Cronaca

Monte Rosa, due alpiniste morte di ipotermia

Intervento complesso quello sul Monte Rosa nella giornata di ieri e che si è concluso tragicamente in tarda notte.

Tre alpinisti, due donne e un uomo, avevano lanciato ieri l’allarme riferendo di essere bloccati dal maltempo e indicando di trovarsi sul Cristo delle vette. I soccorritori, via terra non potendosi alzare l’elicottero per le condizioni meteo, avevano sospeso dopo diverse ore le ricerche non trovando nessuno nella zona indicata (il telefono dei dispersi non era più raggiungibile) rientrando in serata al rifugio Mantova. Una seconda chiamata di uno degli alpinisti ha permesso di capire che i tre si trovavano poco sotto la cima della Pyramide Vincent e così i soccorritori sono di nuovo partiti via terra riuscendo a raggiungerli solo in tarda notte a quota 4150 m.

Portati al rifugio Mantova, le due donne, nonostante le operazioni di rianimazione cardiopolmonare, sono decedute a causa dell’ipotermia severa. L’uomo, ipotermico e con congelamenti, è stato poi trasportato dall’elicottero di Air Zermatt, riuscito nella notte a raggiungere in rifugio, in ospedale. Le sue condizioni non destano preoccupazione.

Le squadre di soccorso, formate da tecnici del Soccorso Alpino Valdostano a cui si sono aggiunti i soccorritori di Alagna e del Sagf di Cervinia, hanno operato in condizioni estreme a causa della bufera e del vento forte, che ha impedito all’elicottero di Air Zermatt di avvicinarsi al luogo del recupero.

A supporto delle operazioni di soccorso i carabinieri di Gressoney e le società di impianti a fune Monterosa Sky e Monterosa 2000 che hanno aperto per consentire l’avvicinamento dei soccorritori fino a Indren.

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14 Commenti

  1. Non si capisce cosa ci facessero a quell’ora sotto la cima della Vincent: a che ora erano partiti dal rifugio Gnifetti o dal Mantova, forse troppo tardi e senza informarsi sulle condizioni meteo? evidentemente non avevano neppure tanta esperienza dei luoghi se prima hanno detto di essere al Cristo delle vette dove per altro c’è un bivacco…poi l’abbigliamento: non si muore congelati a inizio luglio sotto la Vincent se si è adeguatamente equipaggiati
    Lo dico da ormai “antico” frequentatore del Rosa ( sono salito alla Dufour a 8 anni quando manco c’era la funivia dell’Indren) per favore basta improvvisazione sulle montagne, lo dico soprattutto ai giovani
    Scusate lo sfogo ma non si può morire sotto la Vincent in quel modo

    1. Si può eccome! Possibile che siamo sempre pronti a giudicare i comportamenti: poco qui, troppo là…ma , noi non c’eravamo; non possiamo sapere cosa è successo. In montagna capita di morire anche sui sentieri, come può capitare ovunque. E poi, smettiamola di sapere tutto. L’anno scorso (È non è stato il primo caso) 7 persone sono morte di freddo e stenti (compresa la guida) a 150 metri da la Cabanne de Vignette. Che dire? Nulla. In montagna é così.

  2. Forse sarebbe almeno utile sapere se altri potessero adottate alcune precauzioni, per quelle quota,in caso di maltempo improvviso non previsto.Abbigliamento di riserva ?dotazioni immancabili nello zaino?Allenamento per ridurre i tempi?? -A volte il tempo( libero dal lavoro o impegno) per una impresa a lungo programmata non coincide col tempo( meteo favorevole)

  3. https://www.montagna.tv/26235/una-notte-in-truna/
    Ripescato questo..sempre che ci si trovi su nevaio e si abbia anche una pala leggera.Oltre ad abbigliamento di scorta secondo conisgli..
    Conobbi nel 1976 un collega scampato a bufera , assieme ad altri componeti ( circa 20) di una comitiva .. Erano accompagnati sul Vioz da 2 guide alpine. Colti da imprevista bufera con vento e neve, collaborarono tutti a scavare ed allestire due trune, stesero a terra corde, coprirono con bastoncini e dei teli o impermeabili , forse qualcuno aveva arrotolati i primi materassini espansi . Dopo aver ricoperto la copertura improvvisata di altra neve , si infilarono negli zaini e attesero… scambiandosi anche vestiario . Allora scarseggiavano elicotteri, non esistevano telefonini.. figurarsi col gps. Andava molto di moda lo zaino allungabile che in caso poteva servire da sacco bivacco . Poi solo il ragazzo scampato potra’ raccontare veramente lo svolgersi degli eventi di questa tragedia, sommamente ingiusta.

  4. Già il fatto che il tipo abbia dato i suoi guanti ad una delle due “alpiniste” la dice lunga e conferma che è sempre colpa dell’uomo perché era da giovedì che si sapeva del weekend di bufere nel bollettino meteo, per cui li non dovevano proprio trovarsi!

  5. Povere ragazze! Troppi errori di valutazione!
    Molti giovani e non, dimenticano le regole base dell’alpinismo classico!

  6. a volte basta un telo termico o meglio ancora un sacco da bivacco che pesa nulla e ci sono anche modelli x 2 persone ( vedi Ortovox )

  7. A volte un telo termico o meglio ancora un sacco da bivacco fanno la differenza , in commercio ci sono modelli anche per 2 persone e non pesa nulla ( vedi Ortovox )

  8. E’ ormai una classica del mordi e fuggi: prendi la I funivia, sali e scendi in velocità in tempo per prendere il viaggio di ritorno (17:00?). Va tutto bene se sei allenato e viaggi leggero, però devi sapere che, quando vedi avvicinarsi le nuvole nere, devi fare subito dietro-front e correre giù, anche se ti trovi a 10min dalla vetta…

  9. Oggi sentito parere di Guida alpina : quel che sembra troppo abbigliamento col sole, diventa scarso se cambia il tempo e ci si bagna o parte il wind chill.
    Ha consigliato sopra pantaloni antivento imbottiti (ce ne sono di alluminati internamente con cerniere integrali laterali ed anche giacche impermeabili…poi guanti a moffola, piumino giacca , passamontagna che si posssono tenere ben pressati dentro un sacchetto di tessuto non tessuto. Chiaro che se si viene sorpresi bisogna fare presto e non farsi portare via dal vento gli indumenti . Anche lo zaino allungabile aiuta e pure un materassino espanso ridotto.Non e’ escluso che avessero qualcosa in piu’ non abbiano fatto in tempo. Comunque manuali vari del Cai consultabili (non stampabili)si trovano online o anche altri siti…anche se non sostituiscono esperienza e consigli di persone anche un poco autoritarie.Poi anche il meteo non e’ piu’ generico e a vasto raggio, esistono pure siti ARPA di zona.

  10. Sinceramente sono dispiaciuto per la morte delle due ragazze.
    Non penso siano vittime del caso, credo siano moderne vittime dell’andare in montagna per fare spettacolo e della volontà di mettersi in mostra, il tutto senza pensare a ciò che si fa e sempre sorridendo.
    Spesso questo si vede nelle foto.
    Il mondo ora va così e non capisce che sta sbagliando.

  11. Saper rinunciare è quel filo sottile che divide vita e tragedia. C’è chi lo impara in tempo, chi non l’ha mai imparato ma finora se l’è cavata e chi invece ne resta vittima… purtroppo la storia si ripete sempre uguale a se stessa. Dispiace che delle giovani vite vengano spezzate così.

  12. Non voglio entrare in polemiche futili e fare il “Caiano” della situazione. Quello che vedo mancare ultimamente è il prendere le escursioni in ambienti di ghiacciaio (o innevati) sotto gamba. Pianificare l’escursione, prendere degli azimut, delle quote etc e saper usare una bussola, possono assolutamente fare la differenza in queste situazioni. Ovviamente bisogna perderci tempo e provare sul campo, cosa che non va d’accordo con il moderno andare per monti.
    Col senno di poi sono capaci tutti….è vero, ma ciò non toglie il fatto che questa sia la tendenza.

    1. Cassin mi aveva detto che dovevo stare sempre molto attento a non morire, perché dall’essere un bravo alpinista sarei diventato un “pirla”.
      Non esiste nessun obbligo di andare in montagna, si va di testa propria !
      La colpa di ciò che succede, io preferisco dire la responsabilità, è solo nella propria testa.
      Che tristezza vedere morire i giovani.

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