovenia. Ero in difficoltà e continuavo a guardarmi intorno alla ricerca di una corrente che avrebbe potuto portarmi verso l’alto. A un certo punto è spuntata quest’aquila che mi ha guardato, poco dopo ne sono arrivate altre due. Abbiamo volato insieme per una ventina di chilometri, è stato veramente suggestivo.”

Come sei rientrato in Valle d’Aosta?

“Avevo pensato di farlo in volo, ma dopo il mio arrivo c’è stata una fase di maltempo prolungata che alla fine mi ha fatto desistere così ho preso il treno.”

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